Tscheischhorn (3019 m)
|
||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Commento di
michea82
Il bello del Tscheischhorn è sicuramento il fatto di averlo visitato con due miei fratelli. La loro compagnia è un pregio supplementare per un 3000 ubicato in ambiente di elevato valore.
Con noi fino all'anticima sono saliti anche Daniele e Nadia con i cani Nanuk e Atka.
Vista dal Tscheischhorn

Quel giorno io e Davide avevamo in programma il Pizzo Rotondo. Ma a causa delle nevicate questa vetta andava lasciata tranquilla ancora per un po' di tempo.
È così che è nata l'idea del Tscheischhorn: una vetta alpina con minori rischi legati alle valanghe. Inoltre per Davide si tratta della prima uscita invernale e un Pizzo Rotondo sarebbe meglio affrontarlo con una base consolidata di uscite nelle gambe.
Partiamo da Juppa con calma alle 09.00 del mattino. Siamo in Val d'Avers non molto lontano da Juf, il villaggio abitato tutto l'anno più alto d'Europa.
Seguiamo la valle Bergalga costeggiandone il fiume in direzione sud. Ci sono due tracce: una rosa e una blu. Sono vicine. Una dovrebbe essere da sci di fondo. Noi prendiamo quella rosa (ciaspole e escursionismo). Dopo poco più di 1 km attraversiamo il fiume ed iniziamo a risalire gli ampi pendii di Fürgabärg, lungo le pendici della nostra montagna.
Davanti a noi ci sono altri scialpinisti.
Pendii lungo le pendici orientali del Tscheischhorn

L'ampia traccia si restringe e si impenna temporaneamente in corrispondenza della quota 2745 m. In alcune relazioni essa corrisponde al toponimo Höjabüel ed è indicata come vetta. Superato questo dosso roccioso (con breve tratto percorso senza sci) rimontiamo l'ultimo pendio: si tratta di una pala di 200 metri che nell'ultima parte raggiunge i 35 gradi, con qualcosa in più su brevi tratti. Davide è con le ciaspole e sale senza problemi. Anche noi progrediamo agevolmente con alcune conversioni fino all'anticima (indicata come vetta sud). Daniele e Nadia ci aspettano qui e iniziano a scendere.
Noi proseguiamo invece per la vetta principale.
Höjabüel - dosso roccioso a quota 2745 m

Vetta principale vista dalla Südgipfel

Allestiamo un deposito sci e ciaspole sull'anticima e procediamo a piedi (ramponi nello zaino). La cresta è tracciata. Si perdono occhio e croce 50 - 80 metri.
Dalla sella si risale la cresta SE del Tscheischhorn: è una cresta nevosa ma con alcuni punti ripidi. Con le condizioni che troviamo possiamo evitare di indossare i ramponi, sebbene la presenza di tratti ghiacciati imponga una certa accortezza. In discesa utilizzeremo la piccozza.
Raggiunta la parte sommitale di cresta possiamo godere di una vista spettacolare e guadagniamo la vetta.
Cresta SE del Tscheitschhorn
Abbiamo ottime condizioni per poterci prendere una lunga pausa di vetta. Compiliamo il libro (del 2013) custodito in una gamella all'interno dell'omino di pietre, mangiamo, guardiamo i telefoni al posto del panorama che però immortaliamo sempre con i nostri telefoni e device vari.
Un gruppo germanico che ci precede scende a nord verso la bocchetta Pürder Lücka.

Il bello del Tscheischhorn è sicuramento il fatto di averlo visitato con due miei fratelli. La loro compagnia è un pregio supplementare per un 3000 ubicato in ambiente di elevato valore.
Con noi fino all'anticima sono saliti anche Daniele e Nadia con i cani Nanuk e Atka.
Vista dal Tscheischhorn

Quel giorno io e Davide avevamo in programma il Pizzo Rotondo. Ma a causa delle nevicate questa vetta andava lasciata tranquilla ancora per un po' di tempo.
È così che è nata l'idea del Tscheischhorn: una vetta alpina con minori rischi legati alle valanghe. Inoltre per Davide si tratta della prima uscita invernale e un Pizzo Rotondo sarebbe meglio affrontarlo con una base consolidata di uscite nelle gambe.
Partiamo da Juppa con calma alle 09.00 del mattino. Siamo in Val d'Avers non molto lontano da Juf, il villaggio abitato tutto l'anno più alto d'Europa.
Seguiamo la valle Bergalga costeggiandone il fiume in direzione sud. Ci sono due tracce: una rosa e una blu. Sono vicine. Una dovrebbe essere da sci di fondo. Noi prendiamo quella rosa (ciaspole e escursionismo). Dopo poco più di 1 km attraversiamo il fiume ed iniziamo a risalire gli ampi pendii di Fürgabärg, lungo le pendici della nostra montagna.
Davanti a noi ci sono altri scialpinisti.
Pendii lungo le pendici orientali del Tscheischhorn

L'ampia traccia si restringe e si impenna temporaneamente in corrispondenza della quota 2745 m. In alcune relazioni essa corrisponde al toponimo Höjabüel ed è indicata come vetta. Superato questo dosso roccioso (con breve tratto percorso senza sci) rimontiamo l'ultimo pendio: si tratta di una pala di 200 metri che nell'ultima parte raggiunge i 35 gradi, con qualcosa in più su brevi tratti. Davide è con le ciaspole e sale senza problemi. Anche noi progrediamo agevolmente con alcune conversioni fino all'anticima (indicata come vetta sud). Daniele e Nadia ci aspettano qui e iniziano a scendere.
Noi proseguiamo invece per la vetta principale.
Höjabüel - dosso roccioso a quota 2745 m

Vetta principale vista dalla Südgipfel

Allestiamo un deposito sci e ciaspole sull'anticima e procediamo a piedi (ramponi nello zaino). La cresta è tracciata. Si perdono occhio e croce 50 - 80 metri.
Dalla sella si risale la cresta SE del Tscheischhorn: è una cresta nevosa ma con alcuni punti ripidi. Con le condizioni che troviamo possiamo evitare di indossare i ramponi, sebbene la presenza di tratti ghiacciati imponga una certa accortezza. In discesa utilizzeremo la piccozza.
Raggiunta la parte sommitale di cresta possiamo godere di una vista spettacolare e guadagniamo la vetta.
Cresta SE del Tscheitschhorn

Abbiamo ottime condizioni per poterci prendere una lunga pausa di vetta. Compiliamo il libro (del 2013) custodito in una gamella all'interno dell'omino di pietre, mangiamo, guardiamo i telefoni al posto del panorama che però immortaliamo sempre con i nostri telefoni e device vari.
Un gruppo germanico che ci precede scende a nord verso la bocchetta Pürder Lücka.
Noi presto ritorniamo da dove siamo saliti. Discendiamo con prudenza la cresta e ritorniamo sull'anticima. Da qui ci accordiamo con Davide per discese separate: il primo tratto lo svolgiamo assieme. Ma appena siamo fuori dai terreni ripidi io e Jair sciamo. Davide impiegherà complessivamente un'ora in più.
Per la sciata decidiamo di rimanere più a nord della traccia di salita: discendiamo un bel canalone trovando la polvere.
Lungo il fondovalle dobbiamo spingere parecchio per ritornare a Juppa.
Pendii con esposizione nord-est belli da sciare

Video
[/drive.google.com/file/d/1wJiR-wlK1ym-Yo48cTxAgsvrCrL9sTi0/v...]
Ripresa in vetta
[/drive.google.com/file/d/1aUreY-QlyV6GRb41yFYjr5PKIRWy3Bng/v...]
Per la sciata decidiamo di rimanere più a nord della traccia di salita: discendiamo un bel canalone trovando la polvere.
Lungo il fondovalle dobbiamo spingere parecchio per ritornare a Juppa.
Pendii con esposizione nord-est belli da sciare

Video
[/drive.google.com/file/d/1wJiR-wlK1ym-Yo48cTxAgsvrCrL9sTi0/v...]
Ripresa in vetta
[/drive.google.com/file/d/1aUreY-QlyV6GRb41yFYjr5PKIRWy3Bng/v...]
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (2)