Monte Faiè da Bracchio di Mergozzo
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Come si sa anche le previsioni svizzere a volte possono sbagliare, il vento previsto per domenica pomeriggio, è arrivato in deciso anticipo in nottata tra sabato e domenica.
Quindi presumendo condizioni proibitive in alta quota, decidiamo di abbassarci a quote più modeste, la scelta cade sul Monte Faiè sopra il lago di Mergozzo.
Arriviamo a Bracchio alle ore 10:00, non vedendo indicazioni prendiamo un invitante viottolo in salita che ci porta a casa di una signora che ci guarda con stupore, con indifferenza salutiamo e facciamo dietro front… decidiamo quindi di chiedere ad un anziano indigeno, che con sorriso ironico ci indica un semi invisibile segno di vernice posto a terra aggiungendo di andare alla chiesa poi proseguendo a sx avremmo trovato la salita.
Giunti alle indicazioni optiamo per l’ascesa maggiore, passando da Vercio, che raggiungiamo dopo un oretta grazie ad un’ottima mulattiera selciata nel bosco di castagni.
L’eremo di Vercio è curatissimo un autentico luogo di meditazione e tranquillità, ammiriamo delle fioriture di azalee, non vediamo l’ora di distenderci nel prato, ma prima dobbiamo sbrigare la pratica della cima.
Dietro una grossa vasca di raccolta dell’acqua, pensiamo di avere trovato il sentiero che si addentra di nuovo nel bosco, seguendo un tubo di gomma, ma ben presto capiamo di aver sbagliato (oggi non è giornata…) indicazioni nemmeno l’ombra, decido di consultare il gps, che mi fornisce la retta via, che si trova più a dx.
Il sentiero sale deciso nella bassa vegetazione, poi con uno spostamento a sx attraversiamo un punto roccioso leggermente esposto ma su ottima traccia, aggiriamo un costone e affrontiamo il ripido
tratto di sentiero che conduce in cresta.
Sulla dorsale ci da il benvenuti un forte e gelido vento, nel breve tratto in ombra di faggeta ho la tentazione di calzare i guanti ma desisto, meglio spostarsi sull’aperto versante a mezzogiorno con temperature più umane.
In breve tempo siamo sulla cima dove abbiamo la fortuna di goderci un panorama mozzafiato.
Scattiamo le foto di rito e scendiamo in picchiata dal sentiero di salita all’eremo a gustarci il meritato panino.
Bella escursione!
Dati gps: Sviluppo planimetrico12 Km.
Dislivello 1050 m.
Quindi presumendo condizioni proibitive in alta quota, decidiamo di abbassarci a quote più modeste, la scelta cade sul Monte Faiè sopra il lago di Mergozzo.
Arriviamo a Bracchio alle ore 10:00, non vedendo indicazioni prendiamo un invitante viottolo in salita che ci porta a casa di una signora che ci guarda con stupore, con indifferenza salutiamo e facciamo dietro front… decidiamo quindi di chiedere ad un anziano indigeno, che con sorriso ironico ci indica un semi invisibile segno di vernice posto a terra aggiungendo di andare alla chiesa poi proseguendo a sx avremmo trovato la salita.
Giunti alle indicazioni optiamo per l’ascesa maggiore, passando da Vercio, che raggiungiamo dopo un oretta grazie ad un’ottima mulattiera selciata nel bosco di castagni.
L’eremo di Vercio è curatissimo un autentico luogo di meditazione e tranquillità, ammiriamo delle fioriture di azalee, non vediamo l’ora di distenderci nel prato, ma prima dobbiamo sbrigare la pratica della cima.
Dietro una grossa vasca di raccolta dell’acqua, pensiamo di avere trovato il sentiero che si addentra di nuovo nel bosco, seguendo un tubo di gomma, ma ben presto capiamo di aver sbagliato (oggi non è giornata…) indicazioni nemmeno l’ombra, decido di consultare il gps, che mi fornisce la retta via, che si trova più a dx.
Il sentiero sale deciso nella bassa vegetazione, poi con uno spostamento a sx attraversiamo un punto roccioso leggermente esposto ma su ottima traccia, aggiriamo un costone e affrontiamo il ripido
tratto di sentiero che conduce in cresta.
Sulla dorsale ci da il benvenuti un forte e gelido vento, nel breve tratto in ombra di faggeta ho la tentazione di calzare i guanti ma desisto, meglio spostarsi sull’aperto versante a mezzogiorno con temperature più umane.
In breve tempo siamo sulla cima dove abbiamo la fortuna di goderci un panorama mozzafiato.
Scattiamo le foto di rito e scendiamo in picchiata dal sentiero di salita all’eremo a gustarci il meritato panino.
Bella escursione!
Dati gps: Sviluppo planimetrico12 Km.
Dislivello 1050 m.
Tourengänger:
adrimiglio

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