Ferratina della Pietra Groana e Colline Rosse
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Una ventina di anni fa venne comunicata, anche a livello di larga divulgazione, la notizia della scoperta, fra le province di Novara, Vercelli e marginalmente di Biella, dell'esistenza di un "supervulcano" estendentesi per varie decine di chilometri di diametro. I resti dell'antica e definitiva eruzione avvenuta 250-300 milioni di anni fa, col relativo collassamento ed in collaborazione con i movimenti della successiva orogenesi alpina, si sono ritrovati in superficie su ampie aree di aspetto assai particolare: dossi e colline di fine detrito rosso compattato assembrati senza una disposizione logica e percorsi da canaloni erosivi (calanchi), qualche torrente e la presenza di rarissime pareti di porfido compatto. Questa escursione, escogitata ed integrata dopo la recente lettura di un articolo in merito, percorre i siti che appaiono come più significativi della zona, con anche in più la salita del "Sentiero del Badik", breve percorso attrezzato di servizio alla falesia propedeutica della Pietra Groana. [Badik sarebbe stato un leggendario brigante che trovò nascondiglio e riparo in un anfratto di queste rocce, in conseguenza di malefatte varie.].
Passeggiata collinare da mezza giornata, molto interessante anche per la vegetazione, attualmente in ripresa dopo un vastissimo e disastroso incendio del marzo 2019; alla base della palestra di roccia, al posto del capanno-rifugio rimasto distrutto nel suddetto incendio, si trova ora una struttura per l'alimentazione di una colonia di gatti inselvatichiti, ben organizzata e controllata dall' ENPA di Borgosesia.
Sul fondo del piazzale di parcheggio, indicata da una freccia direzionale, si avvia una mulattiera che, poco più in là, diventa il "Sentiero dei Morti in Brenta", che noi percorreremo al ritorno. [Il toponimo, decisamente particolare, fa riferimento alla via che veniva seguita anticamente per portare i defunti di Sostegno al cimitero localizzato presso la Pieve di S.Maria di Naula a Piane Sesia.]. Al primo incrocio - nessuna indicazione, e così fino alla Bocchetta delle Chignole - si prende a destra lungo una pista semiabbandonata che scorre a margine di uno scoscendimento; gradualmente la pendenza aumenta finchè la traccia discendente, ormai piuttosto costretta dai cespugli, confluisce in una carrareccia sterrata, la Strada Traversagna, percorso aperto negli anni '960 che serpeggia fra le Colline Rosse collegando Sostegno a Casa del Bosco. Camminato per circa 300 metri verso sinistra, si trova un evidente sentiero che scende a destra a guadare il Rio Cognatto: da qui il sentiero si avvia a risalire lungo la dorsale il lungo displuvio fra i bacini del Rio Vasco (sud) e del Rio Bonda Grande (nord); la vegetazione, gravemente danneggiata dall'incendio del 2019, si presenta ora come un'arida landa dove, fra tondeggianti dossi di terra rossa, si sviluppano i nuovi polloni di castagno e quercia alternati a zolle di brugo e ginestra. Il percorso, in continuo saliscendi tra rilievi ed avvallamenti, si addentra successivamente nel versante settentrionale, più decisamente boscoso, per ritrovare un nuovo segmento della Strada Traversagna. Imboccatala in direzione sinistra, la si segue per lungo tratto, lasciando a destra la diramazione per Piane Sesia e raggiungendo lo "svincolo" di tracce presso la Bocchetta delle Chignole. Qui - in direzione est - si cala lungo un ripido sentierino sommerso dal fogliame che, perdendo sempre un po' di quota, intraprende successivamente un traverso della scoscesa testata della valletta del Riale Ronco; oltrepassate due piccole sorgenti captate, bruscamente si sale al "Piazzale dei Gatti", spianata artificiale con tavoli da picnic e grande panorama sulla bassa Valsesia, posta alla base delle numerose vie d'arrampicata della parete sud della Pietra Groana. Non ci sono indicazioni precise in merito, ma nonostante la banalità del sentiero attrezzato, conviene indossare un set da ferrata, considerata l'esposizione delle cenge e la non eccelsa qualità della roccia (non escludendo nemmeno la fangosità dell'uscita). Dal piazzale si volge a sinistra andando a risalire un lunga e ripida scalinata costruita con tronchi, sassi e tubi da idraulico; segue poi il tratto più verticale - pochi metri - attrezzato con staffe metalliche, per proseguire quindi su alterne cenge erboso-cespugliose e canalini gradinati fino alla umida valletta finale attrezzata con catene. Lungo tutto il percorso gli infissi - fix inox - sono di buona qualità, ma le maglie rapide, i cavi e la catene di collegamento presentano un certo grado di ossidazione. E' presente, sempre a scopo di avvicinamento alle varie vie di roccia, una diramazione - Via Ho Chi Minh - un poco più breve e ripida. Al termine delle attrezzature un sentiero si porta sulle rocce della cresta nord-est: in pochi passi si raggiunge la piatta sommità, dove due panchine oppostamente ed opportunamente rivolte consentono di ammirare i cospicui panorami verso nord e verso sud. La discesa avviene lungo la cresta ovest o nelle sue immediate adiacenze fino a deviare decisamente - sempre su dorsale - verso sud in direzione della non lontana Bocchetta delle Chignole. Ripresa verso destra la Strada Traversagna, la si segue in salita fino a scavallare un dosso: da qui quattro ripidi tornanti accompagnano fino all'imbocco del Sentiero dei Morti in Brenta. La traccia, sempre più o meno in discesa, attraversa lungamente un bosco che appare poco danneggiato dall'incendio, andando a sbucare, con belle vedute sul percorso di andata, in una nuova area di Colline Rosse, interessante, nonostante la limitata superficie, per una particolare erosione a calanchi. La prosecuzione, ripida nella folta boscaglia umida, conduce fino al fondo, qui roccioso ed infossato, del Rio Cognatto; in corrispondenza dei resti di un ponte travolto dalle piene il sentiero recupera velocemente quota risalendo un pendio muschioso e di fastidiosi sassi smossi: quando la pendenza diminuisce, in pochi passi si ritrova il primo incrocio dell'escursione. Da qui per la via di andata.
Passeggiata collinare da mezza giornata, molto interessante anche per la vegetazione, attualmente in ripresa dopo un vastissimo e disastroso incendio del marzo 2019; alla base della palestra di roccia, al posto del capanno-rifugio rimasto distrutto nel suddetto incendio, si trova ora una struttura per l'alimentazione di una colonia di gatti inselvatichiti, ben organizzata e controllata dall' ENPA di Borgosesia.
Sul fondo del piazzale di parcheggio, indicata da una freccia direzionale, si avvia una mulattiera che, poco più in là, diventa il "Sentiero dei Morti in Brenta", che noi percorreremo al ritorno. [Il toponimo, decisamente particolare, fa riferimento alla via che veniva seguita anticamente per portare i defunti di Sostegno al cimitero localizzato presso la Pieve di S.Maria di Naula a Piane Sesia.]. Al primo incrocio - nessuna indicazione, e così fino alla Bocchetta delle Chignole - si prende a destra lungo una pista semiabbandonata che scorre a margine di uno scoscendimento; gradualmente la pendenza aumenta finchè la traccia discendente, ormai piuttosto costretta dai cespugli, confluisce in una carrareccia sterrata, la Strada Traversagna, percorso aperto negli anni '960 che serpeggia fra le Colline Rosse collegando Sostegno a Casa del Bosco. Camminato per circa 300 metri verso sinistra, si trova un evidente sentiero che scende a destra a guadare il Rio Cognatto: da qui il sentiero si avvia a risalire lungo la dorsale il lungo displuvio fra i bacini del Rio Vasco (sud) e del Rio Bonda Grande (nord); la vegetazione, gravemente danneggiata dall'incendio del 2019, si presenta ora come un'arida landa dove, fra tondeggianti dossi di terra rossa, si sviluppano i nuovi polloni di castagno e quercia alternati a zolle di brugo e ginestra. Il percorso, in continuo saliscendi tra rilievi ed avvallamenti, si addentra successivamente nel versante settentrionale, più decisamente boscoso, per ritrovare un nuovo segmento della Strada Traversagna. Imboccatala in direzione sinistra, la si segue per lungo tratto, lasciando a destra la diramazione per Piane Sesia e raggiungendo lo "svincolo" di tracce presso la Bocchetta delle Chignole. Qui - in direzione est - si cala lungo un ripido sentierino sommerso dal fogliame che, perdendo sempre un po' di quota, intraprende successivamente un traverso della scoscesa testata della valletta del Riale Ronco; oltrepassate due piccole sorgenti captate, bruscamente si sale al "Piazzale dei Gatti", spianata artificiale con tavoli da picnic e grande panorama sulla bassa Valsesia, posta alla base delle numerose vie d'arrampicata della parete sud della Pietra Groana. Non ci sono indicazioni precise in merito, ma nonostante la banalità del sentiero attrezzato, conviene indossare un set da ferrata, considerata l'esposizione delle cenge e la non eccelsa qualità della roccia (non escludendo nemmeno la fangosità dell'uscita). Dal piazzale si volge a sinistra andando a risalire un lunga e ripida scalinata costruita con tronchi, sassi e tubi da idraulico; segue poi il tratto più verticale - pochi metri - attrezzato con staffe metalliche, per proseguire quindi su alterne cenge erboso-cespugliose e canalini gradinati fino alla umida valletta finale attrezzata con catene. Lungo tutto il percorso gli infissi - fix inox - sono di buona qualità, ma le maglie rapide, i cavi e la catene di collegamento presentano un certo grado di ossidazione. E' presente, sempre a scopo di avvicinamento alle varie vie di roccia, una diramazione - Via Ho Chi Minh - un poco più breve e ripida. Al termine delle attrezzature un sentiero si porta sulle rocce della cresta nord-est: in pochi passi si raggiunge la piatta sommità, dove due panchine oppostamente ed opportunamente rivolte consentono di ammirare i cospicui panorami verso nord e verso sud. La discesa avviene lungo la cresta ovest o nelle sue immediate adiacenze fino a deviare decisamente - sempre su dorsale - verso sud in direzione della non lontana Bocchetta delle Chignole. Ripresa verso destra la Strada Traversagna, la si segue in salita fino a scavallare un dosso: da qui quattro ripidi tornanti accompagnano fino all'imbocco del Sentiero dei Morti in Brenta. La traccia, sempre più o meno in discesa, attraversa lungamente un bosco che appare poco danneggiato dall'incendio, andando a sbucare, con belle vedute sul percorso di andata, in una nuova area di Colline Rosse, interessante, nonostante la limitata superficie, per una particolare erosione a calanchi. La prosecuzione, ripida nella folta boscaglia umida, conduce fino al fondo, qui roccioso ed infossato, del Rio Cognatto; in corrispondenza dei resti di un ponte travolto dalle piene il sentiero recupera velocemente quota risalendo un pendio muschioso e di fastidiosi sassi smossi: quando la pendenza diminuisce, in pochi passi si ritrova il primo incrocio dell'escursione. Da qui per la via di andata.
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