Monte Cavallo
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Mi ritaglio un giorno di ferie infrasettimanale, voglio approfittare di una bella giornata per spostarmi verso la Val Brembana senza dovermi imbattere nel traffico del fine settimana.
Raggiungo così la località di San Simone, negli ultimi anni piuttosto triste e disabitata (ricordo di esserci venuto a sciare da bambino, ma ormai gli impianti sono fermi da anni). Risalgo la strada sterrata che si inerpica verso la Baita Camoscio e parcheggio non troppo distante da questa.
Obiettivo di giornata è il raggiungimento del Monte Cavallo, ma non per la tradizionale via di salita dal lato di San Simone, bensì dalla sua cresta occidentale. Per raggiungerla devo dunque prima recarmi in Val Terzera innalzandomi su sentiero nr. 115 in direzione del Passo di San Simone. La mia meta rimane a vista per tutta la durata del percorso. Comincio a salire su sentiero largo e sterrato e in breve transito sotto le pendici del Monte Cavallo, da questo versante contraddistinte da particolari formazioni rocciose denominate Canne d’Organo.
Raggiungo il passo a quota 2.006 m (il cartello riporta erroneamente la quota di 2.106 m, non è mai stata corretta) e da qui comincio a perdere quota sul versante della Val Terzera, ancora in ombra alle 8 del mattino.
Vorrei evitare di perdere troppa quota, la traccia per il Monte Cavallo si sviluppa infatti molto più a valle rispetto a dove sono io. Provo dunque ad effettuare un traverso alto seguendo alcune tracce di animali, ma mi trovo a dover attraversare un paio di canaloni innevati e con il fondo instabile. Passo agevolmente il primo, mentre il secondo è un po’ più ostico, mi devo spostare di diversi metri verso valle. Riesco comunque a passare, ma non ne vale proprio la pena. Decido dunque di abbassarmi progressivamente verso il fondovalle per cercare di intercettare la traccia di salita.
Arrivo nei pressi del torrente, che però in questo tratto compie un bel salto, e noto che non è possibile proseguire. Un po’ a malincuore mi dirigo allora forzatamente verso Nord e mi raccordo alla traccia “normale” di salita attorno a quota 1.950 m.
Mi trovo ora su un versante del Monte Cavallo decisamente poco battuto. La traccia prosegue compiendo un semicerchio in direzione Sud, passando ancora un paio di nevai residui, prima di inerpicarsi decisamente in direzione della cresta. In questo tratto il sentiero presenta diversi smottamenti ed è necessaria la massima attenzione in più punti. Per di più, poco prima della cresta la traccia si confonde tra la vegetazione e bisogna andare un po’ ad intuito. Poco dopo le 9 sbuco in cresta e vedo già tutto li percorso rimanente snodarsi di fronte a me.
È bello lungo, anche se la percezione è falsata dalle enormi dimensioni della croce di vetta, alta almeno dieci metri, e infatti è ben visibile anche da grandi distanze.
La lunga cresta occidentale è prevalentemente erbosa e non presenta alcun tipo di difficoltà. L’ultimo tratto accentua un po’ in ripidità, ed è bene prestare attenzione al pietrisco sul fondo, perché abbastanza scivoloso. Seguendo gli ometti è possibile comunque salire abbastanza speditamente e raggiungere così la vetta posta a 2.323 m. Tempo di percorrenza della cresta: una quarantina di minuti circa.
La vista è apertissima in tutte le direzioni, si domina la Val Brembana in lungo e in largo. A fare da padrona è la bella sagoma del vicino Monte Pegherolo.
Fa molto caldo, ma del resto siamo a fine giugno.
Mi fermo una mezz’oretta, mangio qualcosa, scatto un po’ di foto e riprendo a scendere sullo stesso percorso dell’andata.
Presto molta attenzione ai tratti franati e giungo nuovamente in Val Terzera.
Mantenendomi un po’ più in basso rispetto alla traccia seguita all’andata, provo comuque ed evitare il passaggio sul fondovalle. Bene o male ci riesco, e riesco anche a ritrovare la stessa traccia che traversa a mezzacosta fino ad arrivare al Passo San Simone, dove finalmente incontro le prime anime di giornata.
Da qui semplice discesa fino a San Simone, dove alle 11.30 trovo la macchina rovente.

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