Monte Sobretta (3296 m)
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Escursione ad un “facile” tremila nella Valle dell’Alpe, con partenza dal comprensorio sciistico di Santa Caterina Valfurva.
Inizio dell’escursione: ore 9.55
Fine dell’escursione: ore 13.45
Velocità media del vento: 5 km/h
Sorgere del sole: 6.41
Tramonto del sole: 19.52
Arrivo di buon mattino alla Cabinovia Santa Caterina – Plaghera, che purtroppo entra in servizio solo a partire dalle 9:30. Acquistato il biglietto di a/r fino a Sunny Valley, a 23,- €, devo aspettare per una mezz’oretta su una panchina, all’arrivo della pista Deborah Compagnoni.
Alle 9:50 pervengo alla stazione terminale della cabinovia. Il primo disappunto è legato al fatto che sull’edificio manca una targhetta che indichi la quota esatta. Molti escursionisti, il sottoscritto compreso, all’inizio dell’escursione desiderano calibrare lo smartwach, affinché garantisca una corretta registrazione dei dati. Mi avvicino alla palina con i cartelli e subisco la seconda contrarietà. Non vedo infatti un segnavia per la meta desiderata, benché sia una cima molto ambita e frequentata.
Non mi va di disturbare il controllore della cabinovia: egli deve infatti tenere d’occhio chi sale e chi scende, e aiutare eventualmente i disabili.
Vedo ad alcune decine di metri di distanza una strada di servizio sterrata, che sale ripida verso la stazione a monte della seggiovia. La raggiungo e la seguo. Si tratta del sentiero S560.1. La scelta si rivelerà sbagliata.
Alla partenza avrei dovuto imboccare il sentiero S560 che passando dal Laghetto dell’Alpe (2740 m) prosegue verso il Monte Sobretta.
Alla quota di circa 2805 m mi rendo conto del “fuori rotta”. Scorgo infatti ad ovest il sentiero giusto, ad una distanza di circa 1 km. Sono allora costretto ad affrontare una lunga traversa su sfasciumi cedevoli, perdendo pure una quarantina di metri di quota. Grazie ai bastoncini e all’esperienza, supero senza incidenti l’insidia.
Una volta imboccato l’S560 non ci sono più problemi. Il sentiero è in ottimo stato ed è segnalato benissimo, con bolli bianco/rossi e con frequenti ometti di pietra; non lo si perderebbe nemmeno con nebbia fitta. Alla soglia dei tremila metri i manutentori hanno eretto un macigno con la scritta “3000 m”.
Sul versante SE del Monte Sobretta osservo quello che rimane del Ghiacciaio di Alpe Sud.
Su tale ghiacciaio vengono regolarmente svolte, dai tecnici del Centro Nivometeorologico di ARPA Lombardia, analisi sia nel periodo invernale che in quello estivo. Mediante le misure differenziali su paline ablatometriche, supportate da accurate misure GNSS (Global Navigation Satellite Sistems) in superficie, è possibile ricostruire le variazioni di massa dell’apparato glaciale. Nel 1989 la sua superficie era di 44 ha, attualmente è inferiore ai 5 ha.
Sull’ultima rampa, che si supera con numerosi tornanti, incrocio addirittura due ciclisti, che scendono a rotta di collo, dimostrando di possedere una grande tecnica e maestria.
Dopo 1 h e 55 min dalla partenza, malgrado la fortuita ravanata, pervengo alla croce di vetta del Monte Sobretta (3296 m).

Ci sono altri escursionisti sulla dorsale, per cui ci alterniamo a scattare la foto ricordo davanti alla croce. C’è pure una rosa dei venti con i nomi delle numerose montagne che si possono scorgere.
Anche oggi il tempo è molto variabile, per cui l’arrivo di nuvoloni scuri mi invitano ad iniziare la discesa. Mi incammino comunque senza affanno. In 1 h e 25 min raggiungo la stazione della cabinovia, che mi riporta a Santa Caterina, dove in prossimità all’albergo mi rinfresco con un po’ di pioggia.
Il Monte Sobretta è un frequentato tremila alla portata di tutti gli escursionisti, che mi è sembrato adatto anche alla pratica dello scialpinismo: se son rose…
Tempo trascorso: 3 h 50 min
Tempo di salita: 1 h 55 min
Dislivello in salita: 701 m
Quota massima: 3296 m
Quota minima: 2640 m
Sviluppo complessivo: 10,76 km
Difficoltà: T1/T2
Copertura della rete cellulare: buona
Soccorso sanitario: 118
Numero emergenza unico europeo: 112
Polizia: 113Libro di vetta: no.

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