Jof di Montasio la Montagna di Kugy
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Ci troviamo ancora una volta sulle bianchissime Alpi Giulie, precisamente nel settore occidentale. La salita intrapresa oggi rappresenta il simbolo dell'alpinismo in questa gran parte di Alpi. Ci troviamo nella terra d'Elezione di Julius Kugy, l'alpinista-poeta-cantore del gesto naturale d'arrampicata. Di famiglia austriaca vissuto sempre nella conservatrice Trieste, egli fu, con le sue abili guide, il protagonista della scoperta della maggiorparte delle salite alle vette di tutte le Alpi Giulie. Un personaggio del quale si e' parlato ed oggi con piacere chiunque da queste parti lo ricorda o semplicemente ne segue le orme in questo intricato mondo di guglie, cenge e dirupi che sono queste particolari montagne.
La salita inizia a partire dai Piani del Montasio, luogo altrimenti conosciuto per la produzione dell'originale formaggio che porta l'omonimo nome. La quota e' di poco superiore ai 1500 metri. Davanti a noi tutta la schiera delle pareti sude del gruppo, mentre alle nostre spalle tutti i versanti nord del grupp del Monta Canin.
Il sentiero che conduce alla via normale attraversa diagonalmente in direzione ovest nord ovest tutti i verdi prati, buona parte utilizzati come pascolo, che lambiscono i ghiaioni sotto le grandi pareti.
In un'ora di rilassante e panoramica camminata ci troviamo a Forca Disteis (2205 mlm). Qui si entra veramente nell'incontaminato mondo di queste montagne, in quanto di colpo ti trovi attorniato da gruppi di stambecchi, i quali ti passano vicino incuranti dell pericolo Uomo. La cosa bella di queste montagne e che buona parte degli animali vive in simbiosi con chi si avventura a queste quote, in questi angoli sperduti. Subito al vista va sull'immenso baratro che si apre sotto di noi verso il settore ovest dell gruppo montuoso. Mentre al di sopra la Torre Disteis si vede bene cha fa da padrona.
Il sentiero da qui ritorna verso est, tagliando alla base le ghiaie che vedono il primo diramarsi del sentiero verso la direzione del Bivacco Suringar. Si intercetta il sentiero per la via normale al Montasio solo presso un masso a meta' delle ghiaie anzidette. Si prosegue ancora qualche minuto per incontrare una spalla rocciosa, sulla quale si nota il tracciato che monta tra mughi e salti di roccia.
E qui comincia il bello della salita a queste montagne. Le vie normali sono un periplo di tratti di I e talvolta di II grado, intervallati da vallette, saliscendi e tratti su ripidi ghiaioni.
Si sale fino alla base delle ultime pareti, qui sotto le continue scariche di sassi mosse in alto dai dispettosi camosci o stambecchi, come piu' tardi abbiamo potuto constatare.
la parte emozionante di questa gita e' data dalla salita diretta in cresta per mezzo di una scala aerea e quasi verticale che con un salto di ben 60 metri ti porta sulla sospirata cresta: la Scala Pipan.
Ebbene giunti in cresta ci si deve fermare per ammirare per un attimo la grandiosita' del panorama che da qui spazia a est fino ed oltre il gruppo del Tricorno (gia' molti km dentro alla Slovenia), a nord oltre le Alpi Carniche su tutte le alpi austriache ed a est sul resto dei gruppi montuosi dell'Alto Friuli.
La cresta anche qui si perde in un periplo di detro e fuori tra tratti di sentiero e cavalcate in groppa a massi in bilico. Si passa anche per i resti della postazione militare italiana che dirante la Prima Guerra Mondiale (fino alla disfatta di Caporetto) presidiava la quota di questa montagna.
E alla fine giungiamo in vetta. Ancora una volta in compagnia di qualche gruppo di stambecchi che poi ci accompagnano per un piccolo pezzo quando decidiamo di riprendere la via di discesa.
Ma dopo una breve pausa per mangiare e bere, causa tempo tiranno dobbiamo a malincuore lasciare di nuovo in solitaria quiete l'anima di Julius Kugy che qui abita allorche' passo' a miglior vita.
La salita inizia a partire dai Piani del Montasio, luogo altrimenti conosciuto per la produzione dell'originale formaggio che porta l'omonimo nome. La quota e' di poco superiore ai 1500 metri. Davanti a noi tutta la schiera delle pareti sude del gruppo, mentre alle nostre spalle tutti i versanti nord del grupp del Monta Canin.
Il sentiero che conduce alla via normale attraversa diagonalmente in direzione ovest nord ovest tutti i verdi prati, buona parte utilizzati come pascolo, che lambiscono i ghiaioni sotto le grandi pareti.
In un'ora di rilassante e panoramica camminata ci troviamo a Forca Disteis (2205 mlm). Qui si entra veramente nell'incontaminato mondo di queste montagne, in quanto di colpo ti trovi attorniato da gruppi di stambecchi, i quali ti passano vicino incuranti dell pericolo Uomo. La cosa bella di queste montagne e che buona parte degli animali vive in simbiosi con chi si avventura a queste quote, in questi angoli sperduti. Subito al vista va sull'immenso baratro che si apre sotto di noi verso il settore ovest dell gruppo montuoso. Mentre al di sopra la Torre Disteis si vede bene cha fa da padrona.
Il sentiero da qui ritorna verso est, tagliando alla base le ghiaie che vedono il primo diramarsi del sentiero verso la direzione del Bivacco Suringar. Si intercetta il sentiero per la via normale al Montasio solo presso un masso a meta' delle ghiaie anzidette. Si prosegue ancora qualche minuto per incontrare una spalla rocciosa, sulla quale si nota il tracciato che monta tra mughi e salti di roccia.
E qui comincia il bello della salita a queste montagne. Le vie normali sono un periplo di tratti di I e talvolta di II grado, intervallati da vallette, saliscendi e tratti su ripidi ghiaioni.
Si sale fino alla base delle ultime pareti, qui sotto le continue scariche di sassi mosse in alto dai dispettosi camosci o stambecchi, come piu' tardi abbiamo potuto constatare.
la parte emozionante di questa gita e' data dalla salita diretta in cresta per mezzo di una scala aerea e quasi verticale che con un salto di ben 60 metri ti porta sulla sospirata cresta: la Scala Pipan.
Ebbene giunti in cresta ci si deve fermare per ammirare per un attimo la grandiosita' del panorama che da qui spazia a est fino ed oltre il gruppo del Tricorno (gia' molti km dentro alla Slovenia), a nord oltre le Alpi Carniche su tutte le alpi austriache ed a est sul resto dei gruppi montuosi dell'Alto Friuli.
La cresta anche qui si perde in un periplo di detro e fuori tra tratti di sentiero e cavalcate in groppa a massi in bilico. Si passa anche per i resti della postazione militare italiana che dirante la Prima Guerra Mondiale (fino alla disfatta di Caporetto) presidiava la quota di questa montagna.
E alla fine giungiamo in vetta. Ancora una volta in compagnia di qualche gruppo di stambecchi che poi ci accompagnano per un piccolo pezzo quando decidiamo di riprendere la via di discesa.
Ma dopo una breve pausa per mangiare e bere, causa tempo tiranno dobbiamo a malincuore lasciare di nuovo in solitaria quiete l'anima di Julius Kugy che qui abita allorche' passo' a miglior vita.
Tourengänger:
Fabio
Communities: Hikr in italiano, Photographie
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