Pizzo Bello 2743mt
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Toccata e fuga al Pizzo Bello con l'ombrello
Oggi gruppo Girovagando quasi al gran completo, manca da tempo il Barba, ma Paolo trova il tempo per l'uscita infrasettimanale, abbiamo con noi anche due Malnat: Imerio e Giordano.
La proposta di oggi è il Pizzo Bello in Valtellina sopra Berbenno, cima ben conosciuta e apprezzata per la splendida vista sia sui Corni Bruciati e Disgrazia sia verso la valle del Lago Scermendone. Come ci capita spesso ultimamente, non abbiamo fatto i conti con l'oste, ovvero con il meteo. Devo proprio confermare che le previsioni meteo negli ultimi tempi non sono così affidabili, se dicono pioggia o temporale almeno in montagna si avvera, ma le tempistiche sono alquanto imprecise. Noi confidiamo su un paio di siti che danno pioggia nel tardo pomeriggio, quindi contiamo di fare la cima e, senza allungare il giro, riuscire a tornare asciutti al parcheggio. Partenza da Prato Maslino alle 8:00, dopo circa 30min per salire dall'Albergo "La Brace" a Berbenno dove abbiamo fatto il permesso auto. Seguendo una sterrata verso sinistra passiamo da alcune delle baite poi per prato passiamo a lato della bella chiesetta e ci dirigiamo verso la baite più a monte, qui si ritrova una sterrata che si percorre verso sinistra fino ad un tornate con parcheggio e dove inizia il sentiero con indicato il Pizzo Bello a 2:50 Si percorre un lungo traverso nel bosco praticamente pianeggante poi al bivio Q1600 dove si scende a Gaggio di Monastero, si tiene la destra e si inizia a salire. Sentiero largo e ricco di ruscelli e da qui si inizia a salire con tratti anche abbastanza decisi. Raggiungiamo i larghi prati dell'Alpe Vignone, con diverse baite ben sistemate e dove gli alpigiani tengono le mucche al pascolo e producono formaggio, abbiamo potuto vedere di persona la preparazione del giorno. Si prosegue sempre su prato e sempre con pendenze importanti fino all' alpeggio alto di Baric con una bella baita ed una presumibile stalla o ricovero. Poco sopra si trova un bivio, a sinistra si raggiunge il lago Scermendone a destra il Pizzo Bello. Ci inoltriamo in valle seguendo rare bollature ma visibili, si deve ignorare un sentiero in basso che non si capisce dove si dirige. Il gruppo si sgretola, Paolo ed Angelo volano verso la vetta ( ci arriveranno ben 40min prima di me ...), qualcuno li segue ben distaccati mentre Gimmy ed Imerio aspettano i due ritardatari Giorgio e Giordano. Paolo mi chiama al telefono dalla vetta, mi dice che sono avvolti nelle nuvole e che tuona ............... Ignoro l'allarme di Paolo (scusami Paolo se ho risposto male) e proseguiamo con qualche sosta, raggiunta la bocchetta la cima è lì sopra e con un ultimo sforzo raggiungiamo gli altri mentre inizia a piovere. Non ho visto i Corni Bruciati, non ho visto il Disgrazia, solo nuvole e tuoni. ![]() La sosta in vetta è brevissima, il tempo di fare la foto tra le nuovole e coprirsi per la pioggia, preoccupano i tuoni che si avvicinano, quindi discesa veloce veloce fino a Baric dove troviamo riparo in una baita/stalla/ricovero materiali. Pranziamo nell'oscurità del luogo, seduti su bancali, ma almeno siamo all'asciutto. Fuori piove anche bene, ma non grandina e non vedremo passare il temporale, tuoni e fulmini sono sui monti o verso Morbegno. Dopo oltre un'ora smette di piovere ma il cielo resta ben coperto, quindi ripartiamo, scendiamo a Vignone dove possiamo vedere le due forme di Bitto preparate la mattina e più in basso un ricovero dove vengono immagazzinate le forme già pronte per una prima veloce stagionatura. Discesa come detto molto veloce per paura di prendere ancora acqua o peggio, la sola distrazione guardare nel bosco ai lati del sentiero alla ricerca di qualche boletus, ma senza successo. Rientrati a Prato Maslino ci fermiamo a comprare il formaggio prodotto a Vignone in una fattoria, e da qui rientriamo asciutti al parcheggio. Sono mancati i panorami purtroppo, il meteo ci ha proprio beffati, ma la cima è stata raggiunta, e possiamo sempre ritornare ad esplorare le cime vicine ed il bel Lago Scermnedone. |
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Detto questo non potevo mancare a questa ultima escursione di saluto con gli amici prima della pausa estiva che porterà ognuno di noi a destinazioni e mete differenti con le rispettive famiglie, ma soprattutto non potevo non raggiungere la cima di una montagna che porta il mio nome. |
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