Pizzo Rotondo (3192 m) via Poncione di Ruino (2965 m)


Publiziert von tapio , 26. August 2011 um 08:02.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:22 August 2011
Hochtouren Schwierigkeit: WS+
Klettern Schwierigkeit: II (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   CH-VS   Gruppo Pizzo Rotondo 
Zeitbedarf: 11:45
Aufstieg: 1850 m
Abstieg: 1850 m
Strecke:Ronco Bedretto (1487 m) - Cassina Nuova di Pesciora (1867 m) - Alpe di Pesciora (1950 m) - Cassina dei Piani (2064 m) - Löite dei Piani - Piode Borel - Poncione di Ruino (2965 m) - Passo di Ruino (2940 m) - cresta SSE del P. Rotondo - Pizzo Rotondo (3192 m) - ritorno per la stessa via fino alle Piode Borel; poi discesa diretta fino all'Alpe di Pesciora e da lì a Ronco Bedretto su sentiero
Zufahrt zum Ausgangspunkt:N 2 uscita Airolo, percorrere la strada della Val Bedretto fino alla deviazione per Ronco. Qui deviare a destra e cercare un parcheggio disponibile.
Kartennummer:CNS 265 T - Nufenenpass

Una fatica così, soprattutto mentale, non l’avevo mai fatta. Ore e ore, tra andata e ritorno, di cresta integrale, più l’ultimo tratto del canale franoso che porta al Passo, più la lunga pietraia infinita fatta al ritorno, più l’inutile andirivieni sui sentieri dell’andata e il conseguente “ampio giro” prima su prati e poi su pietre per raggiungere il passo: ad un certo punto mi si è addirittura insinuato il sospetto di essere salito in cresta prima della cima del Poncione di Ruino (*leggere l'integrazione qui di seguito), e di aver quindi superato anche questo da SE, prima di giungere al Passo. Lo so, il Brenna è il Brenna, ma com’è possibile dare 40 minuti dal Passo di Ruino alla cima del Rotondo mentre io ho impiegato due ore e mezza all’andata e due ore al ritorno? La spiegazione è semplice: se invece di salire direttamente al Passo di Ruino (come dice il Brenna) si arriva in cresta dalla parte opposta rispetto alla cima e si deve superare anche il Poncione di Ruino prima di arrivare al Passo di Ruino, ecco che si giustificano i tempi biblici da me impiegati. Ma adesso che la fatica si è smaterializzata, posso dire di essere contento di aver fatto questa via.

* INTEGRAZIONE del 19/12/2011:

 

dopo un'attenta ri-valutazione della salita, del tempo impiegato, di questa foto (è uno dei tanti esempi possibili che ben evidenzia la struttura della montagna), concludo che il canale di salita che mi ha portato in cresta era quello a sinistra (avendo alle spalle il Pizzo Pesciora) rispetto al Poncione di Ruino. Quindi, la "prima imponente cima" di cui parlo qui di seguito non è altro che il Poncione di Ruino stesso. La cresta integrale che ha richiesto due ore e mezza (anzichè i quaranta minuti previsti dal Brenna) per arrivare al Rotondo è dunque cominciata, nel mio caso, con l'ascesa alla sella a quota 2760, con la successiva ascensione al Poncione di Ruino (il tratto dove ho trovato le maggiori difficoltà), con la successiva breve discesa al Passo di Ruino, per finire poi sulla vetta del Pizzo Rotondo. Tutto scorre... e ora anche... tutto torna!

 

Ripresa della narrazione riveduta e corretta: dunque, parto presto da Ronco Bedretto e mi inerpico sul sentiero che sale verso l’Alpe di Pesciora. In prossimità della Cassina Nuova di Pesciora, e anche poco sopra, il sentiero spiana e fa un po’ di andirivieni. Mi dirigo verso Pesciora e poco prima dell’incrocio con il sentiero che sale da Bedretto, e che poi prosegue verso Cassina dei Sterli, salgo su di un sentierino non segnalato: anch’esso fa un po’ di andirivieni e conduce verso le Löite dei Piani. Già più di due ore se ne sono andate e ho fatto solo 600 metri di dislivello: urge recuperare il terreno perduto! Abbandono ogni sentiero e salgo tra prati e cascate verso le Piode Borel: lungo traverso in diagonale verso ovest, e poi mi dirigo verso il Ghiacciaio di Pesciora, quasi completamente sommerso dai blocchi di pietra franati da tutte le vette soprastanti (le varie cime minori del Pizzo Rotondo). La salita sul ghiacciaio, almeno all’inizio, non è difficile. È solo nella parte finale del canalino, quando ormai il ghiaccio è scomparso del tutto, che il terreno si fa via via più franoso. In un modo o nell’altro arrivo in cresta presso la sella quotata 2760 m. Giusto per perdere ancora un po’ di tempo faccio una breve esplorazione all’indietro, in direzione della cima 2789 del P. di Ruino, ma ritorno presto sui miei passi, visto che il Rotondo mi aspetta. La cresta è composta da una prima imponente cima (che altro non è che la vetta del Poncione di Ruino), seguita da vari altri saliscendi, prima dell’attacco alla torre che precede la torre di vetta del Pizzo Rotondo. Talvolta si evitano dei blocchi a destra o a sinistra, e proprio in una di queste manovre su terreno franoso rischio una pericolosa scivolata, ma me la cavo grazie alle mani ben abbrancate alla solida roccia (al ritorno evito questo rischioso passaggio grazie ad una discesa in un camino praticamente verticale ma con sufficienti appigli). La cresta è infinita, oltrepasso senza saperlo la vetta del Poncione di Ruino (un misero ometto non ne svela l’identità). Continuo con brevissima discesa e giunto su quella che da lontano sembrerebbe la cima, riconosco davanti a me l’evidente torre su cui c’è la vetta. A est e a sud la roccia è verticale, per cui mi dirigo dalla parte opposta e passando più o meno a NO, in breve (qui sì, finalmente!) sono in cima al Pizzo Rotondo (3192 m).

Dalla sella 2760 che precede il Poncione di Ruino non avevo più guardato l’orario, essendo in ben altre faccende affaccendato; comunque mi accorgo che sono passate 7 ore dalla partenza (di cui, come detto, 2 e mezza sulla cresta dalla sella alla cima). Mi rifocillo molto in fretta, restando estasiato dal panorama e da tutti i ghiacciai attorno, e riparto.

La cresta è sempre arcigna, ma forse l’esperienza dell’andata mi alleggerisce alcuni passaggi. In prossimità della sella 2760 sento delle voci lontane: sono due alpinisti che stanno affrontando l’Obelisco, nei pressi della Torre di Ruino.

Dalla sella 2760 scendo facendo sempre estrema attenzione (specialmente in cima al canalone il terreno è molto franoso); dalla base del ghiacciaio rimonto il terrapieno che ho davanti e poi, differentemente dall’andata, scendo per direttissima le Piode Borel in direzione dell’Alpe di Pesciora, valicando il fiume (che porta l’acqua di fusione del ghiacciaio) solo molto in basso, verso la quota 2023 del Ganone. Per aiutarsi nella direzione basta puntare al muraglione (2010-2040 m) poco sopra il sentiero ufficiale. Finita l’interminabile ganna, continuo la discesa direttamente tra ginepri, rododendri e mirtilli e così raggiungo il cartello giallo all’Alpe di Pesciora. Dopo aver ripulito gli scarponi dai detriti minerali e vegetali, riprendo il sentiero del mattino che in mezz’ora mi riporta a Ronco.

Il Rotondo (così come il Ruino!!!) mi ha fatto sudare (4 magliette e alcuni litri di sudore), ma, come dice il Brenna, è davvero “una montagna di classe”! La sua cresta SSE la ricorderò a lungo, molto a lungo.


Tourengänger: tapio


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Kommentare (14)


Kommentar hinzufügen

rochi hat gesagt: brenna
Gesendet am 26. August 2011 um 18:32
Ciao e complimenti per l'impresa. Da un po' leggo di questo sig. Brenna, ne so poco e sono piuttosto curioso. Ci sono delle pubblicazioni? Potresti fornirmi le coordinate? E soprattutto, si trovano anche in Italia o solo nel Ticino?
Grazie in anticipo, ciao e buona montagna!

tapio hat gesagt: RE:brenna
Gesendet am 26. August 2011 um 19:05
La "Guida delle Alpi Ticinesi" di Giuseppe Brenna (edita dal CAS, Club Alpino Svizzero) è la Bibbia per chi vuole fare delle escursioni in Ticino. C'è tutto (ma proprio tutto)! Si divide in 3 volumi:
1 - Dal Gridone al Passo del San Gottardo (zona ovest)
2 - Dal Cristallina al Sassariente (zona centrale)
3 - Dal Passo del San Gottardo al Pizzo di Claro (zona est)
In Ticino è reperibile ovunque, in Italia non so, ma penso che sia sufficiente ordinarla in una buona libreria.
C'è poi "la summa" (solo le cime di maggior peso, che però include anche cime importanti fuori dal Ticino, come ad esempio il Monte Rosa etc), sempre del Sig. Brenna, intitolata "Grandi cime per i nostri giorni" e si divide in 2 volumi, "Dal Monte Generoso al Passo del San Gottardo" e "Dal Passo del San Gottardo al Monte Cervino".
Ti ringrazio per i complimenti e buona montagna anche a te, ciao, Fabio

stellino hat gesagt:
Gesendet am 26. August 2011 um 19:38
Ciao e complimenti per il Rotondo! Mi manca ancora...
Esiste anche un quarto volume del Brenna, dedicato al Sottoceneri. Un pò più sbrigativo rispetto agli altri 3 volumi, forse solo in tedesco!

Si possono trovare su www.sac-cas.ch

Saluti a tutti

Pippo76 hat gesagt:
Gesendet am 26. August 2011 um 19:57
Davvero una "signora" escursione su una montagna bellissima. Io ci ero salito a inizio estate, quando i nevai rendono la salita e la discesa meno penosa. A distanza di qualche anno ricordo ancora di essere tornato a casa stravolto! I miei complimenti.

Hai citato i libri "Grandi cime per i nostri giorni". Se mi permetti un commento: due libri meravigliosi!

Il quarto volume di cui parla stellino (ciao stellino) è la "Guida alle Prealpi ticinesi 5", di Maurice Brandt e Giuseppe Brenna
Esiste anche il volume "Guida alle Alpi mesolcinesi 4", sempre di Giuseppe Brenna. Tutti e 5 i volumi sono editi anche in italiano.

Saluti a tutti e ancora complimenti a Fabio.
Giancarlo

tapio hat gesagt: RE:
Gesendet am 26. August 2011 um 20:57
Ringrazio stellino e Giancarlo per le precisazioni e le integrazioni (concordo: i 2 vol. "Grandi Cime..." sono meravigliosi!) e anche per i complimenti. In effetti le cime raggiunte con più fatica sono quelle che si imprimono maggiormente nella memoria.
Saluti a tutti e auguri a rochi per il reperimento dei sacri testi.
Ciao, Fabio

rochi hat gesagt: RE:
Gesendet am 27. August 2011 um 08:27
Grazie a tutti. Comincia da ora la ricerca!

patripoli hat gesagt:
Gesendet am 26. August 2011 um 20:42
Accidenti, che salitona.....
Mi associo ai complimenti!

Ciao.
Patrizia

tapio hat gesagt: RE:
Gesendet am 26. August 2011 um 21:07
Magari (come dice Pippo76) con un po' più di neve e un po' meno sassi sarebbe stata più leggera, comunque... va bene così! Grazie per i complimenti, ciao, Fabio

ivanbutti hat gesagt:
Gesendet am 26. August 2011 um 21:05
Un solo commento : bravissimo.

tapio hat gesagt: RE:
Gesendet am 26. August 2011 um 21:25
Una risposta altrettanto concisa: grazie Ivan, sei molto gentile!

paoloski hat gesagt:
Gesendet am 26. August 2011 um 21:19
Ciao Fabio,
complimenti per la salita, comunque concordo con quanto ha detto Pippo76: con un po' di neve si fa senz'altro meno fatica. Io aggiungerei che con molta neve e ben assestata è ancora meglio: il Rotondo è una signora scialpinistica e secondo me è così che è meglio salirlo!
Ciao, Paolo

tapio hat gesagt: RE:
Gesendet am 26. August 2011 um 21:35
Ciao Paolo, ti ringrazio per i complimenti! Devo dire che per come l'ho visto adesso, il Rotondo, mi viene difficile pensarlo come meta scialpinistica (anche se poi con la neve e l'inverno cambia tutto...). Non nascondo che tra gli obiettivi dell'escursione c'era anche quello di visionare la zona per capire se fosse alla mia portata venirci con le pelli: la vetta senz'altro no, ma forse i bei pendii delle Piode Borel... Da rivedere con la neve!
Grazie e ciao,
Fabio

beppe hat gesagt: Grande escursione
Gesendet am 28. August 2011 um 07:36
Veramente bravo ciao Beppe

tapio hat gesagt: RE:Grande escursione
Gesendet am 28. August 2011 um 20:33
Grazie Beppe, molto gentile!
Ciao, Fabio


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