Monte Larone 2237 per cresta Ovest
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Partiamo da una frazione di Crodo : Alpiano Superiore ( oggi andremo in soffitta allora ) il Gps dà meno di 500 metri di quota. Una piccola strada asfaltata sale ancora per poco oltre il parcheggio, finisce a una casa, sembra di entrare in proprietà privata, ma poi si scende al guado sul Rio Grande ( non siamo in New Mexico però ).
Ora inizia un antica mulattiera, a volte con scale nella roccia. Si vede tra i rami una grande cascata sul Rio Grande. Poi la via si discosta dal torrente e sui 900 m si incontra un rudere e poi un baitello : siamo alla Balmella. Si prosegue, sempre andando "a caccia dei segni" che molto discreti, più che indicare la via, sembrano dare conferma dopo che si ritrovano.
Infine sbuchiamo alla radura con baita di Moncrovino 1439 m.
Da qui in poi è una vera caccia al tesoro. Ci sono ancora segni, ma rari, e si sbaglia in continuazione, e bisogna avere fiuto a calarsi, tornare, invertire la direzione fino a ritrovare un altro segno che dia conferme sul percorso. Che essendo tra salti di roccia e ancora molto boscato-cespugliato non è molto domestico.
Infatti spesso sbagliamo e ci tocca correggere il tiro, nei tratti più ostici, anche i rododendri vengono amorevolmente abbracciati per issarsi verso l'alto. Tanto che alla fine mi ritroverò a ospitare ben 5 zecche.
Arrivati alla fine sotto una bastionata rocciosa, traversiamo verso destra, tra massi e cespugli e rari alberi, e infine con un ultima uscita in un canalino bagnato che mette a dura prova Sam, arriviamo su terreno aperto e pratoso. Siamo sotto la parete ovest dell'anticima Ovest. Ora si traversa nel prato in discesa. Arrivati sotto il rudere dell'Alpe Larone, saliamo fino a esso 1988 m. Poi con una traccia poco visibile e con numerose deviazioni "bestiali". Noi puntiamo verso nord e arriviamo alla sella di fronte a noi, che divide il Larone dalla sua Anticima Ovest. Svoltando a sinistra andiamo in breve sull'Anticima Ovest 2120 ( citata anche come Cima Milano ). Ritornati alla sella -30 m, inizia qui un vecchio sentiero in parte scavato nella roccia, che un pò sul versante nord e poi di cresta sale verso est, poi traversa nel versante sud, passando da una breve zona franata e raggiunge il tratto terminale della cresta sud, con cui saliamo in breve al Monte Larone 2237 m. Accompagnati in questo breve tratto da un gregge di capre.
Dopo uno spuntino in vetta, scendiamo per stessa via fino all'Alpe Larone 1988 m. Qui prendiamo all'unanimità la decisione di non ripetere la pur breve via diretta di salita, non ce la sentiamo di andare alla ricerca degli innumerevoli passaggi chiave che abbiamo visto all'andata, e nonostante Samuele non sia per i percorsi lunghi, si opta per il lungo rientro via Pontemaglio, ma alquanto più facile : finirà come al solito col buio pesto :-)
Sotto l'Alpe Larone si punta in discesa a una baita già visibile là sotto oltre un canale, raggiungiamo questa baita in buono stato ( 1850 m circa ). Da qui con buon sentiero finalmente si va a saliscendi , all'attraversamento di 4 rami sorgentiferi del Rio Grande, fino a sbucare alla bucolica località di Piazzeno, di cui contorniamo a destra il dosso con le baite alte, e scendiamo invece al "basso" nucleo inferiore 1687 m.
L'alpeggio ha molte baite ristrutturate, ed è servita da una teleferica che porta al parcheggio appena oltre un vallone.
Scesi verso sud ad attraversare il vallone del Rio Piccolo per arrivare al all'inizio della strada sterrata dove partono le teleferiche.
Qui dopo un briefing con Sam, ci rendiamo conto che fare tutta la strada per Giovera sarebbe davvero troppo, si valuta un eventuale selvaggiata diretta. L'occhio attento di Samuele scorge nel bosco sottostante un vecchio tetto di baita: bene sarà il nostro primo segnavia. Scesi "ad cazzum" il primo tratto di bosco, troviamo un esile traccia, che perdiamo e ritroviamo innumerevoli volte. Anzi spesso crediamo solo di vederla. Ma sempre puntando in direzione sud-ovest , tra belle radure nel bosco. Passiamo dall'Alpe Grignasca. Poi a un certo punto, oltre un ruscello troviamo un alpe con molte baite, senza nome ( Corticci secondo Atal ), ma capisco che non è la nostra via, torniamo al dii qua del ruscello, siamo a margine dell'Alpe Sasso, compaiono dei segnavia verdi a forma di casetta. Scendendo superiamo ancora un paio di ruscelli e senza problemi arriviamo infine alla strada che scende ad Alagua. Scendendo un pò sulla strada e un pò su sentiero arriviamo già sotto un bell'acquazzone al nucleo centrale di Alagua 1150 m. Dove inizia la bella mulattiera che passando nei pressi dell'Alpe Campiano, ci porterà a Veglio 540. Un bellissimo villaggio alpino disabitato, con molte case abbandonate. Sotto il paese prendiamo la mulattiera che ci porta rapidamente a Pontemaglio 360 m. Attraversati i vicoli del paese arriviamo alla chiesa, dove prendiamo la "Via del Gries", che esce verso nord dal paese e poi scende vicino al fiume Toce. Dove ci colgono le tenebre :-)
Ci tocca percorrere questi 4 km in leggera salita lungo il fiume, per lo più su sterrate, fino ad arrivare a Gianzana e Alpiano Inferiore, da qui con ultimo tratto asfaltato si passa da Alpiano Viceno e su fino Alpiano Superiore dove si conclude il giro.
Il terzo tempo sarà alla pizzeria di Verampio ormai dopo le 22.
Il tratto T5 è solo da Moncrovino all'Alpe Larone, per la difficoltà a trovare tutti i passaggi chiave. I tempi sono sempre andata e ritorno.
Ora inizia un antica mulattiera, a volte con scale nella roccia. Si vede tra i rami una grande cascata sul Rio Grande. Poi la via si discosta dal torrente e sui 900 m si incontra un rudere e poi un baitello : siamo alla Balmella. Si prosegue, sempre andando "a caccia dei segni" che molto discreti, più che indicare la via, sembrano dare conferma dopo che si ritrovano.
Infine sbuchiamo alla radura con baita di Moncrovino 1439 m.
Da qui in poi è una vera caccia al tesoro. Ci sono ancora segni, ma rari, e si sbaglia in continuazione, e bisogna avere fiuto a calarsi, tornare, invertire la direzione fino a ritrovare un altro segno che dia conferme sul percorso. Che essendo tra salti di roccia e ancora molto boscato-cespugliato non è molto domestico.
Infatti spesso sbagliamo e ci tocca correggere il tiro, nei tratti più ostici, anche i rododendri vengono amorevolmente abbracciati per issarsi verso l'alto. Tanto che alla fine mi ritroverò a ospitare ben 5 zecche.
Arrivati alla fine sotto una bastionata rocciosa, traversiamo verso destra, tra massi e cespugli e rari alberi, e infine con un ultima uscita in un canalino bagnato che mette a dura prova Sam, arriviamo su terreno aperto e pratoso. Siamo sotto la parete ovest dell'anticima Ovest. Ora si traversa nel prato in discesa. Arrivati sotto il rudere dell'Alpe Larone, saliamo fino a esso 1988 m. Poi con una traccia poco visibile e con numerose deviazioni "bestiali". Noi puntiamo verso nord e arriviamo alla sella di fronte a noi, che divide il Larone dalla sua Anticima Ovest. Svoltando a sinistra andiamo in breve sull'Anticima Ovest 2120 ( citata anche come Cima Milano ). Ritornati alla sella -30 m, inizia qui un vecchio sentiero in parte scavato nella roccia, che un pò sul versante nord e poi di cresta sale verso est, poi traversa nel versante sud, passando da una breve zona franata e raggiunge il tratto terminale della cresta sud, con cui saliamo in breve al Monte Larone 2237 m. Accompagnati in questo breve tratto da un gregge di capre.
Dopo uno spuntino in vetta, scendiamo per stessa via fino all'Alpe Larone 1988 m. Qui prendiamo all'unanimità la decisione di non ripetere la pur breve via diretta di salita, non ce la sentiamo di andare alla ricerca degli innumerevoli passaggi chiave che abbiamo visto all'andata, e nonostante Samuele non sia per i percorsi lunghi, si opta per il lungo rientro via Pontemaglio, ma alquanto più facile : finirà come al solito col buio pesto :-)
Sotto l'Alpe Larone si punta in discesa a una baita già visibile là sotto oltre un canale, raggiungiamo questa baita in buono stato ( 1850 m circa ). Da qui con buon sentiero finalmente si va a saliscendi , all'attraversamento di 4 rami sorgentiferi del Rio Grande, fino a sbucare alla bucolica località di Piazzeno, di cui contorniamo a destra il dosso con le baite alte, e scendiamo invece al "basso" nucleo inferiore 1687 m.
L'alpeggio ha molte baite ristrutturate, ed è servita da una teleferica che porta al parcheggio appena oltre un vallone.
Scesi verso sud ad attraversare il vallone del Rio Piccolo per arrivare al all'inizio della strada sterrata dove partono le teleferiche.
Qui dopo un briefing con Sam, ci rendiamo conto che fare tutta la strada per Giovera sarebbe davvero troppo, si valuta un eventuale selvaggiata diretta. L'occhio attento di Samuele scorge nel bosco sottostante un vecchio tetto di baita: bene sarà il nostro primo segnavia. Scesi "ad cazzum" il primo tratto di bosco, troviamo un esile traccia, che perdiamo e ritroviamo innumerevoli volte. Anzi spesso crediamo solo di vederla. Ma sempre puntando in direzione sud-ovest , tra belle radure nel bosco. Passiamo dall'Alpe Grignasca. Poi a un certo punto, oltre un ruscello troviamo un alpe con molte baite, senza nome ( Corticci secondo Atal ), ma capisco che non è la nostra via, torniamo al dii qua del ruscello, siamo a margine dell'Alpe Sasso, compaiono dei segnavia verdi a forma di casetta. Scendendo superiamo ancora un paio di ruscelli e senza problemi arriviamo infine alla strada che scende ad Alagua. Scendendo un pò sulla strada e un pò su sentiero arriviamo già sotto un bell'acquazzone al nucleo centrale di Alagua 1150 m. Dove inizia la bella mulattiera che passando nei pressi dell'Alpe Campiano, ci porterà a Veglio 540. Un bellissimo villaggio alpino disabitato, con molte case abbandonate. Sotto il paese prendiamo la mulattiera che ci porta rapidamente a Pontemaglio 360 m. Attraversati i vicoli del paese arriviamo alla chiesa, dove prendiamo la "Via del Gries", che esce verso nord dal paese e poi scende vicino al fiume Toce. Dove ci colgono le tenebre :-)
Ci tocca percorrere questi 4 km in leggera salita lungo il fiume, per lo più su sterrate, fino ad arrivare a Gianzana e Alpiano Inferiore, da qui con ultimo tratto asfaltato si passa da Alpiano Viceno e su fino Alpiano Superiore dove si conclude il giro.
Il terzo tempo sarà alla pizzeria di Verampio ormai dopo le 22.
Il tratto T5 è solo da Moncrovino all'Alpe Larone, per la difficoltà a trovare tutti i passaggi chiave. I tempi sono sempre andata e ritorno.
Tourengänger:
Antonio59 !,
Sam61


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Kommentare (6)