Tilde mi comunica che la figlia Silvia e il genero Domenico,gradirebbero fare una ciasplolata,ma non troppo lontano per rientrare presto. Mi chiede se voglio partecipare. Accetto e le comunico la presunta meta: Valtaleggio,rifugio Gherardi m.1647 ed eventuale ascesa al monte Aralalta m.2006 e Baciamorti m.2009 (se possibile in ogni senso). Ci troviamo ad Agrate: anche se avessi avuto un sonno tremendo,non potrei dormire tranquillo,anche perché,spiegare la strada a Giuseppe,non basta: bisogna che (nonostante espliciti cartelli) gli si dica a voce quando svoltare,in pratica essere dei tom tom viventi,altrimenti se sbaglia la colpa è inesorabilmente di Tilde (che non è alla guida). Cose anomale,ma rientrano nella perfetta normalità della situescion he he he! Giunti a Pizzino m.930,al tornante che piega a destra (possibilità di parcheggiare) saliamo ancora fin dove è possibile: quota 1036. Giuseppe cerca di parcheggiare non senza qualche esitazione e visto che la situazione,tra i se,ma e però stava procedendo per le lunghe,prendo in mano la situazione e gli dico come deve parcheggiare e che al nostro ritorno,penseremo come uscire dal parcheggio senza danneggiare l'auto. Partiamo e risaliamo la strada asfaltata e innevata nella parte centrale,fino a Quindicina m.1345: fin qui le auto possono giungere (in estate) e lungo il lato a valle parcheggiare. Prendiamo il sentiero n° 120 che sale a sinistra e siamo completamente al sole: il mio orologio che è legato esternamente allo zaino,segna 22°. Il sentiero sale sempre in diagonale,raggiunge una cascina,qualche tornante e sempre in direzione del Resegone affronta la moderata salita,poi si piega in direzione di una bella baita,immersa in una conca panoramica e solatia. Qui,il percorso piega decisamente a destra della baita,dopo aver superato dei dossi innevati,ecco che il rifugio si rende visibile ai nostri occhi e a breve vi giungiamo dopo quasi 2 ore di cammino. Una sosta per dissetarci e integrare per chi ne ha bisogno,integrare gli zuccheri. Poco dopo ripartiamo e a breve siamo alla baita Cesare battisti,dove la decisione di proseguire deve essere ben ponderata. Giuseppe s'incammina,io lo seguo e Silvia dietro di me tenta fin dove è possibile senza inutili rischi,mentre Tilde decide di fermarsi. Una coppia partita poco prima,rinuncia e fanno ritorno,noi proseguiamo. Mentre salgo,batto bene a monte la neve,allargando la pista in modo tale da rendere più agevole il percorso a chi segue (questo è ciò che dovrebbe fare un bravo apripista,ma purtroppo tra scuse varie...c'è chi pensa per sé). Con una serie di tornantini in mezzo a pini mughi sepolti in parte dalla neve,notiamo tracce profonde,anche di 50 cm. appartenenti ad un escursionista che ha rinunciato a proseguire (non avendo le ciaspole): infine,risaliti sulla dorsale,perveniamo al cocuzzolo di quota 1900 circa,dal quale il panorama è a dir poco appagante. Il percorso prosegue per poi scendere alla bocchetta di Regadur e salire all'Aralalta e al Baciamorti: a occhio nudo (non avevo il binocolo),mi sembrava che la traccia non esistesse,poi,guardando le foto al televisore e ingrandendole,ho notato la traccia di sci alpinisti. Comunque,non mi sono fidato nel proseguire,la neve stava smollando,ma anche l'ora era tarda. Aspettiamo Silvia,ma poco dopo giungono solo due escursionisti,quindi,facciamo ritorno e poco sotto ecco Silvia e Domenico che riprendevano la via del ritorno. Tutti insieme e non senza il rischio di scivolare in qualche canalone che incide il fianco di questa panettone,raggiungiamo Tilde che si sollazzava in maglietta a maniche corte. Dopo una sosta ristoratrice,scendiamo al rifugio Gherardi,dove facciamo visita. Da qui,propongo di fare un giro ad anello per far ritorno all'auto: proposta accettata: tramite una strada forestale con un tragitto un poco più lungo,ma dolce,passiamo vicino a strutture ad uso abitativo estivo: questa è la pista che fanno con la motoslitta quelli del rifugio. Poco dopo giungiamo a Capo Foppa m.1350,da qui in breve a Quindicina e dopo circa mezz'oretta all'auto: lungo il percorso,un bel gruppo si stava apprestando per salire al rifugio,per passare una due giorni in bella compagnia.
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