Punta di Ercavallo 3068 m
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Ultimo giorno di ferie sigh sigh! Settimana tanto aspettata e volata via senza neanche accorgercene.
Per oggi le previsioni non sono un granché ma i temporali sono stati relegati al pomeriggio/sera per cui pensavamo di fare un giro nelle Maddalene, non troppo alte e dove poter allungare o abbreviare il giro a nostro piacimento. Di notte invece zac! Si accende la lampadina, rifugio Bozzi e poi Punta di Ercavallo o alla meno peggio almeno i laghi. Detto fatto…
La mattina in Val di Non e Sole il cielo non dà molte speranze ma andando verso la Val di Pejo sembra ci sia più luce e, di fatto, al posteggio al Fontanino è quasi sereno. Saliamo alla Malga Celentino e prendiamo il sentiero panoramico sopra il Lago Palù in direzione Forcella di Montozzo. Mentre saliamo, poiché il tempo sembra buono propongo a Marco di salire alla Punta di Ercavallo da questo lato, anni fa avevamo fatto il contrario, dalla Valcamonica c’erano ometti e vaghi bolli rossi dal lato Trentino nulla ma sapevamo, da una relazione, che si poteva scendere puntando ad un laghetto e tornare così al rifugio Bozzi. Proposta accettata, facendo così saremmo arrivati per pranzo o giù di lì al rifugio. Peccato che la memoria questa volta mi abbia ingannato o meglio mi sono fatta ingannare. Arriviamo ad un laghetto, so che non è quello giusto ma forse ricordo male, vediamo a dx una cima che sembra la nostra, per cui il lago potrebbe essere quello giusto, il problema è che l’unico punto dove saremmo potuti scendere mi sembra troppo lontano da quella che riteniamo essere la cima, boh forse ricordo male, il tratto di cresta fatto era più lungo di quello che ricordo, del resto se quella è la cima, se appunto, l’unico punto dove sembra possibile scendere è quello, per cui saliamo. Arriviamo ad un cucuzzolo che scopriamo essere la Punta di Montozzo ma ahimè di qua non si scende, o almeno noi di qua non scendiamo di certo, sotto di noi due camosci ci guardano incuriositi. Per cui mogi mogi torniamo sui nostri passi, questa volta ho fatto un po’ di confusione con i ricordi! Arriviamo alla Forcella di Montozzo, io ormai rassegnata ad aver perso la cima, soprattutto quando vedo che sulla Val Grande c’è un bel nero che promette poco. Vaghiamo sopra il rifugio osservando i resti del villaggio militare e poi lo raggiungiamo. Entriamo tanto per chiedere quanto ci vorrebbe per andare in punta, io sempre poco convinta, abbiamo anche poco tempo oggi, in teoria dovremmo andare a salutare vari amici che sanno che siamo in valle ma da cui non siamo ancora passati, però ci conoscono e sanno che siamo degli zingari! Il simpatico gestore dopo averci chiesto che tipo di camminatori siamo e avendo ricevuto in risposta che siamo buoni camminatori ma assolutamente non corridori, fa due conti e afferma che ci vogliono circa 50 minuti al bivio e 1,30 h per la cima, circa 2,30 h. Accidenti pensavo meno, però se scendiamo direttamente in Trentino dovremmo guadagnare molto andando a prendere il sentiero che sale alla Forcella molto più in basso, tanto sul lato Trentino sono tutti prati per cui una volta individuato il sentiero per la Forcella non ci sono problemi per raggiungerlo. Facciamo due conti, a me andrebbe bene anche fermarmi, Marco mi fa notare che se scendiamo subito alle 14,00 siamo alla macchina e l’ultimo giorno di ferie non merita questo. Quindi andiamo. Non fidandoci dei 50 minuti stimati dal bresciano cerchiamo di allungare il passo, tanto qui è in piano, di fatto al bivio ci arriviamo in 50 minuti precisi per cui altro che 1,30 per la cima pensiamo, mai fidarsi di bresciani e bergamaschi! Invece o abbiamo capito male o non so ma anche se saliamo ora più tranquillamente, qui si trovano ancora resti ben evidenti di un villaggio militare e quindi perdiamo tempo a scattare foto e ad osservare meglio la zona, in cima ci arriviamo ben prima dell’ora e mezza stimata. Purtroppo anche se siamo ora in anticipo e dalla cima vediamo chiaramente che scendendo come avevamo pensato abbrevieremo molto il percorso del ritorno, il tempo sembra sempre peggiorare sopra la Val Grande, il Corno Tre Signori è sparito in nubi belle nere. Scendiamo, e ricordavo bene, velocemente alla sella erbosa sotto la cima e qui, sorpresa, ora troviamo una traccia indicata con grossi ometti, cosa che anni fa non c’era, del resto ora anche la salita alla Punta di Ercavallo è tutta bollata con segnavia CAI che io non ricordavo. Si scende ripidamente nella conca sottostante, probabilmente la traccia e gli ometti portano verso il lago a destra tornando alla sella di Montozzo come avevamo fatto anni fa, noi invece proseguiamo diritti verso il centro della valle, costeggiamo due laghi e cercando di spostarci sempre più a sx raggiungiamo il sentierone che sale alla Forcella di Montozzo, combinazione arriviamo nei pressi di un grosso ometto, non sappiamo se indica qualcosa di preciso perché, di fatto, poi, non ce ne sono altri fin sotto alla Punta di Ercavallo. Riprendiamo il sentiero fatto alla mattina ma invece di tornare alla Malga Celentino deviamo verso Malga Palù, raggiunto il lungo lago ci fermiamo sulle sue sponde e ci godiamo un meritato riposo anche se breve purtroppo. Alla fine poi abbiamo avuto sole per tutta la giornata e il temporale come da previsioni è arrivato in serata quando ormai eravamo a casa al sicuro!
Dati GPS:
Dislivello salita 1770
Km 24,97
Per oggi le previsioni non sono un granché ma i temporali sono stati relegati al pomeriggio/sera per cui pensavamo di fare un giro nelle Maddalene, non troppo alte e dove poter allungare o abbreviare il giro a nostro piacimento. Di notte invece zac! Si accende la lampadina, rifugio Bozzi e poi Punta di Ercavallo o alla meno peggio almeno i laghi. Detto fatto…
La mattina in Val di Non e Sole il cielo non dà molte speranze ma andando verso la Val di Pejo sembra ci sia più luce e, di fatto, al posteggio al Fontanino è quasi sereno. Saliamo alla Malga Celentino e prendiamo il sentiero panoramico sopra il Lago Palù in direzione Forcella di Montozzo. Mentre saliamo, poiché il tempo sembra buono propongo a Marco di salire alla Punta di Ercavallo da questo lato, anni fa avevamo fatto il contrario, dalla Valcamonica c’erano ometti e vaghi bolli rossi dal lato Trentino nulla ma sapevamo, da una relazione, che si poteva scendere puntando ad un laghetto e tornare così al rifugio Bozzi. Proposta accettata, facendo così saremmo arrivati per pranzo o giù di lì al rifugio. Peccato che la memoria questa volta mi abbia ingannato o meglio mi sono fatta ingannare. Arriviamo ad un laghetto, so che non è quello giusto ma forse ricordo male, vediamo a dx una cima che sembra la nostra, per cui il lago potrebbe essere quello giusto, il problema è che l’unico punto dove saremmo potuti scendere mi sembra troppo lontano da quella che riteniamo essere la cima, boh forse ricordo male, il tratto di cresta fatto era più lungo di quello che ricordo, del resto se quella è la cima, se appunto, l’unico punto dove sembra possibile scendere è quello, per cui saliamo. Arriviamo ad un cucuzzolo che scopriamo essere la Punta di Montozzo ma ahimè di qua non si scende, o almeno noi di qua non scendiamo di certo, sotto di noi due camosci ci guardano incuriositi. Per cui mogi mogi torniamo sui nostri passi, questa volta ho fatto un po’ di confusione con i ricordi! Arriviamo alla Forcella di Montozzo, io ormai rassegnata ad aver perso la cima, soprattutto quando vedo che sulla Val Grande c’è un bel nero che promette poco. Vaghiamo sopra il rifugio osservando i resti del villaggio militare e poi lo raggiungiamo. Entriamo tanto per chiedere quanto ci vorrebbe per andare in punta, io sempre poco convinta, abbiamo anche poco tempo oggi, in teoria dovremmo andare a salutare vari amici che sanno che siamo in valle ma da cui non siamo ancora passati, però ci conoscono e sanno che siamo degli zingari! Il simpatico gestore dopo averci chiesto che tipo di camminatori siamo e avendo ricevuto in risposta che siamo buoni camminatori ma assolutamente non corridori, fa due conti e afferma che ci vogliono circa 50 minuti al bivio e 1,30 h per la cima, circa 2,30 h. Accidenti pensavo meno, però se scendiamo direttamente in Trentino dovremmo guadagnare molto andando a prendere il sentiero che sale alla Forcella molto più in basso, tanto sul lato Trentino sono tutti prati per cui una volta individuato il sentiero per la Forcella non ci sono problemi per raggiungerlo. Facciamo due conti, a me andrebbe bene anche fermarmi, Marco mi fa notare che se scendiamo subito alle 14,00 siamo alla macchina e l’ultimo giorno di ferie non merita questo. Quindi andiamo. Non fidandoci dei 50 minuti stimati dal bresciano cerchiamo di allungare il passo, tanto qui è in piano, di fatto al bivio ci arriviamo in 50 minuti precisi per cui altro che 1,30 per la cima pensiamo, mai fidarsi di bresciani e bergamaschi! Invece o abbiamo capito male o non so ma anche se saliamo ora più tranquillamente, qui si trovano ancora resti ben evidenti di un villaggio militare e quindi perdiamo tempo a scattare foto e ad osservare meglio la zona, in cima ci arriviamo ben prima dell’ora e mezza stimata. Purtroppo anche se siamo ora in anticipo e dalla cima vediamo chiaramente che scendendo come avevamo pensato abbrevieremo molto il percorso del ritorno, il tempo sembra sempre peggiorare sopra la Val Grande, il Corno Tre Signori è sparito in nubi belle nere. Scendiamo, e ricordavo bene, velocemente alla sella erbosa sotto la cima e qui, sorpresa, ora troviamo una traccia indicata con grossi ometti, cosa che anni fa non c’era, del resto ora anche la salita alla Punta di Ercavallo è tutta bollata con segnavia CAI che io non ricordavo. Si scende ripidamente nella conca sottostante, probabilmente la traccia e gli ometti portano verso il lago a destra tornando alla sella di Montozzo come avevamo fatto anni fa, noi invece proseguiamo diritti verso il centro della valle, costeggiamo due laghi e cercando di spostarci sempre più a sx raggiungiamo il sentierone che sale alla Forcella di Montozzo, combinazione arriviamo nei pressi di un grosso ometto, non sappiamo se indica qualcosa di preciso perché, di fatto, poi, non ce ne sono altri fin sotto alla Punta di Ercavallo. Riprendiamo il sentiero fatto alla mattina ma invece di tornare alla Malga Celentino deviamo verso Malga Palù, raggiunto il lungo lago ci fermiamo sulle sue sponde e ci godiamo un meritato riposo anche se breve purtroppo. Alla fine poi abbiamo avuto sole per tutta la giornata e il temporale come da previsioni è arrivato in serata quando ormai eravamo a casa al sicuro!
Dati GPS:
Dislivello salita 1770
Km 24,97
Tourengänger:
cristina

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