Creste e bocchette sotto il Palanzone - giro quasi ad anello (Ciaspole)
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Torniamo sulle montagne di casa nostra, pensando ad un giro diverso dal solito, in sicurezza e magari lontano dai percorsi più battuti ( il San Primo ed il Palanzone).
L’ idea iniziale era di salire su una vetta minore (diciamo meno famosa) il Monte Preàola, che essendo di una ventina di metri più basso del Palanzone viene meno considerato.
Volevamo salite partendo dalla località Piano di Nesso, dal Pian del Tivano seguire le indicazioni per Rif. Mosè.
La strada stretta e gelata, la neve accumulata ai lati, e l’impossibilità di parcheggiare, ci ha fatto ritornare alla Colma di Sormano.
Qui ci sono molti parcheggi, e troviamo già varie auto. Questo è il punto di partenza per l’ ascesa al San Primo passando dall’ Alpe di Terrabiotta, o sul versante opposto per il lungo e bel crinale che porta al Monte Palanzone, e da qui proseguendo al Bollettone ed a Brunate (sopra Como).
Restiamo sul lato sud (verso il Palanzone), imbocchiamo lo sterrato tra i pini che in piano si inoltra nel bosco ed in breve siamo alla prima bocchetta di Caglio, proseguendo sulla dorsale si raggiunge, dopo un lungo e piacevole sali-scendi, il Palanzone Q1436, oppure seguendo lo sterrato, utilizzato in parte come pista da fondo, verso il rifugio Riella.
Seguiamo la strada nel bosco, a Giorgio si allenta più volte una ciaspola, come i meccanici del box Ferrari, ci fermiamo per le necessarie riparazioni.
Proseguiamo, ma ad un certo punto ci sembra che la strada (non battuta e ben innevata) scenda troppo di quota, decidiamo di risalire senza traccia il ripido crinale.
Inizia una lunga mezz’ora di ripida salita, in un bel metro di neve fresca. Dopo l’ ennesima riparazione della ciaspola di Giorgio, un fermo di plastica si rompe, non c’e’ più verso di ripararla.
Ripone le due ciaspole nello zaino, e ci segue nei profondi solchi lasciati dalle racchette mie e di Bob.
Arriviamo ad un capanno da caccia, ci fermiamo un attimo per riposare ed ammirare finalmente il panorama che sia apre verso nord (S.Primo, il Legnone, le Grigne).
Ripartiamo sempre battendo neve per primi, e tanta-tanta neve, anche con le ciaspole si affonda quasi alla cintura.
Dopo una faticaccia tremenda arriviamo in località Lardei Q1320, altro capanno da caccia.
Ora siamo sulla cresta della Braga di Cavallo Q1351, che percorriamo facendo buche enormi nella neve fresca. Io e Bob arriviamo al sentiero battuto che sale verso il Palanzone, Giorgio ci segue ma nuotando nella neve fino alla cintola.
Al sentiero la situazione si fa molto più semplice, la pista è molto battuta da escursionisti, racchette e sci. Seguiamo il percorso, incrociando persone che vanno e che vengono.
Raggiungiamo la seconda bocchetta di Caglio a Q1297, qui inizia l’ultimo tiro verso il Monte Bul, quasi l’ anticima del Palanzone.
La cresta è stupenda, ed il tempo che si è messo al bello ci regala un panorama mozzafiato a 360°.
Sono già le 12:30, troppo tardi per raggiungere il Palanzone (poi ci siamo già stati), deviamo sul sentierino, poco battuto, che porta prima alla bocchetta tra il Palanzone ed il Monte di Faello, da qui si potrebbe proseguire verso il rifugio Riella (sotto il Palanzone) o verso il Preàola e Monti di Palanzo (la nostra metà iniziale, poi abbandonata).
Sappiamo già che non arriveremo da nessuna parte di preciso, ma proseguiamo fino alla bocchetta, e ci ricaviamo uno spiazzo nella neve dove pranzare.
Solito pic-nic sulla neve, la solita stupenda oretta fatta di silenzi, di pensieri ma anche di battute e tante risate (come dicono le nostre mogli … umorismo da caserma).
L’ oretta si chiude con la “cerimonia” del caffè+grappa+Braulio, e qualche attimo di pennica al sole …
Ripartiamo seguendo lo stesso sentiero, fino alla 2° bocchetta di Caglio, poi scendendo verso la 1° bocchetta.
Incrociando un escursionista che sale con un bel cane, Roberto e Giorgio sono quasi certi si tratti di Nano, se non è lui gli assomiglia molto !
Non facciamo in tempo a sincerarci della sua identità, che è già sparito avanti … chissà
Intendiamoci, non vi suggeriamo di ripetere il nostro giro, soprattutto il tratto nel bosco nella neve alta e fresca è stato una divertente faticaccia, ma un invito a sviluppare un percorso alternativo al solito Palanzone o San Primo.
Andata: 5,2 Km (ma il giro è un po’ folle, e dalla traccia scoprirete che siamo anche ritornati indietro), per 3:45m più una mezzoretta di soste varie.
Dislivello: in assoluto molto poco 240mt, ma in relativo oltre 750mt
Tante altre foto, cartine, files, diario, foto-panoramica sul nostro sito:
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