Pizzo del Corvo (3015 m) da Campo Blenio, cresta E integrale
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Un’altra solitaria. Dopo l’insuccesso di giovedì, decido di riprovarci domenica.. Scartabello i 3000 ticinesi fattibili in invernale e mi viene in mente questo, il Pizzo del Corvo. Una cima strana, perché il punto più alto è più a NE, il P 3086, che però è senza nome.. si trova dove la catena a S dello Scopi si incurva a 90°.. ed è strana per un altro motivo che dirò dopo..
Decido di salire da Campo Blenio (1256 m).. dopo la Bovarina è tutto in cresta e, da solo e con pericolo valanghe (oggi 2), è la situazione in assoluto più sicura ! Il Brenna la dà per EE, non dovrebbe essere difficile..
Parto da Milano alle 3.. la salita è lunghissima.. 5h30 per il Brenna.. alle 5.15 sono a Campo Blenio, un’ora assurda, ma alla fine è stato giusto così !
C’è una luna quasi piena.. il cielo è serenissimo.. una stellata stupenda.. La luce della luna illumina tutto e non c’è bisogno della frontale. Prendo la strada, così non ho problemi finchè è buio e non mi affatico. Salgo con gli scarponi, poi ad Orsaira di Fuori metto le ciaspole e vado avanti fino ad incontrare una condotta forzata, poco prima della Bovarina, dove metto i ramponi e faccio un sentiero diretto nel bosco.. poi riprendo quello ufficiale.. un altro taglio e sono alla Bovarina. È albeggiato, nel frattempo, e sto una ventina di minuti dentro a sgranocchiare una tavoletta di cioccolato al caldo, guardando questa bella capanna e ricordando quando, un anno fa, c’ero stato con gli amici della SAT Mendrisio.. Firmo il libro di capanna e riparto. Il tempo è stupendo. Per un po’ metto le ciaspole, poi mi porto in cresta salendo per la linea di massima pendenza con ramponi e piccozza in trazione, tra erba e neve (è il versante S !). Da qui in avanti procedo in cresta, passando per i vari punti quotati. La cresta in alcuni punti è affilata, la neve farinosa, specie sul versante N.. in alcuni punti si sprofonda ma è comunque tutta un’altra musica rispetto all’altro giorno.. in alcuni tratti più in quota è più ghiacciata. Seguo un po’ di tracce di camosci, gli unici ad essere stati da queste parti nelle ultime settimane.. Nel frattempo è scesa la nube e la visibilità si riduce sempre più.. c’è vento e fa freddo.. ma ormai sono qui, sono equipaggiato e si va avanti.. La visibilità si riduce ad una trentina di metri.. Col GPS comunque seguo senza problema la cresta, che nell’ultimo tratto è larghissima.. Alla fine, alle 14.15, dopo 9 ore da Campo Blenio, il GPS mi dice che sono arrivato ! Pianto la piccozza, questa per me è la mia vetta ! Scatto un paio di foto, poi provo a scavare e trovo un minuscolo ometto.. Non mi fermo un attimo di più.. Scendo seguendo pedissequamente le mie tracce.. GPS sempre sottocchio.. Si fa buio.. Nella discesa dalla cresta accendo la frontale.. Alle 17.15 sono alla Bovarina ! L’idea è di rifare la strada, ma poi penso che così non arrivo più, ed allora, sempre con la sola luce della frontale, aiutato dal GPS, seguo più o meno il percorso del sentiero e faccio una serie di “tagli” per i prati ricoperti di neve.. alle 18.55 sono alla macchina.
Il mio nono 3000 ticinese.. Grazie Montagna che mi hai regalato un’esperienza indimenticabile, in condizioni atmosferiche proibitive..
Lunghezza : 25.4 km
Tempo : 13h37m
Dislivello : 1799 m
Tornando a casa e guardando le relazione di stellino,
Floriano,
siso, ecc. vedo che tutti hanno fotografato un ometto alto più di un metro, che io avevo incontrato una sessantina di metri più a valle.. rileggendo il Brenna, anche lui parla di un grande ometto.. Controllo sulla mia traccia e questo mi risulta più in basso.. attorno a 2990.. La precisione del GPS, e lo verifico sempre, è di qualche metro.. non può sbagliare di così tanto ! e anche la quota che ha misurato nel punto in cui mi sono fermato, 3015 m, è compatibile con quella della cima.. E, in fondo, un ometto c’è ! Curioso però che quello più grande sia in un altro punto.. Sbaglio ?

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