Passo di Maniò (2713 m) – Skitour


Publiziert von siso , 5. Januar 2023 um 18:15.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum: 4 Januar 2023
Ski Schwierigkeit: WS+
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Pizzo Rotondo   CH-TI   CH-VS   Gruppo Pizzo Gallina   Gruppo Grieshorn 
Zeitbedarf: 7:15
Aufstieg: 1381 m
Strecke:All’Acqua (1616 m) – Capanna Piansecco (1984 m) – Gerenpass (2670 m) – Chüeboden-gletscher – Passo di Maniò (2713 m) – Lago delle Pigne (2279 m) – Cave delle Pigne (2368 m) – Comuna delle Pecore – Ciuréi di Mezzo (2028 m) – All’Acqua (1616 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A2, uscita Airolo, Val Bedretto, All’Acqua.
Unterkunftmöglichkeiten:Capanna Piansecco (46 posti letto); Foyer Bedretto (54 posti letto).
Kartennummer:C.N.S. No. 1231 – Val Bedretto - 1:25000; C.N.S. No. 265 S – Nufenenpass - 1:50000.

Lunga escursione con gli sci in Val Bedretto, iniziata con cielo sereno, ma che sul più bello si è annuvolato creando luce diffusa: uno degli elementi naturali più sgradevoli per gli scialpinisti.

 

Inizio dell’escursione: ore 8.40

Fine dell’escursione: ore 15.55

Pressione atmosferica, ore 9.00: 1034 hPa

Temperatura alla partenza: -2°C

Temperatura al rientro: 4°C

Isoterma di 0°C alle 9:00: 2500 m

Velocità media del vento: 15 km/h

Sorgere del sole: 8.09

Tramonto del sole: 16.52

 

Sveglia alle 5:40, partenza da casa alle 6:50, arrivo ad All’Acqua (1616 m) alle 8:24, dopo 115,8 km d’auto, compresa una sosta caffè di 10 min.

Dopo sette giorni torno in Val Bedretto, spinto dall’entusiasmo maturato nell’ultima escursione con gli sci. Le previsioni meteo danno cielo sereno fino al pomeriggio e temperature miti. Alle 8:40 mi avvio lungo il sentiero che conduce alla Capanna Piansecco, che presenta attualmente alcuni tratti, complessivamente una trentina di metri, privi completamente di neve. Dopo un’ora arrivo alla capanna e dopo ulteriori 10 minuti all’inizio del primo “muro”. Effettuate le prime inversioni decido di montare i coltelli, in quanto gli sci muletto con le vecchie pelli non mi garantiscono una buona aderenza. Mi raggiungono e mi superano tre giovanotti comaschi, intenzionati a risalire il Canale della Fiamma. Con i loro larghi splitboard accentuano la traccia, facilitandomi la progressione. La salita è tosta, tuttavia finora il sole offre una buona visibilità, che permane fino a circa 2450 m di quota, quando il cielo molto rapidamente si annuvola e crea una sgradevole luce diffusa. Alla quota di 2600 m i tre alpinisti deviano verso sud, in direzione della base del ripidissimo Canale della Fiamma di Baggio, 42°- 45°, contraddistinto dall’acuminata fiamma granitica che lo affianca. Per il Gerenpass (2670 m) mancano ancora circa 300 m lineari. Oltre alla luce diffusa comincia a spirare un gelido vento contrario che mi paralizza la mandibola. Scambio, con difficoltà, qualche impressione con una coppia di ciaspolatori e continuo a testa bassa fino al valico, che con il bel tempo è uno dei posti più affascinanti del Canton Ticino. Lo raggiungo dopo  3 h e 25 min dalla partenza. Dei famosi iceberg del Gerenpass, che tanto hanno fatto parlare, rimane poco o nulla. Saranno ricordati grazie soprattutto alla bella pubblicazione di Giovanni Kappenberger, “Gli iceberg del Gerenpass – Poetica del ghiaccio”, Salvioni Editore, 2022. In questo libretto l’autore ha dato un nome agli iceberg: Olaf, Irene, Cervino, Centrale, Due Balene.

Proseguo, più o meno alla cieca, in direzione sud, sul Chüebodengletscher, attualmente ricoperto da un buon strato di neve polverosa. Lo attraverso con calma in poco più di mezz’ora, prima di essere nuovamente investito da forti raffiche di vento gelido (altro che temperature miti…). Mi guardo attorno e scendo brevemente per osservare il pendio meridionale, ammantato da un’infame luce diffusa. Caspita che pendenza! Se della salita al Gerenpass si parla spesso di “muro”, qui si dovrebbe parlare di “super muro”. Visto dal Lago delle Pigne, illuminato dal sole, ho avuto un’altra percezione, sembrava un gioco da ragazzi. Mi sposto a destra, poi a sinistra, cercando il punto più favorevole per scendere, ma non mi decido, anche perché si vede solo la prima parte del versante. Dopo parecchi tentennamenti mi faccio coraggio: spello, prestando attenzione affinché il vento non mi porti via le pelli di foca, cambio le lenti degli occhiali, indosso il casco, stringo gli scarponi, mi batto un pugno sul petto come fanno gli sciatori al cancelletto e parto.

                                             Passo di Maniò (2713 m)

La pendenza è superiore persino a quella della pista di sci più pendente di tutta l’Austria, la Harakiri, che raggiunge il 78%. Qui siamo attorno al 95%, pari a 40° - 50°. Le app del telefonino me lo confermano. La superficie non è liscia. Ci sono delle protuberanze gelate che devo scansare per evitare bruschi contraccolpi, che mi farebbero precipitare sul lungo pendio. Non accenno a curvare, per il timore di impiantarmi in qualche tratto di neve crostosa. Eseguo delle lunghe traverse, che mi portano a lambire le impressionanti pareti granitiche del Poncione di Cassina Baggio, che vantano vari itinerari d’arrampicata con difficoltà 6a+ e 6b.

Scendo con prudenza e mi fermo spesso sia per tirare il fiato sia per valutare i passaggi più favorevoli; dall’alto non si vedono i salti di roccia. La perseveranza e la calma mi permettono di raggiungere indenne il piano sottostante, sempre nella luce diffusa. La carta topografica online mi informa che mi trovo ai bordi del Lago delle Pigne (2279 m), irriconoscibile con questa luce. Applico di nuovo le pelli e mi avvio, in direzione ovest, per superare il centinaio di metri di dislivello che mi separano dalle Cave delle Pigne (2368 m). Finalmente posso togliere definitivamente le pelli di foca e scendere di fianco al Riale delle Pecore fino a quota 2200 m, dove svolto a destra seguendo l’elettrodotto ad alta tensione, fino a raggiungere la strada della Novena, poco sopra Ciuréi di Mezzo. Mi rimangono quasi 6 km di discesa su neve compatta rigelata, molto irregolare, con numerose buche di ogni dimensione, dovute al calpestio degli escursionisti con slitte, accompagnati dai loro cani.

La lunga escursione si conclude dopo 7 h e 15 min dalla partenza al Posteggio Cacciatori di All’Acqua.

 

Lunga escursione scialpinistica con un forte dislivello, in un pregevole ambiente alpino, parzialmente guastata dalla luce diffusa, che non mi ha permesso di immortalare la splendida regione del Chüebodengletscher.

La discesa dal Passo di Maniò ha dato un tocco di avventura e temerarietà alla gita, che da tempo non rivivevo.

 

Tempo totale: 7 h 15 min

Tempo di salita: 4 h 12 min fino al Passo di Maniò, soste comprese

Tempi parziali

Parcheggio Cacciatori All’Acqua (1616 m) – Capanna Piansecco (1984 m): 1 h

Capanna Piansecco (1984 m) – Gerenpass (2670 m): 2 h 25 min

Gerenpass (2670 m) – Chüebodengletscher – Passo di Maniò (2713 m): 35 min

Passo di Maniò (2713 m) – Lago delle Pigne (2279 m): 38 min

Lago delle Pigne (2279 m) – Cave delle Pigne (2368 m): 23 min

Cave delle Pigne (2368 m) – Ciuréi di Mezzo (2028 m): 40 min

Ciuréi di Mezzo (2028 m) – All’Acqua (1616 m): 40 min

Coordinate Passo di Maniò: 677'372 / 150'182

Dislivello in salita: 1381 m

Sviluppo complessivo: 17,3 km

Quota massima: 2735 m

Quota minima: 1615 m

Pendenze: Gerenpass 38° / Canalone del Passo di Maniò 40°-50°

Difficoltà: PD+ (canalone a sud del Passo di Maniò: AD-)

SLF: 2 (moderato)

Soccorso alpino CAS: 117

Soccorso REGA: 1414

Copertura della rete cellulare: buona

Tourengänger: siso


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Kommentare (4)


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Michea82 hat gesagt:
Gesendet am 6. Januar 2023 um 07:06
Complimenti Siso. Per nulla banale soprattutto la discesa!

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 6. Januar 2023 um 08:59
Già, soprattutto con luce diffusa.
Grazie Michea, buon anno!

Daniele66 hat gesagt:
Gesendet am 6. Januar 2023 um 16:51
Sempre un piacere leggere le Tue avventure....Peccato x la discesa non appagante da quello splendido posto....Complimenti Daniele66

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 6. Januar 2023 um 20:11
Grazie Daniele!
La discesa dal canalone del Maniò è stata per me un'avventura: ero solo soletto, visibilità scarsa, pendenza estrema, nessuna traccia... ma molta adrenalina!
È stata comunque fonte di soddisfazione, per averla portata a termine senza cadute. Nessuna foto, nessun video, perché non si vedeva quasi nulla ed ero troppo concentrato per non incappare in un salto di roccia.
Ciao!


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