Monte Moregallo Q1270
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Non sempre serve andare tanto in alto per vedere panorami superbi ….
Una bella sgambata, un bel dislivello, con una distanza da percorrere non eccessiva, una visuale meravigliosa.
Questo è quello che mi è rimasto “dentro” della nostra escursione al Moregallo.
Le recenti nevicate, anche a quote relativamente basse, la voglia di non ‘schiodare’ ancora le ciaspole per una prima bacchettata, e Paolo (Brown) che insitentemente voleva portarci dove era già stato quasi una decina di anni orsono, ci ha regalato un’ escursione da incorniciare.
Il Moregallo è una cima di 1270mt, situata nel cosiddetto triangolo lariano, possiamo configurarlo come parte del gruppo dei Corni di Canzo, in effetti una sella lo collega al corno orientale, ma rispetto ai Corni, è situato a picco sopra il ramo di Lecco del lago di Como, la città di Lecco e Valmadrera.
Gli appassionati rocciatori lo conoscono bene, è infatti una delle palestre più note per chi pratica questa passione.
La sua conformazione rocciosa e calcarea, le pareti a picco, la miriade di guglie e torrioni, lo rendono simile alle vicine Grigne se non alle meravigliose Dolomiti.
Come tutta l’area del triangolo, ed ancora di più quella dei Corni, i sentieri sono tutti molto ben segnalati, e documentati.
In particolare, nel caso della salita del Moregallo, esistono molte vie d’accesso, ma se non siete appassionati di corde,chiodi ed imbragature, studiate bene il percorso, molte vie di salita sono di grado alpinistico, anche attrezzate con catene, alcune anche di una certa difficoltà.
Noi, incapaci di moschettoni ed imbrachi, seguiamo un percorso EE, diverso tra andata e ritorno.
Arriviamo a Valmadrera, dove fortunatamente troviamo parcheggio nei pochi spazi in località Belvedere, alla fine della Via S.Carlo Borromeo.
Temperatura fresca (8°), 8:20, subito le prime indicazioni con i sentieri, la loro numerazione ed i tempi: Moregallo, sentiero 6, 2h.
Mah … 1270 – 340 fanno 930 metri di dislivello, il mio fiato si ribella all’ idea delle due ore ….
Non importa quando ci arrivo, ma ci voglio arrivare.
Seguiamo le sempre presenti indicazioni per il sentiero 6 e 7, per gran parte sono corrispondenti. I due sentieri divergono sotto i torrioni presso la cima, il 7 è attrezzato il 6 è un EE.
Il sentiero sale nei boschi, chiuso sui due lati da muretti a secco. Raggiungiamo la fonte di Sambrosera, unico punto di approvvigionamento d’ acqua lungo il percorso a Q710, poi una prima bocchetta a Q927, dove si apre la vista verso Lecco ed il lago, a dir poco stupendo.
Intorno a noi torrioni, pareti calcaree, guglie e forme rocciose di ogni tipo, non sembra di essere sul lago di Como (i lecchesi non me ne vogliano …).
Dalla prima bocchetta il sentiero si fa più aperto ed esposto in alcuni tratti, non pericoloso, ma sempre in costante salita. Si intuisce già tra due torrioni rocciosi il prossimo passaggio, è la bocchetta di Sambrosera a Q1192, che segna la fine del sentiero EE e l’inizio dell’ ultimo tratto erboso verso la cima. Per raggiungere la bocchetta il sentiero sale a zig-zag, per guadagnare quasi 200mt di dislivello, in alcuni tratti è necessario l’uso delle mani per superare pietre e canali nella roccia.
I miei amici (Bob, Paolo, Gimmy) sono già alla bocchetta, io da solito sfiatato li seguo un po’ da lontano, ma dopo un po’ li raggiungo.
Alla bocchetta altro spettacolo, le due Grigne di fronte a noi, bianche e rocciose.
Qualche minuto di pausa per poi intraprendere gli ultimi 80mt, tranquilli, verso la vetta.
Dopo essere passati tra selle, torrioni, speroni, ecc, la cima sembra abbastanza anonima, è erbosa, larga, lambita da un bosco di faggi, ma basta affacciarsi un po’ sui suoi lati esposti per vedere il baratro sotto.
In cima troviamo una grande croce, e poco oltre una madonnina di bronzo. La cima vera, cioè il punto di massima altitudine a Q1270, si trova poco oltre, verso i Corni.
Raggiunto questo punto, devo dire che si resta veramente senza parole, il lago verso Nord con Bellagio, le tantissime cime imbiancate, i corni , il rifugio SEV, poi il Legnone, le Grigne, Valmadrera, i laghi di Annone e di Oggioni, il Cornizzolo.
Manca una vista su Lecco, nascosta da una cima senza nome vicino alla bocchetta di Sambrosera, ma al ritorno abbiamo già deciso di seguire questa via … quindi basta aspettare.
Pranziamo in cima, siamo arrivati dopo 3 ore circa, 2 ore e 30m di cammino puro. Nonostante il mio sfiato, non male !, 380m ora per 2,9Km di pura salita, quasi quasi mi faccio i complimenti.
Il fiato non migliora, ma diminuisco le pause di recupero …
Al ritorno, dopo la sacrosanta foto di vetta, ritorniamo alla bocchetta di Sambrosera e proseguiamo diritti, il sentiero è ancora marcato 6, verso una cima senza nome.
Raggiunto questa cima a Q1170, lo spettacolo è completo, siamo a picco sopra la città di Lecco, l’ Adda che abbandona il Lario per … andarsene al mare, il lago di Garlate, Valmadrera, il Monte Barro e cime imbiancate tra il lecchese e la bergamasca.
Spettacolo impagabile.
Si scende ora seguendo la cresta di questa anonima cima, passando dai due lati della cresta, zig-zagando tra prato e roccia.
Terminato il tratto più impervio si entra in bel bosco di betulle, siamo a Zucon Q876, dove una deviazione (sarebbe il miglior percorso per il nostro rientro, ma ovviamente non lo sappiamo) porta alla Forcellina lungo il sentiero 5, e quindi a riprendere il sentiero fatto in mattinata poco oltre la fonte di Sambrosera.
Noi scendiamo, anche perché curiosi di vedere il Sasso Preluda, un grosso masso erratico, e la chiesetta di S.Isidoro che vi si appoggia contro …
Scendiamo verso Valmadrera, ignorando una deviazione per la Forcellina che avrebbe accorciato il ritorno, che raggiungiamo in località Piazza Rossè. L’ altimetro ed il senso d’orientamento ci dicono che siamo ben lontani dall’ auto e comunque ci aspetta altra salita.
Una via certa sarebbe di scendere in paese e risalire le vie asfaltate percorse in auto questa mattina, ma camminare tra le vie del paese, è decisamente noioso …
Chiediamo informazioni a dei locali, e ci indicano un sentierino che collega Piazza Rossè al Belvedere, passando da S.Tommaso (non chiedetemi se è una chiesa, una cappelletta o cosa sia, ma così ci hanno detto), forse una cappelletta votiva a forma piramidale.
Comunque riprendiamo a salire, e tutti imprechiamo, quando pensi di essere ormai arrivato e devi riprendere ad arrancare … beh non sei proprio contento.
Fortunatamente tra imprechi e battute contro Brown che ci era già stato ma non ricordava nulla, perdiamo solo una ventina di minuti.
Il tempo per il solito thè caldo di Paoluccio (sempre ottimo, qualsiasi sia la stagione!), e riprendiamo soddisfatti la via del rientro.
Molte altre foto, cartine, file gps, e foto panoramiche dalla vetta sul nostro sito:
Alla …………. Prossima ! (con o senza ciaspole)




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