Monte Cerano 1702 e Poggio Croce 1765 con discesa su Orto del Burro

Veloce uscita prima dell'arrivo del lungo periodo di piogge.
Stavolta oltre il Lago Maggiore.
Da Gravellona Toce saliamo alla frazione Arzo di Casale Corte Cerro.
L'idea è di andare al Monte Cerano, e di salire dal sentiero T4 e scendere dal già conosciuto T6.
Ma non tutte le ciambelle vengono col buco si dice.


Prendiamo il sentiero T4 che in principio è una sterrata, ma poco dopo un sentiero marcato sale nel bosco a sinistra, per troppa confidenza non controllo le mappe, pensando solo a un taglio della stradina.
Invece è un sentiero non mappato ma segnato sul terreno, che dopo aver tagliato ancora la stradina, va a prendere il parallelo sentiero T6 a circa 600 metri di quota.
Ma che cavoli penso.
Vabbè non resta che salire con questo, che d'altronde è l'unico sentiero ben tenuto da questo versante, essendo anche il percorso di una gara di km verticale.
Sugli 820 m troviamo l'Alpe del Cech, a 910 m l'Alpe del Dino. Poi un tratto roccioso con gradini artificiali, e i ruderi dell'Alpe Colla 1264 m. Poi usciti in terreno aperto arriviamo alla Cappella Minerola 1404 m. Da qui l'arietta diventa frizzante, e si indossa la "winter collection".
Poco sopra la cappella ci sono un paio di ruderi e una croce, e a sinistra parte un sentiero a mezza costa per Quaggione. Arrivati sul costone Nord-Est a 1550 m, la neve  diventa continua, ma dura e calpestata, è portante e senza difficoltà arriviamo sul Monte Cerano 1702 m.
Scendiamo ora il costone ovest, dalla sella c'è un tratto a saliscendi e poi la bella salita innevata fino al Poggio Croce 1765 m.
Ritorniamo adesso ancora al Cerano e per stessa via giù ancora alla cappella di Minerola 1404 m. Qui al riparo del venticello gelido facciamo pausa pranzo. 
Viviamo momenti drammatici quando il fornellino non ne vuole sapere di funzionare per fare il caffè.
Ma alla fine, un colpo di quà e uno di là e l'embolo si sblocca e il gas riscalda la moka :-))

Ora si tratta di scendere a prendere il benedetto sentiero T4 che ci è sfuggito in salita. Dalla cappella scendiamo verso nord , nei cespugli fino ai ruderi dell'Alpe Minarola. In teoria ci sarebbe un sentiero di collegamento, ma è una caccia al tesoro a ricercare tracce. Fiduciosi che appena un pò sotto passa il nostro sentiero, infatti lo troviamo, siamo sul T4. 
Ma non è finita. Qui non passa proprio nessuno, c'è qualche segno ma bisogna aiutarsi molto con la traccia online. Inizialmente la traccia lambisce un orrido dirupo, attenzione a non scivolare a destra. I segni sono rari e il calpestio assente. Ma arriviamo all'Orto del Burro 1054 m, tutte le baite sono diroccate. Appena sotto seguiamo un sentierino che poi capiremo essere una variante, e solo nella valletta sottostante ritroviamo il giusto sentiero. Più sotto c'è un bivio segnalato per Pratoprino, e dopo aver attraversato un torrente, passiamo dai ruderi di Prato delle Piode 651 m e dopo un ultimo guado arriviamo sulla sterrata percorsa al mattino. In breve siamo al parcheggio sopra Arzo.

 NB: il sentiero di discesa è per chi sa cercare le tracce in via di scomparsa, T3+ si riferisce solo a questa, la salita è T2 ed è sempre ottimamente marcata e visibile.