Via Mercatorum o Via Priula - Tappa 7


Publiziert von cai56 , 4. Februar 2023 um 20:50. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum: 1 Februar 2023
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 7:45
Aufstieg: 1489 m
Abstieg: 1489 m
Strecke:Circolare 20,63 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Bergamo si segue la direzione per la Valbrembana e si prosegue fino a Mezzoldo. Parcheggio all'ingresso del paese in un piazzale sotto la strada.

Tappe precedenti:
https://www.hikr.org/tour/post167967.html
https://www.hikr.org/tour/post170065.html
https://www.hikr.org/tour/post171153.html
https://www.hikr.org/tour/post175660.html

https://www.hikr.org/tour/post175958.html
https://www.hikr.org/tour/post176555.html
L'ultima tappa in territorio bergamasco e la prima che veramente si ritrovi a percorrere la via originale, anche se per la verità il tracciato dal XVI secolo ha subito vari rimaneggiamenti e la "versione" attuale è di fine '800 (le pietre miliari ne sono testimoni). Se inizialmente, ancora sul fondovalle, l'ambiente risulta piuttosto chiuso, il raggiungimento dell'Alpe Ancogno porta ad un ambiente totalmente aperto in un'incredibile estensione di prati. Il tratto finale, dall'antica Cà San Marco al passo, normalmente con qualche ripido tornante fra poca erba e molti sassi, oggi era coperto da un cospicuo strato di neve (dai 40 agli 80 centimetri) e tutto da aprire fra accumuli e piccoli lastroni da vento. Al Passo San Marco alcuni ruderi di fortificazioni della Linea Cadorna (trincee ed il basamento di una caserma) e - ma nascosti dalla neve in questa stagione - diversi bassorilievi scolpiti nei massi dall'artista Angelo Gabriele Fierro.

Dal parcheggio si risale sulla statale mediante una scaletta che passa a fianco di un bunker per bouldering, poi si prosegue in salita davanti all'edificio dell'antica dogana veneta  e si entra nel bosco lungo un viottolo acciottolato ed inerbito. Dopo un attraversamento della carrozzabile si prosegue fra gli abeti ancora per un lungo comodo tratto, finchè, per circa un chilometro, si è costretti a seguire la statale; all'altezza di un'area picnic si volge a sinistra a riprendere la mulattiera che accompagna a raggiungere il punto più stretto della valle, in corrispondenza della diga di Ponte dell'Acqua. Poco oltre il bacino, in corrispondenza di un paio di condominii, sulla sinistra si riprende a salire lungo un comodo tracciato a tornanti, dove la costruzione di muri a secco ha preservato l'integrità dei fianchi del percorso. L'uscita dal bosco coincide con l'arrivo alle vastissime pertinenze dell'Alpe Ancogno: subito oltrepassata la Casera, un lungo traverso in un'ampia valletta conduce fino ad una seconda casera alta (Ancogno Vago), posta a margine dell'attuale statale; si prosegue per la massima pendenza arrivando, poco sopra, al moderno Rifugio Cà S.Marco 2000. Una diramazione laterale raggiunge l'originale Cà S.Marco, la cui attuale costruzione è però il risultato dei rifacimenti dell'edificio cinquecentesco, decaduto per abbandono e danneggiamenti da valanghe (in effetti il pendio soprastante, dove serpeggia la mulattiera, in caso di notevoli carichi di neve è visibilmente pericoloso). Passando al fianco sinistro dell'edificio ed al suo cuneiforme riparo antivalanghe, si percorre un traverso ascendente che porta fino alle ultime curve proprio in corrispondenza del Passo San Marco: al valico un cippo commemorativo, una tabella esplicativa delle cime dell'orizzonte retico e molti tralicci di linee elettriche. Come al solito la discesa può effettuarsi lungo la via di salita oppure, questa volta veramente molto più interessante e panoramica, lungo il crinale di confine con la Valmora. In quest'ultimo caso, tornati alla Casera Ancogno Vago, si sale sul ripido e larghissimo dosso del Montù che, in assenza di neve, secondo le mappe dovrebbe portare un sentierino di culmine; nel nostro caso la traccia è risultata battuta completamente dalle motoslitte e non è stato difficile orientarsi. Seguendo sempre il vastissimo crinale, si cambia direzione un paio di volte, si sottopassa un elettrodotto e poi lo si mantiene sulla destra fino a scendere alla Baita Gambetta; si prosegue poi, fuori e dentro il bosco, su sentiero pianeggiante fino allo stallone di Cantedoldo, dove si trova un incrocio. Si lascia a destra la direzione per il vicino rifugio e si sale brevemente a sinistra fino a trovare i segnali e le indicazioni del Sentiero 113; mediante questo si scende a Mezzoldo, ma occorre dire che la bollatura è molto rada e soprattutto due bruschi cambi di direzione non sono sufficientemente evidenziati. La discesa è continua attraverso un bosco di faggi, poi si entra nell'impluvio della Val Scura proprio sotto una franosa parete di calcari gialli cariati da numerose cavità; poco oltre alcune baite a margine di un pascolo, si trova una carrozzabile che termina in un piazzale fra case di vacanza: seguendola si arriva a Sparavera, dal cui centro un viottolo scalinato scende fino alle porte di Mezzoldo, a pochi metri dal parcheggio.

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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