Pizzo del Corvo e cima della Bianca
Questa volta si va con l'auto fino a Predasca in valle di campo e con l'alba si procede prima su un sentiero T2 e strada sterrata verso l'alpe Bovarina. Anni prima ho fatto il giro in bici da Olivone e mi ricordo che da qualche parte tra l'alpe Bovarina e Foppa di Redich c'era una scritta su un sasso "Pizzo del Corvo". Purtroppo non troviamo più quella scritta per cui decidiamo di chiedere il contadino al alpe Bovarina. Secondo le sue indicazioni è stato chiuso il sentiero perché sono cadute delle mucche. Allora procediamo verso il passo di Gana Negra e circa all'altezza di una rocca marcante sotto il Pizzo del Corvo giriamo sul versante Nord e procediamo verso est. Li troviamo una sottile traccia e anche delle vecchie marcature rosso-bianche. Seguiamo dunque quelle finquando non li perdiamo vicino al punto 2251 nella cartina. Dunque andiamo senza sentieri diretti verso la cresta su un prato parecchio in pendenza ma senza particolari problemi. Arrivando sulla cresta incontriamo un sentiero marcato rosso-bianco su paletti e sassi. Sembra che abbiamo trovato il sentiero che ad inizio mattina non trovavamo. Ora si segue sempre la cresta e in prossimità del ghiacciaio il terreno diventa sabbioso e ci sono dappertutto buchi stranissimi e profondi. Attenzione a non cadere dentro perché non so se si riesce poi ad uscirne da soli!
La continuazione verso il Pizzo del corvo porta un solo problemino, il pizzo non è un punto più alto dove su tutti i lati scende ma un punto qualsiasi sulla cresta dov'è presente un grandissimo ometto di sasso ma ormai continua a salire. Noi non accorgendoci siamo continuati verso Scopi fino alla cime marcata sulla cartina nazionale con "3086" Solo li leggendo attentamente la cartina e guardando dove siamo ci siamo accorti che siamo andati ben oltre la cima prevista e che ci siamo anche stati senza accorgersi.
Dopo un ora di pausa siamo scesi fino al pass Casatscha dove risaliamo verso la Cima della Bianca. Sulla cresta non si riesce purtroppo a procedere e dunque torniamo alcuni metri in giù e accostiamo una parete rocciosa da sotto per poi puntare quasi perpendicolare (leggermente obliquo verso est) alla cresta. Quest ultima la raggiungiamo alcuni metri più a est della cima 2835. A questo punto l'unica possibilità e rimanere sulla cresta perché su entrami i lati ci sono pareti rocciose talvolta lisce e quasi verticali. Con tanta concentrazione arriviamo alla precima della cima bianca e in pochissimo tempo anche sulla cima bianca. Qui si vede un vecchio nevaio che sciogliendosi libera un laghetto molto profondo, almeno dal colore da l'impressione.
Per un po la cresta rimane ancora non difficilissima ma bisogna tenersi sul fianco ticinese per proseguire verso il lago retico. Dopo un po' però la situazione diventa molto più delicata perché sulla cresta non si può più proseguire senza corda e imbragatura e anche sui lati è molto delicato. In ogni caso scendendo nella parte ticinese si riesce a trovare un percorso possibile che non implica troppi pericoli. Ci sono comunque alcuni sassi liberi dove bisogna fare attenzione a non innescare una frana. Poi si punta di nuovo sulla cresta facendo un su e giù di circa 30m di dislivello e ora è fatta. Adesso si può scendere al lago retico su un comodissimo prato. Al lago faccio pure un piccolo bagno e poi scendiamo il sentiero ufficiale per Pradasca dove abbiamo la macchina.
Tutto sommato un bel giro fatta in piena canicola. Secondo me non è da sottovalutare la cresta lago Retico Cima Bianca.
La continuazione verso il Pizzo del corvo porta un solo problemino, il pizzo non è un punto più alto dove su tutti i lati scende ma un punto qualsiasi sulla cresta dov'è presente un grandissimo ometto di sasso ma ormai continua a salire. Noi non accorgendoci siamo continuati verso Scopi fino alla cime marcata sulla cartina nazionale con "3086" Solo li leggendo attentamente la cartina e guardando dove siamo ci siamo accorti che siamo andati ben oltre la cima prevista e che ci siamo anche stati senza accorgersi.
Dopo un ora di pausa siamo scesi fino al pass Casatscha dove risaliamo verso la Cima della Bianca. Sulla cresta non si riesce purtroppo a procedere e dunque torniamo alcuni metri in giù e accostiamo una parete rocciosa da sotto per poi puntare quasi perpendicolare (leggermente obliquo verso est) alla cresta. Quest ultima la raggiungiamo alcuni metri più a est della cima 2835. A questo punto l'unica possibilità e rimanere sulla cresta perché su entrami i lati ci sono pareti rocciose talvolta lisce e quasi verticali. Con tanta concentrazione arriviamo alla precima della cima bianca e in pochissimo tempo anche sulla cima bianca. Qui si vede un vecchio nevaio che sciogliendosi libera un laghetto molto profondo, almeno dal colore da l'impressione.
Per un po la cresta rimane ancora non difficilissima ma bisogna tenersi sul fianco ticinese per proseguire verso il lago retico. Dopo un po' però la situazione diventa molto più delicata perché sulla cresta non si può più proseguire senza corda e imbragatura e anche sui lati è molto delicato. In ogni caso scendendo nella parte ticinese si riesce a trovare un percorso possibile che non implica troppi pericoli. Ci sono comunque alcuni sassi liberi dove bisogna fare attenzione a non innescare una frana. Poi si punta di nuovo sulla cresta facendo un su e giù di circa 30m di dislivello e ora è fatta. Adesso si può scendere al lago retico su un comodissimo prato. Al lago faccio pure un piccolo bagno e poi scendiamo il sentiero ufficiale per Pradasca dove abbiamo la macchina.
Tutto sommato un bel giro fatta in piena canicola. Secondo me non è da sottovalutare la cresta lago Retico Cima Bianca.
Hike partners:
Califfo

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