Monte Pizzo Bello (m 2743) da Prato Maslino
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Una zona, il lato nord della Valtellina, che ho sottovalutato e trascurato; questa escursione, proposta da Andrea, ha aperto un nuovo orizzonte. Forse le cime non sono rinomate (chi aveva mai sentito parlare del Monte Pizzo Bello!?), forse il granito qui scarseggia, ma l’ambiente è gradevole, le quote di tutto rispetto, e il panorama è di prim’ordine.
Sembra essere una zona apprezzata dai cercatori di funghi.
LOCALITA' DI PARTENZA. Prato Maslino (m 1603) – Berbenno di Valtellina.
DIFFICOLTÀ. EE (T4). Percorso per escursionisti esperti. Fino all’Alpe Baric sentiero ben marcato e agevole; oltre il sentiero si trasforma in una semplice traccia, ed anche i segnavia, seppur numerosi, sono sbiaditi e non sempre di immediata individuazione. L’ultimo tratto di cresta è esposto e richiede una certa attenzione.
QUOTA MASSIMA: m 2743, la cima del Pizzo Bello. La croce di vetta riporta l’indicazione di m 2753, la Carta tecnica della Regione Lombardia lo quota m 2747.5. Quale sarà quella esatta?
QUOTA MINIMA: m 1603 a Prati Maslino, nel punto in cui è stata parcheggiata l’auto.
SVILUPPO: km 12,10.
TEMPO DI SALITA: 3h 30’
TEMPO DI DISCESA: 2h 50’
NOTE SUL PERCORSO. Si attraversa il Prato in direzione nord seguendo una delle tracce che si dipartono dalla strada, fino a raggiungere, perdendo qualche metro di quota, una mulattiera che si inoltra nel bosco. Dopo un primo tratto in falsopiano il largo sentiero prende a salire sempre più deciso fino a portarci all’Alpe Vignone (m 1925 circa). Da qui si prosegue su sentiero meno largo, e con ampi tornati, si risale i pascolo raggiungendo l’Alpe Baric (m 2263).
Una palina segnaletica ci indica di prendere la traccia a destra, che ci porta ad un ampio vallone che si percorre quasi interamente seguendo le tracce, in certi tratti molto flebili, che si alzano sul pendio di destra (senso di marcia) trascurando la più marcata traccia che percorre il fondo del vallone. SI prosegue risalendo una zona detritica, puntando alla forcella posta fra le due cime: Vignone a destra, e Pizzo Bello a sinistra, che si raggiunge dopo un tratto abbastanza ripido. Dall’ampia forcella si risale la cresta nord-est del Pizzo Bello, e in una ventina di minuti si raggiunge l’anticima (grosso ometto di pietra) e, dopo un altro breve tratto di cresta, la cima sulla quale è posizionata una piccola croce metallica.
Il panorama che si gode dalla cima è notevole: davanti a noi i Corni Bruciati, dietro i quali fa capolino il Disgrazia; a sinistra la valle di Scermendone e, un poco più in lontananza, i monti della Va Masino (Cengalo, Badile & C.); poi il Cassandra e il Bernina e, quel ghiacciaio lontano, potrebbe essere l’Adamello; a destra, sul versante opposto, tutte le orobie bergamasche dal Legnone il su; e ai piedi il solco della Valtellina.
La discesa avviene seguendo a ritroso la traccia di salita.
Numerose le marmotte incontrate sopra l’Alpe Baric.
METEO. Sereno.
COMPAGNI:Andrea, Manuela, Marco.
Sembra essere una zona apprezzata dai cercatori di funghi.
LOCALITA' DI PARTENZA. Prato Maslino (m 1603) – Berbenno di Valtellina.
DIFFICOLTÀ. EE (T4). Percorso per escursionisti esperti. Fino all’Alpe Baric sentiero ben marcato e agevole; oltre il sentiero si trasforma in una semplice traccia, ed anche i segnavia, seppur numerosi, sono sbiaditi e non sempre di immediata individuazione. L’ultimo tratto di cresta è esposto e richiede una certa attenzione.
QUOTA MASSIMA: m 2743, la cima del Pizzo Bello. La croce di vetta riporta l’indicazione di m 2753, la Carta tecnica della Regione Lombardia lo quota m 2747.5. Quale sarà quella esatta?
QUOTA MINIMA: m 1603 a Prati Maslino, nel punto in cui è stata parcheggiata l’auto.
SVILUPPO: km 12,10.
TEMPO DI SALITA: 3h 30’
TEMPO DI DISCESA: 2h 50’
NOTE SUL PERCORSO. Si attraversa il Prato in direzione nord seguendo una delle tracce che si dipartono dalla strada, fino a raggiungere, perdendo qualche metro di quota, una mulattiera che si inoltra nel bosco. Dopo un primo tratto in falsopiano il largo sentiero prende a salire sempre più deciso fino a portarci all’Alpe Vignone (m 1925 circa). Da qui si prosegue su sentiero meno largo, e con ampi tornati, si risale i pascolo raggiungendo l’Alpe Baric (m 2263).
Una palina segnaletica ci indica di prendere la traccia a destra, che ci porta ad un ampio vallone che si percorre quasi interamente seguendo le tracce, in certi tratti molto flebili, che si alzano sul pendio di destra (senso di marcia) trascurando la più marcata traccia che percorre il fondo del vallone. SI prosegue risalendo una zona detritica, puntando alla forcella posta fra le due cime: Vignone a destra, e Pizzo Bello a sinistra, che si raggiunge dopo un tratto abbastanza ripido. Dall’ampia forcella si risale la cresta nord-est del Pizzo Bello, e in una ventina di minuti si raggiunge l’anticima (grosso ometto di pietra) e, dopo un altro breve tratto di cresta, la cima sulla quale è posizionata una piccola croce metallica.
Il panorama che si gode dalla cima è notevole: davanti a noi i Corni Bruciati, dietro i quali fa capolino il Disgrazia; a sinistra la valle di Scermendone e, un poco più in lontananza, i monti della Va Masino (Cengalo, Badile & C.); poi il Cassandra e il Bernina e, quel ghiacciaio lontano, potrebbe essere l’Adamello; a destra, sul versante opposto, tutte le orobie bergamasche dal Legnone il su; e ai piedi il solco della Valtellina.
La discesa avviene seguendo a ritroso la traccia di salita.
Numerose le marmotte incontrate sopra l’Alpe Baric.
METEO. Sereno.
COMPAGNI:Andrea, Manuela, Marco.
Tourengänger:
Alberto C.

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