La mano nera della fortuna


Publiziert von Gabrio , 5. August 2023 um 19:28.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:19 Juli 2023
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Aufstieg: 2390 m
Strecke:24 km

Martedi 18 avevo consultato le previsioni di Meteo Svizzera e Campo dei Fiori.
La mattina successiva, partendo da Robustello, era mia intenzione andare sul Legnone
per la via attrezzata a SX della direttissima: ero in cerca di tempo stabile...

Mercoledi 19 alle 5.45 ero nuovamente nel mio sito meteo preferito,
da due giorni confermava bel tempo: come mai allora il cielo era così fosco?
"Un po' di umidità nell'aria" mi ero detto.
Insieme a moglie e figlio avevo dormito alla frazione Laghetto, diversi però erano gli
obiettivi: loro in spiaggia, io a sudare per monti.
Nel giro di pochi minuti ero in auto alla ricerca di un bar dove fare colazione.
Il primo sulla mia lista, in cui contavo di fermarmi, era ancora chiuso. Arrivato in centro,
senza successo ne avevo cercati altri. A questo punto mi ero fatto una domandina che, con
evidente ritardo, oramai era inutile mi ponessi: "A che ora aprono i bar a Colico?"
Altro che alzarmi presto, non potendo partire senza essermi alimentato, ora non restava
che aspettare.
Alla fine dell'ora successiva, un istante prima di alzarmi dalla sedia di un anonimo bar, una
scarica elettrica arrivata da Marte, aveva risvegliato i miei neuroni:
"La borraccia!!" mi ero detto "l'ho lasciata al fresco in casa!!!"
C'era da chiedersi in "quale giorno" sarei mai riuscito a cominciare la salita.
Sempre più irritato ero tornato all'ovile.
Facendo meno rumore possibile ero entrato in casa. Camminando in punta di piedi mi
ero avvicinato al frigo, con estrema attenzione ne avevo aperto lo sportello. Presa la
borraccia e, in procinto di voltarmi verso l'uscita, avevo visto spalancarsi la porta del bagno!
Spaventata per il rumore (pensava ci fossero i ladri in casa) mia moglie aveva trattenuto
a stento uno strillo. Io, dal canto mio, spaventato uguale ma per altri motivi, c'era mancato
poco mi pigliassi un colpo!
Il sospirone partito da dentro casa e finito in auto, aveva sancito l'inizio vero e proprio
dell'escursione.
"Si può finalmente partire?" mi ero detto con disgusto.

Stavo camminando da un po', lo stress (con spavento annesso) per l'inusuale inizio di
mattinata si stava attenuando, ero alla fontana a Pian della Formica, quando (inaspettata)
un'altra sorpresa aveva bussato alla mia porta che subito avevo aperto.
Un tuono ci si era catapultato attraverso con la forza di un treno merci!
"E questo da dove arriva" mi ero detto "avrò sentito male..."
Dopo qualche minuto, altri tuoni mi avevano convinto del contrario: le mie orecchie
funzionavano ancora!!
Arrivato all'Alpe Prato e preso il cellulare, avevo aperto il link "precipitazioni" di Meteo
Svizzera
per guardarne le immagini. Un temporale stava arrivando da W in transito
verso E. Fulmini ed acqua erano in procinto di augurarmi il buongiorno.
Il cielo sempre più scuro non mi stava incoraggiando, avrei preferito fosse tutto uno sbaglio,
ma quello i metereologi l'avevano già commesso sia ieri che stamani.
La distanza che mi separava dal Rifugio Scoggione era minore di quella in cui avevo
parcheggiato l'auto: non restava che andare avanti, e sperare....!
Un paio di tornanti prima della congiunzione col sentiero del Bregamin, "qualcuno" aveva
spento la luce. Alcune forti folate di vento facevano presagire il peggio.
"Ci siamo!" mi ero detto.
Neanche a dirlo i primi goccioloni avevano attraversato il fitto bosco di abeti. Mi ero messo
"il guscio" per proteggermi dall'imminente acquazzone, incrociando le dita avevo accellerato
il passo. Una fitta pioggia con grandine si era riversata sulle mie spalle:
che ne era stato del bel tempo pronosticato da qualcuno?


Nel bivacco del Rifugio Scoggione, gocciolante e con i piedi a mollo, osservavo fuori:
pioveva di brutto. Tuoni e fulmini si alternavano nel gran palcoscenico che Madre Natura
aveva messo su per me. I gestori erano in gita nei Paesi Baschi, ero da solo a divertirmi.
Fuori dalla porta alcune mucche d'alto pascolo, pelose come yak, guardavano sconsolate il
cielo. A un metro da me, mamma e due piccoli, mi avevano visto correre al riparo ed ora, in
silenzio, mi osservavano in tono accusatorio come a dirmi:
"Ecco è colpa tua, ma che ci sei venuto a fare qui?"
Stanco di osservarle, dieci minuti dopo, mi ero voltato guardando alle mie spalle facendo
anche due passi indietro. Ero uscito dalla visuale del vitellino di DX. Mi ero voltato subito
tornando immediatamente nella posizione precedente. Quanti secondi erano passati: tre?
E allora perchè mai 'sto vitello, rivedendomi, si era spaventato come se non mi avesse mai
visto prima? Esso si era letteralmente proiettato in alto prima di lanciarsi in una fuga
disperata verso la vicina zia(?). E io? "Stremito" anche più di lui, avevo visto il mio cuore
allungarsi fin quasi alla fontana, dieci metri più in là.
"E' giunta la mia ora!" mi ero detto, sentendo che mi venivano a mancare le forze.
"Morto di spavento per un vitello al pascolo" già immaginavo avrebbe scritto mia
moglie nei necrologi. Sarà stato per quello che mi ero ripreso? Chi lo sa.....
La vergogna per una simile dipartita da questa valle di lacrime, aveva avuto la meglio sul
mio cuore fortemente provato in questa mattinata anomala.


Poco sotto il Passo Colombano, IO ero tornato a capire chi ERO. Uscito indenne da un coma
post-traumatico, tentavo di ricordare come avessi fatto a giungere fin lì. Senza il tempo di
pensarci seriamente, avevo instaurato una conversazione con due tizi che stavano migliorando
la viabilità della strada militare. Me li ero immaginati, tra "tuonifulminieacquaadirotto"
mentre cercavano di ripararsi all'interno di una piccola scavatrice senza protezioni laterali.
Quanto coraggio era rimasto ai due dopo che intorno a loro si era scatenato il diluvio?
Per un attimo, prima di attaccar bottone, avevo temuto potessero reagire come il vitello con
me: il mio cuore avrebbe potuto reggere un altro spavento?
Incrociando le dita avevo sorriso, niente di traumatico era successo, mentre avevo mosso
le labbra per primo.
"Vuoi salire per la via attrezzata in fianco alla direttissima con tutta l'acqua che è scesa?
mi aveva risposto il più giovane dei due "sarà tutto bagnato, non te lo consiglio, però se
vuoi andarci poi vedi come va a finire!"
"Bravo!" gli avevo risposto senza aprir bocca. "Così se ci lascio le penne magari poi te lo
vengo a dire..."
Avevo ringraziato proseguendo il cammino, ora sapevo di che morte morire: di noia!!
Rincorrere la lunga strada militare, appena al di là del passo, non era certo il primo dei miei 
desideri. Mentre scendevo di centoquarantametridiquota per immettermi in quella che
giungeva dal Rifugio Legnone, disgustato, mi ero chiesto se valesse davvero la pena
proseguire.....

Superata la Forcella Alta di Legnone, più demotivato che stanco, ero giunto (infine)
al bivio per la cresta SE del Legnone.
"Quaranta minuti per la vetta" avevo letto.
"Ma come? Con la voglia che ho è già tanto se cammino ancora per quattro minuti"
Abbassati gli occhi, con lo stesso entusiasmo di chi si è appena accorto di aver schiacciato
sterco fresco di mucca, ero sul punto di dire "Ciaociao!" alla cima, quando un rumore
appena sopra di me, mi aveva distratto. Alzati gli occhi avevo visto un giovane stambecco
che, con nonchalance, brucava erba tra i magri pascoli.
Chissà da quanto era lì, e di me che avrà pensato, mentre col fiatone ero arrivato fin sotto
di lui? Non osavo pensarlo...
Come potevo, a questo punto, tornare indietro con l'ungulato ad osservarmi attento?
Punto nel vivo del mio orgoglio, ero ripartito con ritrosia.
Più mi avvicinavo alla croce di vetta, più mi sembrava impossibile che a darmi il pungolo
finale per raggiungerla, fosse stato il bisogno di non far figure con un quadrupede!













Tourengänger: Gabrio
Communities: Hikr in italiano


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