Monte Palanzone m1436, grazie LUNA per lo spettacolo offerto
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Dopo parecchi mesi torno a fare una notturna, e quale migliore occasione di una giornata tersa con luna piena, neve fresca e una bella compagnia che non guasta mai.
Dopo diversi tentativi riesco ad organizzarmi con Willi ( mio istruttore di nuoto ) che porta con se il collega Giovanni accompagnato dalla moglie Milena, ci ritroviamo ad Erba con Cristina, Marco e Luca e dopo essere saliti in auto all’Alpe del Vicerè ci incamminiamo avendo come meta il Monte Palanzone m.1436. Da subito capiamo che la frontale sarà un peso inutile da portarci appresso ma come buona norma non ce ne priviamo, saliamo dal percorso tradizionale passando dalla Capanna Mara e leggermente in ritardo sul previsto giungiamo al rifugio Riella dove ci aspetta un bel piatto di polenta e brasato o per chi lo gradisce pulenta uncia. Alle 10.40 siamo pronti per salire in vetta ma pochi passi e sorpresa………, la traccia scompare, è tutta da battere fino in cima e allora forza ragazzi che il brasato in vetta sarà del tutto bruciato. Io, Luca e Cristina ci ciaspoliamo mentre gli altri proseguono con gli scarponi; subito dopo la sorgente incontriamo una valanga con un fronte di una trentina di metri ( avvistate altre valanghe sia prima che dopo il rifugio su tutto il versante sud-ovest ), giunti al Cippo Marelli lo spettacolo è davvero notevole con vista sulla dorsale del San Primo, sulle Grigne e sulle cime dell’alta Valsassina dove svetta il Legnone; la cresta verso la cima è ricoperta da 50 cm. di neve immacolata , illuminata a giorno da una splendida luna piena.
Poco prima di mezzanotte siamo in cima e la vista verso le luci della Brianza è mozzafiato, foto di rito e giù dal versante opposto con una discesa goduriosa in neve fresca che in circa dieci minuti ci riconduce alla bocchetta di Palanzo dove riprendiamo a ritroso il percorso d’andata. Poco dopo la una siamo di ritorno alle vetture, rientro doccia e finalmente a nanna ( sono ormai passate le 2 ma ne è valsa proprio la pena ).
Vorrei spendere 2 parole su Giovanni che nel suo palmares vanta le salite sul Cervino e sul Monte Bianco ma suo malgrado si è dimostrata una persona molto umile capace di integrarsi benissimo con la nostra compagnia coinvolgendoci nei racconti delle sue imprese più belle, credo che in tanti abbiano da imparare molto da questa persona.
Dopo diversi tentativi riesco ad organizzarmi con Willi ( mio istruttore di nuoto ) che porta con se il collega Giovanni accompagnato dalla moglie Milena, ci ritroviamo ad Erba con Cristina, Marco e Luca e dopo essere saliti in auto all’Alpe del Vicerè ci incamminiamo avendo come meta il Monte Palanzone m.1436. Da subito capiamo che la frontale sarà un peso inutile da portarci appresso ma come buona norma non ce ne priviamo, saliamo dal percorso tradizionale passando dalla Capanna Mara e leggermente in ritardo sul previsto giungiamo al rifugio Riella dove ci aspetta un bel piatto di polenta e brasato o per chi lo gradisce pulenta uncia. Alle 10.40 siamo pronti per salire in vetta ma pochi passi e sorpresa………, la traccia scompare, è tutta da battere fino in cima e allora forza ragazzi che il brasato in vetta sarà del tutto bruciato. Io, Luca e Cristina ci ciaspoliamo mentre gli altri proseguono con gli scarponi; subito dopo la sorgente incontriamo una valanga con un fronte di una trentina di metri ( avvistate altre valanghe sia prima che dopo il rifugio su tutto il versante sud-ovest ), giunti al Cippo Marelli lo spettacolo è davvero notevole con vista sulla dorsale del San Primo, sulle Grigne e sulle cime dell’alta Valsassina dove svetta il Legnone; la cresta verso la cima è ricoperta da 50 cm. di neve immacolata , illuminata a giorno da una splendida luna piena.
Poco prima di mezzanotte siamo in cima e la vista verso le luci della Brianza è mozzafiato, foto di rito e giù dal versante opposto con una discesa goduriosa in neve fresca che in circa dieci minuti ci riconduce alla bocchetta di Palanzo dove riprendiamo a ritroso il percorso d’andata. Poco dopo la una siamo di ritorno alle vetture, rientro doccia e finalmente a nanna ( sono ormai passate le 2 ma ne è valsa proprio la pena ).
Vorrei spendere 2 parole su Giovanni che nel suo palmares vanta le salite sul Cervino e sul Monte Bianco ma suo malgrado si è dimostrata una persona molto umile capace di integrarsi benissimo con la nostra compagnia coinvolgendoci nei racconti delle sue imprese più belle, credo che in tanti abbiano da imparare molto da questa persona.
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