Anello della Piana di Castelluccio da Norcia e salita al Monte Vettore - Parco dei Monti Sibillini
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Sono anni che Mauro desidera visitare la Piana di Castelluccio, in Umbria, famosa sia per le numerose opportunità che offre a chi si dedica alla pratica sportiva, che per l'imponente fenomeno di fioritura che colora l'altopiano, soprattutto nei mesi di giugno e luglio.
Mi propone di percorrere l'anello della Piana in mountain-bike e di salire a piedi il Monte Vettore.
Io non ho molta esperienza di mountain-bike, ma l'occasione che mi si presenta è ghiotta: vedere un posto nuovo a cavallo di una bicicletta!
Ovviamente accetto, anche se ancora non so la fatica che mi aspetta......
Il viaggio in auto è lungo e noioso; impieghiamo quasi una giornata per arrivare a destinazione, ma il posto è davvero notevole!
Il Rifugio Perugia, dove alloggiamo, si trova in una posizione isolata nei pressi di un valico da cui si gode una vista fantastica sull'Altopiano, alla cui estremità sorge, proprio in cima ad un colle, il paese di Castelluccio.
E la Piana altro non è che una vasta distesa di terreni coltivati, privi di costruzioni o recinti e interrotti solo dalla strada asfaltata che porta al paese.
Non riusciamo però a distinguere i colori da tutti decantati: è il verde a farla da padrone, in tutte le sue tonalità!
Il giorno dopo partiamo di buon mattino in sella ai nostri destrieri, imboccando una sterrata che, in leggera discesa, ci porta fino al Pian Piccolo, una zona che subito m'incanta tanto sembra remota e selvaggia.
Nessun mezzo motorizzato si spinge fin qua, dove finalmente posso ammirare l'esplosione dei colori delle fioriture: il verde dei campi si colora di mille sfumature che vanno dal rosso dei papaveri al blu dei fiordalisi.
Procediamo in piano per un lungo tratto, fino a raggiungere il Pian Grande, dove facciamo diverse soste per cercare di catturare da angolazioni diverse questi scenari a cui, è banale dirlo, forse solo la mano esperta di un fotografo riesce a rendere giustizia.
L'abitato di Castelluccio non è lontano, ma una ripida salita su sterrato, ai limiti della pedalabilità, mette a dura prova le mie forze. Devo scendere dalla sella e portare la bici a mano arrivando affannata nella piazza principale del paese dove, per mia fortuna, ci fermiamo per il pranzo.
Castelluccio deve la sua bellezza alla posizione in cui si trova ed è molto più suggestivo visto da lontano che da vicino. In estate appare come un luogo animato, punto di sosta per molti turisti che visitano il Parco, ma in inverno (così almeno ci hanno detto) è un luogo desolato, abitato solo da 13 persone.
Il resto del nostro percorso si sviluppa lungo tratturi o sentieri in un continuo saliscendi, scollinando da un versante all'altro o percorrendo le creste. Devo scendere spesso dalla bici perchè il tracciato è sconnesso oltre che ripido e io ho paura di cadere.
Ogni sosta però è una buona scusa per ammirare il panorama.....
Arriviamo al Rifugio che sono le 16:30, giusto il tempo per una doccia e una breve siesta sulle sdraio ben sistemate nel giardino, in compagnia dei cavalli che a quest'ora pascolano nei dintorni e poi la cena, che ci offre l'occasione di assaggiare la specialità del luogo: un'ottima zuppa di lenticchie!
La salita al Vettore, il monte più alto dei Sibillini, non è che una passeggiata rispetto alla fatica del giorno prima!
Partiamo da Forca di Presta, seguendo un sentiero ben segnato, che non molla mai, e in poco più di due ore, percorrendo 900 metri di dislivello, siamo in cima, a fare i conti con il vento, che non ci dà tregua, scaraventandoci di qua e di là.
Il ritorno a casa è un lungo nastro d'asfalto, su cui sfrecciano ininterrottamente automobili e camion.
E' venerdì e già pregusto i due giorni di week-end che, una volta tanto, trascorrerò a casa a riposare.....
Mi propone di percorrere l'anello della Piana in mountain-bike e di salire a piedi il Monte Vettore.
Io non ho molta esperienza di mountain-bike, ma l'occasione che mi si presenta è ghiotta: vedere un posto nuovo a cavallo di una bicicletta!
Ovviamente accetto, anche se ancora non so la fatica che mi aspetta......
Il viaggio in auto è lungo e noioso; impieghiamo quasi una giornata per arrivare a destinazione, ma il posto è davvero notevole!
Il Rifugio Perugia, dove alloggiamo, si trova in una posizione isolata nei pressi di un valico da cui si gode una vista fantastica sull'Altopiano, alla cui estremità sorge, proprio in cima ad un colle, il paese di Castelluccio.
E la Piana altro non è che una vasta distesa di terreni coltivati, privi di costruzioni o recinti e interrotti solo dalla strada asfaltata che porta al paese.
Non riusciamo però a distinguere i colori da tutti decantati: è il verde a farla da padrone, in tutte le sue tonalità!
Il giorno dopo partiamo di buon mattino in sella ai nostri destrieri, imboccando una sterrata che, in leggera discesa, ci porta fino al Pian Piccolo, una zona che subito m'incanta tanto sembra remota e selvaggia.
Nessun mezzo motorizzato si spinge fin qua, dove finalmente posso ammirare l'esplosione dei colori delle fioriture: il verde dei campi si colora di mille sfumature che vanno dal rosso dei papaveri al blu dei fiordalisi.
Procediamo in piano per un lungo tratto, fino a raggiungere il Pian Grande, dove facciamo diverse soste per cercare di catturare da angolazioni diverse questi scenari a cui, è banale dirlo, forse solo la mano esperta di un fotografo riesce a rendere giustizia.
L'abitato di Castelluccio non è lontano, ma una ripida salita su sterrato, ai limiti della pedalabilità, mette a dura prova le mie forze. Devo scendere dalla sella e portare la bici a mano arrivando affannata nella piazza principale del paese dove, per mia fortuna, ci fermiamo per il pranzo.
Castelluccio deve la sua bellezza alla posizione in cui si trova ed è molto più suggestivo visto da lontano che da vicino. In estate appare come un luogo animato, punto di sosta per molti turisti che visitano il Parco, ma in inverno (così almeno ci hanno detto) è un luogo desolato, abitato solo da 13 persone.
Il resto del nostro percorso si sviluppa lungo tratturi o sentieri in un continuo saliscendi, scollinando da un versante all'altro o percorrendo le creste. Devo scendere spesso dalla bici perchè il tracciato è sconnesso oltre che ripido e io ho paura di cadere.
Ogni sosta però è una buona scusa per ammirare il panorama.....
Arriviamo al Rifugio che sono le 16:30, giusto il tempo per una doccia e una breve siesta sulle sdraio ben sistemate nel giardino, in compagnia dei cavalli che a quest'ora pascolano nei dintorni e poi la cena, che ci offre l'occasione di assaggiare la specialità del luogo: un'ottima zuppa di lenticchie!
La salita al Vettore, il monte più alto dei Sibillini, non è che una passeggiata rispetto alla fatica del giorno prima!
Partiamo da Forca di Presta, seguendo un sentiero ben segnato, che non molla mai, e in poco più di due ore, percorrendo 900 metri di dislivello, siamo in cima, a fare i conti con il vento, che non ci dà tregua, scaraventandoci di qua e di là.
Il ritorno a casa è un lungo nastro d'asfalto, su cui sfrecciano ininterrottamente automobili e camion.
E' venerdì e già pregusto i due giorni di week-end che, una volta tanto, trascorrerò a casa a riposare.....
Tourengänger:
patripoli

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