Lago Bianco m. 2157 (Parco naturale dell'Alpe Veglia)
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Non ce ne sono tante di giornate così!
L'autunno è arrivato, impetuoso e travolgente come un mare in tempesta.....
Era da un po' che bussava alla porta, forse troppo sommessamente per farsi sentire.... e oggi, finalmente, questa porta si è aperta e lui, da bravo pittore, si è sbizzarrito con la sua tavolozza di colori, mischiando abilmente gialli, rossi e marroni che, con esperte pennellate, ha dispensato qua e là, in modo equilibrato.
Il quadro è lì, di fronte a noi, sempre uguale negli anni e sempre diverso, sempre vecchio e sempre nuovo, come il nostro stupore e la nostra meraviglia.
E noi siamo al tempo stesso dentro e fuori da questo affresco, attori e spettatori....
La giornata è particolarmente limpida e luminosa, e la Piana dell'Alpe Veglia è un'esplosione di luci e di colori, esaltati dalle perfette condizioni ambientali ed atmosferiche.
Ovviamente le espressioni di meraviglia si sprecano.....
A completare la scena il Monte Leone s'innalza maestoso e solitario sullo sfondo, presenza vigile e austera in questo pacato e placido paesaggio.
Siamo in tanti e ben presto ci sgraniamo lungo il percorso, per ricongiungerci poi al Rifugio Città di Arona, dove qualcuno decide di fermarsi per crogiolarsi al sole in tutta tranquillità.
La maggior parte di noi però procede, affrontando la seconda parte della salita che, in un'oretta, ci porta fino all'incantevole Lago Bianco, ridotto ormai all'osso in questo periodo di prolungata siccità, ma non per questo meno suggestivo.
Ci piacerebbe fermarci lì, ma l'assillo del tempo, tiranno crudele in tanti momenti della nostra vita, ci obbliga a desistere da tale pensiero, perchè l'autista del pullman ci aspetta giù in valle, a San Domenico e sappiamo che non ci farà sconti.....
Anche se i minuti a disposizione sono pochi, cerchiamo di godere di ciò che la montagna riesce sempre ad offrirci, e il nostro spirito è appagato, nonostante la fatica.
Naturalmente non mancano i complimenti a Ruggero, nostro capogita, che ha saputo scegliere questo posto magico in un momento così speciale.
La discesa verso valle appare, come sempre, più lunga e pesante della salita, ma il "rito" delle torte contribuisce a rendere più dolce il distacco
Adesso è tempo di pensare alle uscite per il prossimo anno e le proposte non mancano.....
L'autunno è arrivato, impetuoso e travolgente come un mare in tempesta.....
Era da un po' che bussava alla porta, forse troppo sommessamente per farsi sentire.... e oggi, finalmente, questa porta si è aperta e lui, da bravo pittore, si è sbizzarrito con la sua tavolozza di colori, mischiando abilmente gialli, rossi e marroni che, con esperte pennellate, ha dispensato qua e là, in modo equilibrato.
Il quadro è lì, di fronte a noi, sempre uguale negli anni e sempre diverso, sempre vecchio e sempre nuovo, come il nostro stupore e la nostra meraviglia.
E noi siamo al tempo stesso dentro e fuori da questo affresco, attori e spettatori....
La giornata è particolarmente limpida e luminosa, e la Piana dell'Alpe Veglia è un'esplosione di luci e di colori, esaltati dalle perfette condizioni ambientali ed atmosferiche.
Ovviamente le espressioni di meraviglia si sprecano.....
A completare la scena il Monte Leone s'innalza maestoso e solitario sullo sfondo, presenza vigile e austera in questo pacato e placido paesaggio.
Siamo in tanti e ben presto ci sgraniamo lungo il percorso, per ricongiungerci poi al Rifugio Città di Arona, dove qualcuno decide di fermarsi per crogiolarsi al sole in tutta tranquillità.
La maggior parte di noi però procede, affrontando la seconda parte della salita che, in un'oretta, ci porta fino all'incantevole Lago Bianco, ridotto ormai all'osso in questo periodo di prolungata siccità, ma non per questo meno suggestivo.
Ci piacerebbe fermarci lì, ma l'assillo del tempo, tiranno crudele in tanti momenti della nostra vita, ci obbliga a desistere da tale pensiero, perchè l'autista del pullman ci aspetta giù in valle, a San Domenico e sappiamo che non ci farà sconti.....
Anche se i minuti a disposizione sono pochi, cerchiamo di godere di ciò che la montagna riesce sempre ad offrirci, e il nostro spirito è appagato, nonostante la fatica.
Naturalmente non mancano i complimenti a Ruggero, nostro capogita, che ha saputo scegliere questo posto magico in un momento così speciale.
La discesa verso valle appare, come sempre, più lunga e pesante della salita, ma il "rito" delle torte contribuisce a rendere più dolce il distacco
Adesso è tempo di pensare alle uscite per il prossimo anno e le proposte non mancano.....
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