Pizzo del Corvo 3015mt e ... oltre (dall' alpe Pradasca)
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Festa di compleanno a tremilametri …
Una delle belle abitudini del nostro gruppo è quello di festeggiare il compleanno con una escursione (tutte le scuse sono buone ….).
Abbiamo due regole in proposito: la prima è che per festeggiare serve la presenza di tutti e quattro (lo “zoccolo” del gruppo), la seconda è che il festeggiato sceglie la destinazione.
Quasi mai si festeggia in corrispondenza della data precisa, qualche volta anche con un mese di ritardo, ma … l’impegno è preso.
Questa volta è il mio turno, con 22 giorni di ritardo, scegliere la destinazione. Visto che il tempo tiene ancora, ho scelto un tremila faticosetto, uno dei tanti nella lista nei “da-fare”.
Destinazione Pizzo del Corvo, poco conosciuta a dire il vero, ma si trova nella zona del Lucomagno, una delle zone che preferisco e a cui sono affezionato.
Ci sono due belle relazioni, che ne parlano: la prima di Floriano –
Ewuska e la seconda di
Ivanbutti –
Beppe.
A dire il vero ne trovate altre, di siso e
stellino, ma la via scelta per salirci … beh è decisamente oltre la nostra portata.
Pizzo del Corvo, come vetta sparisce al cospetto del “fratellone”, lo Scopi, che invece molti conoscono, molto frequentato (è a mio giudizio uno dei tremila più facili) con sentieri tracciati e croce di vetta, per non parlare delle installazioni militari.
Ai soliti quattro si sono aggiunti altri tre, che di tanto in tanto, ci accompagnano.
Parcheggio a Q1716, sotto all’ Alpe Pradasca, già conosciuto quando siamo saliti alla Cima di Garina, e per una breve parte il percorso si sovrappone.
Alle 8:30 lasciamo le vetture, salendo come soldatini in fila indiana verso la Bovarina (o Boverina). Vicino alla centralina elettrica scopriamo che è stato realizzato un ponte sopra il torrente.
In mezz’ora siamo alla Capanna, dove è ancora tutto tranquillo e silenzioso, fermata breve per una bevuta e si riparte in direzione del lago Retico.
Il sentiero sale molto tranquillo e si affianca al torrente che scende dalla Valle dell’ Inferno (che nome! forse attribuibile alle tante rocce nero-carbone), per salire al Lago Retico (ma anche alla Cima di Garina, al sentiero degli Stambecchi, al Pass Cristallina) si attraversa il torrente, noi invece (seguite le precedenti relazioni di Floriano-Ewuska e Ivan-Beppe) iniziamo il percorso senza più traccia.
Siamo alla Foppa di Redich (Alpe di Redich), all’ estrema destra la Valle dell’ Inferno (dove scorre uno dei rami del torrente), sotto le pendici della Cima della Bianca.
Davanti a noi pratoni che salgono verso una cresta che termina su un cucuzzolo (Q2467), in realtà sono un gran numero di costoni divisi da profondi canali di scolo o torrentizi che terminano in alto con il culmine della Valle dell’ Inferno.
La via migliore (quella descritta nelle relazioni che ho citato) è di tenersi il più vicino possibile alla Cima della Bianca, sopra il canalone più grande della Valle dell’ Inferno, in questo modo si raggiunge il cucuzzolo (il termine della cresta che sale da sinistra, verso la Valle di Campo) dal suo lato destro (salendo), lo scopriremo al ritorno, all’ andata salendo troppo al centro delle Foppe di Redich, ci troviamo sotto il cucuzzolo, che ci tocca risalire con un ripido pendio in prato di oltre una cinquantina di metri di dislivello.
Raggiunto il cucuzzolo si scende, il paesaggio cambia completamente, i prati lasciano lo spazio a rocce nere (ma nere-nere!), terreno fine (argilloscisti) e placche.
Finalmente un ometto di sassi, poi un secondo che indicano senza margine di errore, quale dei tanti “costoni” seguire per la salita verso la cresta.
Proseguendo, vorrei dire in lieve salita, ma è un susseguirsi di collinette, canali, placche, c’e’ il Pass Casatscha a 2659mt, dove si nota una piccola costruzione militare, ovviamente chiusa. Alle spalle il ghiacciaio da Casatscha, che si sviluppa sotto il Pizzo del Corvo e lo Scopi.
Nuvole e foschia nascondono il paesaggio, ma la nostra destinazione è ben visibile, oltre 3Km di cresta per salire prima alla Punta del Corvo, poi al Pizzo.
Lo spettacolo è veramente surreale, come qualcuno ha detto sembra proprio di … camminare sulla Luna.
Il numeroso gruppo si separa in piccoli segmenti, i veloci avanti gli altri a seguire, io, come al solito, faccio le foto ai “sederi” di tutti quelli che mi precedono.
La salita non è difficoltosa, si resta in gran parte protetti sul lato grigionese, fino a raggiungere la Punta del Corvo a 2830mt.
La presenza di tanti costoni con scoli, anche profondi ai lati, rende difficile trovare la via migliore, seguite gli ometti e lasciate qualche traccia per il ritorno (noi seguiremo le tracce delle punte dei bastoncini, più evidenti dei passaggi degli scarponi).
Alle 11:45, la testa del gruppo è al grande omone di sasso della Punta del Corvoa 2831mt, inizia il vero percorso a filo di cresta.
Il lato della Gana Negra è oscurato dalle nuvole, tira un’ arietta fresca.
Ci sono parecchi residui di neve della scorsa settimana, la salita procede continua ed incessante.
C’e’ un passaggio dove aiutarsi con le mani, lo documento con delle foto per dare un’idea, in ogni caso è un cataletto tra due pietre, non è esposto.
La neve su lato del Lucomagno nasconde l’ ometto di sassi del Pizzo del Corvo, e noi ….. passiamo oltre i suoi 3015mt.
Proseguiamo salendo fino ai 3087mt, la massima elevazione della cresta, prima di scendere verso l’affilato tratto di cresta, sempre di argilloscisti, che conduce allo Scopi.
I primi raggiungono la quota alle 12:35, poi ogni cinque minuti spunta un altro componente, io “chiudo la porta” alle 12:50.
L’ errore di essere passati oltre alla vetta, lo scoprirò solo riguardando le tracce, non capivo come il gps mi avesse memorizzato delle quote oltre i 3085mt …
Pranziamo in cima (senza nome), convinti di essere sul Corvo, niente foto panoramica, dei 360 gradi, forse 60 di visibilità.
Siamo anche costretti a coprirci bene, la nebbia ed il vento sono gelidi. Pranzo veloce, foto di vetta, decidiamo di consumare la “festa di compleanno'" piu' in basso.
Lasciamo la presunta vetta alle 13:35.
Scendiamo veloci ed in fila indiana, questa volta ben compatti, chi canta, chi scherza …
Troviamo un bel punto a 2850mt, sono le 14:00, ci sembra il posto giusto per festeggiare.
Bottiglia di spumante e strudel come dolce, poi caffè e grappetta (anzi grappette), canzoncina e, nonostante le età più varie, scherzi e battute a raffica.
Trentacinque minuti di beato far nulla, il tempo tra le altre cose è migliorato, qualche occhiata di sole ci permette di vedere meglio il Passo, il ghiacciaio e l’ immancabile Scopi.
Ripartiamo e raggiunto il cucuzzolo alla fine della Valle dell’ Inferno, teniamo la sinistra scendendo, per non percorre il ripido crinale su erba dell’ andata.
La via a scendere non è sempre così evidente, come detto non ci sono sentieri, ma si scende “in libera” costone dopo costone, puntando verso il basso all’Alpe di Redich, sempre ben evidente.
Dall’ alpe, seguiamo la strada sterrata che porta all’ Alpe Bovarina, per poi tagliare su sentiero verso la Capanna omonima; si potrebbe anche accorciare scendendo verso il sentiero per il Retico, quello fatto in mattinata, ma siamo un po’ stufi dei “fuori-pista”, meglio la strada anche se poco più lunga.
Alle 16:20 siamo alla capanna, dieci minuti di sosta per riposarci e abbeverarci, ci sono varie persone ai tavoli all’ esterno.
Ripartiamo ed in meno di mezz’ora siamo al parcheggio.
Una grande escursione, un gran dislivello, peccato per il meteo e le nuvole che ci hanno negato completamente la vista verso la Valle di Campo, il Lucomagno e le vette in quella direzione.
Felice e soddisfatto di questo compleanno …
Un grazie agli amici per la bella compagnia.
Vista da roberto59
Come sempre Giorgio e' stato piu' che esaustivo, preciso e dettagliato nella sua descrizione, per quanto mi riguarda nel rinnovare gli auguri all'amico Giorgio, gli muovo pero' un appunto, lo strudel veramente ottimo, molto buono direi, ma forse non pensava che saremmo usciti in sette!!!!! Le porzioni ( almeno questo il mio parere ), o meglio la mia era scarsetta caro Giorgio, sai che sono goloso, ho portato poco cibo confidando nella torta e invece........Vabbe'.
Meno male che Barba43 aveva con se' un numero elevato di panini, che ci crediate o no erano 8, suddivisi in confezioni da due, cheeseburger con sottiletta, una vera leccornia, talmente ottimi che alla fine il suo commento e' stato: " in propri minga bun chi ropp chi, meglio un bel panino con il prosciutto dei muratori".
Detto questo tornando sull'escursione, devo dire che pensavo di risentire un po' della salita ad un altro tremila effettuata 2 giorni prima, invece tutto a posto le gambe hanno risposto alla grande, la compagnia numerosa e ottima, noi quattro presenti per festeggiare per cui ancora tanti auguri di buon compleanno a Giorgio.
Adesso sosta per due settimane, prossimo fine settimana da passare in famiglia, ciao a tutti e ricordatevi...bisogna crederci.....
Vista da [u barba43]:
Bella escursione,che dire salita senza sentiero su ciotoloni d'erba bagnata di rugiada,con un paio della compagnia che hanno assaporato il loro fondoschiena.
Poi più in alto roba da extraterrestre sembrava di essere su una spiaggia sulla luna,ghiaia grigio nera,poi in vetta brivido con chiazze di neve strapiombi,e sulla sinistra lo Scopi la (citta satellite) veniva la voglia di salirlo,ma quel crinale era da suicidio bisognava attraversarlo per prendere l'altro crinale come hanno fatto qualcuno precedentemente.
Il tempo ci è stato favorevole non ha piovuto stando al meteo di sabato che non era abbastanza sicuro,bene anche questa è fatta,è finita con un bel brindisi con giorgio59 che è divenuto un'anno più grande.
Ciao a tutti
Vista da brown:
Giorgio , come sempre , effettua scelte dedicate per l'occasione.
Questa volta ha voluto esagerare ma comunque il tutto e' andato per il meglio.
La salita ,un po' intuitiva, da poche possibilita' di errore in quanto passata la colma alla fine della valle dell'inferno ,rimane tutto a vista .
Lo Scopi in primo piano e il fratello minore il Pizzo del Corvo sulla sinistra, che gli fa compagnia.
Il meteo ci ha regalato una giornata con temperature gradevoli, ma con visibilita' in vetta alquanto modesta .
A quota 2800 metri abbiamo avvistato una pernice bianca che ,avendo avendo ormai ultimato la muta invernale ,spiccava sulle rocce nere proprio sopra il ghiacciaio.Il dislivello e' notevole ma , distribuito su un percorso di circa 7 km, non mi ha gravato particolarmente sulle gambe.Il gruppo e' sempre stato abbastanza unito ,ci si aspettava e comunque siamo sempre rimasti a vista,nonostante il percorso non presentava pericoli o passaggi particolarmente esposti.
Il momento del festeggiamento per Giorgio credo sia stato appagante per tutti ;per il suo compleanno ma anche come festa per l'ottima riuscita dell'escursione.
Per il ritorno abbiamo optato per una via piu' "soft" evitando il crinale molto ripido percorso all'andata.Ripassando per la Boverina abbiamo incontrato parecchie persone ma nessuno,oltre a noi ,aveva percorso il suolo lunare del Pizzo del Corvo.
Un grosso augurio a Giorgio e complimenti a tutti per questo 3000 indimenticabile .
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Girovagando





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