Bregagno - Bregagnino
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È da un po’ di tempo che vorrei salire sul Bregagno, finalmente trovo l’occasione giusta per farlo in una mattinata di inizio maggio che ha ancora un forte sapore primaverile.
Parto subito commettendo un errore io: imposto una destinazione sul navigatore che si rivela però sbagliata, la mia idea era di partire da sopra Cremia e passare per il Rifugio Canua, ma mi ritrovo invece a Montuglio e dunque decido all’ultimo di cambiare giro e includere nella salita anche il passaggio al Bregagnino.
La mattinata è ancora piuttosto frizzante e non ci sono troppe nubi in cielo. Parto dunque dall’ampio parcheggio nei pressi di un laghetto e mi dirigo in direzione dell’Alpe Rescanscia su larga strada sterrata.
Poco prima di raggiungerla, abbandono la traccia e comincio a seguirne una più piccola che risale verso destra. Fatico a seguirla e in effetti dopo un po’, a quota 1.500 circa, la perdo del tutto.
Decido dunque di procedere verso il Bregagnino dritto per dritto, sono circa 400 metri di dislivello tecnicamente non difficili ma comunque spacca gambe. Mi alterno con un ragazzo che sta facendo il mio stesso percorso di salita, dandoci un po’ il cambio. Dal lago comincia a salire la foschia e in poco tempo non si vede più niente.
Sono passate da poco le 9 quando raggiungo la cima del Bregagnino; non mi fermo e proseguo direttamente lungo la bella e panoramica dorsale che conduce alla sommità del Monte Bregagno.
Bella è bella, panoramica oggi decisamente no. Con blande pendenze mi dirigo verso Nord e raggiungo la selletta da cui è possibile scendere a Ovest in Val Sanagra.
Mi fermo qualche minuto e poi riparto per affrontare gli ultimi metri di salita al cupolone del Bregagno, dove trovo ancora un buon innevamento.
Alle 10 sono in cima avvolto completamente dalle nuvole. Distinguo un paio di sagome che stanno risalendo dalla cresta settentrionale. Scambio quattro chiacchiere e un paio di foto, loro sono partiti da San Bernardo.
Mi fermo invano una mezz’oretta, attendendo che il cielo si apra un po’, ma niente da fare. Mollo il colpo e mi dirigo sui miei passi nuovamente verso il Bregagnino, che supero, per poi scendere verso Sant’Amate. Qui la frequentazione si fa decisamente più assidua (finora avevo incontrato solo un paio di persone) e il cielo comincia ad aprirsi. Finalmente si vedono (almeno) il lago e il Monte Grona.
Raggiungo Sant’Amate ma non mi fermo, c’è un grande affollamento; scendo verso Est su un bel traverso che mi riporta nei pressi dell’Alpe Rescanscia e da lì ritorno alla macchina.
Decisamente da rifare col bel tempo.

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