Ortstock
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Io e Roberto dobbiamo andare a provare la gita all'Ortstock, di cui saremo capigita, e che si farà il prossimo settembre. Quando andare? Bè ai primi di novembre, è chiaro: da metà novembre a fine giugno si fa scialpinismo! Il rifugio chiaramente sarà incustodito e non ci sarà in giro nessuno ma tant'è: anche questo ha il suo fascino.
Alle 13 siamo a Sali, il parcheggio della funivia è deserto, si vede che non è ancora stagione per lo scialpinismo: normalmente qui ci sono centinaia di auto! Cominciamo a salire seguendo le indicazioni per la Glattalp, presto la stradina si trasforma in un largo sentiero caratterizzato da gradoni micidiali per la loro altezza: qui l'altezza media dev'essere di circa due metri! Per fortuna ci sono alcune possibilità per tagliare i tornanti, dopo un primo ripido pendio giungiamo in una zona più dolce detta Laecki ed alle spettacolari placche calcaree di In den Chruempfen, in breve siamo alla croce di quota 1854 metri, ne facciamo un'altra quarantina e siamo alla terrazza del rifugio. Come previsto è chiuso, siamo gli unici esseri umani in zona a quanto pare. Dentro fa più freddo che fuori, accendiamo la stufa e poco dopo possiamo finalmente rilassarci. Un'ora dopo circa arriva qualcuno: è il custode della Glattalphuette accompagnato dal suo cane, passeranno la notte al rifugio, sia io che Roberto un po' di tedesco lo mastichiamo ma decisamente il tipo non è di molte parole, fortuna che il cane è simpatico!
Il giorno dopo la giornata è splendida come la precedente, non una nuvola e un freddo decisamente pungente. Dopo un the partiamo, scendiamo verso il lago e passiamo di fianco ad un alberghetto di montagna, poco dopo il sentiero si biforca per contornare il lago a nord o a sud, sembrano equivalenti e decidiamo per la sponda nord che è meno in ombra. All'estremità del lago i sentieri si riuniscono ed inizia la salita che porta alla Furggele, la neve è abbondante ma non servono i ramponi, dalla sella giriamo a destra, in direzione sud est, e risaliamo le pendici dell'Ortstock fino alla base della bastionata che difende l'edificio sommitale, una catena rivestita di plastica facilita la salita, in breve e senza difficoltà percorriamo gli ultimi metri che ci separano dalla cima dove c'è una grossa croce ed il libro di vetta. Il panorama è grandioso: impressionante la vista sulla vicina Hoch Turm e sulla sottostante strada del Klausenpass. Scendiamo per la stessa via di salita, sotto la Furggele incontriamo un gruppo di persone: sono degli allevatori del luogo che, ci spiegano, sono alla ricerca di un gruppo di pecore bloccate dalla neve, non ripassiamo dal rifugio e, dalla croce, seguiamo un sentiero che ci permette di evitare almeno una parte dei micidiali gradoni. Al parcheggio ci raggiungono i locali con le loro pecore ritrovate.
Una gran gita, la neve ha dato sapore al tutto e l'aria tersa ha fatto si che il panorama fosse spettacolare, non so come può essere in estate perchè il settembre successicvo ero impegnato ed al mio posto è andato Fabiano.
Alle 13 siamo a Sali, il parcheggio della funivia è deserto, si vede che non è ancora stagione per lo scialpinismo: normalmente qui ci sono centinaia di auto! Cominciamo a salire seguendo le indicazioni per la Glattalp, presto la stradina si trasforma in un largo sentiero caratterizzato da gradoni micidiali per la loro altezza: qui l'altezza media dev'essere di circa due metri! Per fortuna ci sono alcune possibilità per tagliare i tornanti, dopo un primo ripido pendio giungiamo in una zona più dolce detta Laecki ed alle spettacolari placche calcaree di In den Chruempfen, in breve siamo alla croce di quota 1854 metri, ne facciamo un'altra quarantina e siamo alla terrazza del rifugio. Come previsto è chiuso, siamo gli unici esseri umani in zona a quanto pare. Dentro fa più freddo che fuori, accendiamo la stufa e poco dopo possiamo finalmente rilassarci. Un'ora dopo circa arriva qualcuno: è il custode della Glattalphuette accompagnato dal suo cane, passeranno la notte al rifugio, sia io che Roberto un po' di tedesco lo mastichiamo ma decisamente il tipo non è di molte parole, fortuna che il cane è simpatico!
Il giorno dopo la giornata è splendida come la precedente, non una nuvola e un freddo decisamente pungente. Dopo un the partiamo, scendiamo verso il lago e passiamo di fianco ad un alberghetto di montagna, poco dopo il sentiero si biforca per contornare il lago a nord o a sud, sembrano equivalenti e decidiamo per la sponda nord che è meno in ombra. All'estremità del lago i sentieri si riuniscono ed inizia la salita che porta alla Furggele, la neve è abbondante ma non servono i ramponi, dalla sella giriamo a destra, in direzione sud est, e risaliamo le pendici dell'Ortstock fino alla base della bastionata che difende l'edificio sommitale, una catena rivestita di plastica facilita la salita, in breve e senza difficoltà percorriamo gli ultimi metri che ci separano dalla cima dove c'è una grossa croce ed il libro di vetta. Il panorama è grandioso: impressionante la vista sulla vicina Hoch Turm e sulla sottostante strada del Klausenpass. Scendiamo per la stessa via di salita, sotto la Furggele incontriamo un gruppo di persone: sono degli allevatori del luogo che, ci spiegano, sono alla ricerca di un gruppo di pecore bloccate dalla neve, non ripassiamo dal rifugio e, dalla croce, seguiamo un sentiero che ci permette di evitare almeno una parte dei micidiali gradoni. Al parcheggio ci raggiungono i locali con le loro pecore ritrovate.
Una gran gita, la neve ha dato sapore al tutto e l'aria tersa ha fatto si che il panorama fosse spettacolare, non so come può essere in estate perchè il settembre successicvo ero impegnato ed al mio posto è andato Fabiano.
Tourengänger:
paoloski

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