Pizzo Bello e Cima Vignone.

Iniziamo a camminare sui prati tra le case di Prato Maslino. Dietro una delle ultime case troviamo un sentierino che scende su prato ad una pista sterrata che a sua volta scende ad un’altra pista sterrata dove troviamo un cartello: Pizzo Bello 2.50 ore.
La sterrata diventa presto un comodo sentiero nel bosco, prima pianeggiante poi in salita, che porta alle baite dell’Alpe Vignone, sparse su un prato in pendenza.
Saliamo per sentiero sul prato, lasciamo a sinistra il sentiero per Verdel, raggiungiamo le baite più alte, lasciamo a sinistra il sentiero per San Quirico e continuiamo a salire fino alle poche baite di Baric, poste in una valletta.
 
Alla nostra sinistra vediamo la valletta con pietraia compresa tra la cima Vignone e la quota 2643, saliamo dietro una delle 3 case di Baric e continuiamo a destra lungo la valletta principale con pochi segni bianco-rossi e qualche ometto. Trascurare una traccia più marcata sulla destra che va a morire poco più avanti.
In corrispondenza di un segno bianco rosso su un masso la nostra traccia fa una curva secca a sinistra. Sale ora abbastanza ripida su prato e sassi, spesso poco evidente ma con molti segni bianco-rossi.
La pendenza diminuisce e la traccia si fa più evidente in vista della forcella tra la quota 2643 a sinistra e il Pizzo Bello a destra. Alla forcella il panorama si apre su Badile, Cengalo, Disgrazia e Corni Bruciati.
 
Per salire il Pizzo Bello c’è un sentierino sulla cresta di terriccio, erba e sassi. Bisogna superare 3 rampe intervallate da 2 tratti quasi piani. Ho visto pochi e brevi tratti esposti sui prati che scendono a sud-est ma io che soffro l’esposizione non ho avuto problemi.
Si arriva così sull’anticima con ometto da cui una breve cresta prima di massi accatastati poi di terriccio, erba e sassi affioranti porta alla croce della vetta. Fin qui 3 ore di salita, compresi circa 10 minuti di sosta sulla forcella quindi direi rispettato il tempo del cartello.
Il panorama comprende ora anche il Bernina con alcuni suoi satelliti mentre a sud c’è la catena delle Alpi Orobie.
 
Tornati alla forcella prendiamo un sentierino che aggira su ghiaie a nord la Quota 2643, poi si perde ma si continua su cresta erbosa senza problemi fino a scendere alla forcella tra la Quota 2643 e la Cima Vignone.
Per la Cima Vignone un sentierino fa salire prima a destra aggirando strati affioranti, poi su ampia cresta erbosa.
Dalla Cima Vignone la discesa avviene sull’erbosa cresta sud-ovest, spesso con sentiero che si perde ma col percorso ben evidente (ci sono anche alcuni ometti di cui uno enorme).
Si arriva così a dei cartelli. A sinistra un traverso scende alle case di Baric mentre diritto si va a San Quirico, da cui si può tornare al punto di partenza con un percorso ben più lungo.
Scegliamo il traverso che scende alle baite di Baric chiudendo così l’anello.
Il resto dell’escursione si svolge sul sentiero dell’andata.