Poncione di Cassina Baggio 2860 per la cresta SE (cima nord e centrale)
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La SE del Cassina Baggio è un itinerario pregiato, non difficile, seppure non banale per l'esposizione che implica e l'impegno che richiede. Situata a quote non eccessive (mediamente a 2700 m), è composta da bella roccia che si presta ad essere arrampicata con piacere e divertimento.
Noi l'abbiamo trovata in ottime condizioni (pulita ed asciutta).
Vista d'insieme della SE del Cassina Baggio (da Piansecco)

Descrizione
Siamo un bel team: io, Carlo Donati e Andrea Ravazza (con Carlo ho scalato il Rosso, il Kesch e i Tre Corni, con Ravazza il Forcella). Per loro è la prima uscita insieme.
Siccome i miei compagni sono veloci negli avvicinamenti decido di anticiparli di un'oretta facendomi trovare alla base della via. In questo modo posso partire con calma.
Alle 07.30 mi incammino presso All'Acqua lungo il sentiero per la Capanna Piansecco (vedi relazioni per il Chüebodenhorn e il Rotondo).
Quindi proseguo in direzione Gerenpass risalendo il primo balzo fino alla quota 2200 m circa.
Qui alla mia sinistra si delinea la cresta SE del Cassina Baggio. Abbandono il sentiero e mi sposto verso un canalino che conduce alla sella tra una torre appuntita (a sinistra) e una torre molto grande (a dx).
Alla base del canalino aspetto i miei amici.
La salita fino alla bocchetta è semplice: si procede su roccette e tratti erbosi.
Canalino di accesso alla via

Presso la bocchetta ci leghiamo in conserva e attacchiamo la via. Subito, poco sopra, c'è una placca inclinata di traverso che sale verso destra. La risaliamo con prudenza (esposto) e nella parte più alta integro con un paio di friends per assicurare i miei amici.
In seguito l'itinerario è piuttosto semplice, seguiamo la cresta senza difficoltà fino ad una seconda placca (III). Per risalirla applico un altro friends. Scarsa di appigli si riesce comunque ad arrampicare bene.
Ricordo poi di aver superato, nei pressi del punto 2621, un tratto molto affilato. Qui ci assicuriamo girando la corda intorno agli spuntoni.
La salita alla Cima Centrale implica il superamento di un profondo intaglio che la divide da tutta la prima parte di cresta. Dobbiamo discendere sulla sinistra lungo un canaletto molto ripido (non difficile), toccare il fondo dell'intaglio (a sua volta punto di convergenza di 2 canalini nel quale qualcuno ha in precedenza allestito una sosta per calarsi in uno degli stessi).
In alternativa ci si può calare direttamente da sopra (punto senza quota e nome) lungo una paretina verticale di una quindicina di metri.
Dopo l'intaglio risaliamo piegando a sinistra per aggirare una serie di pinnacoli. Non è semplice per me traversare una placca di pochi metri scarsa di appigli. Appena mi trovo dall'altra parte assicuro i miei amici.
Questa placchetta è evitabile ma occorre scendere ulteriormente sul versante a sinistra.
Quindi guadagniamo quota su un pendio di roccette e puntiamo ad un intaglio più a monte situato alla nostra destra, subito dopo le torrette. Lo raggiungiamo mediante un diedro (II o III).
Da qui scaliamo una cresta divertente (max III) fino a conquistare la cima centrale.
La seconda placchetta (III)

Tratto finale divertente per la cima centrale (III)

Siamo immersi nella nebbia ma siamo felici. Decidiamo di andare anche alla Cima Nord.
Per raggiungerla bisogna disarrampicare un passaggio aereo (esposto ma ben appigliabile), seguire la facile cresta fino alla base della cima. Qui c'è un muretto di due o tre metri da arrampicare: noi per la salita abbiamo optato per un diedro (subito a sinistra) da salire con la forza delle braccia. Per la discesa ci spostiamo un po' più a nord dove la paretina risulta un po' più bassa: tenendoci agli appigli disarrampichiamo (III).
Dalla cima nord non vediamo proprio nulla. Ci fermiamo per mangiare qualcosa e fumare la nostra sigaretta di vetta.
Per la discesa io vorrei seguire la cresta ripassando dalla Cima Centrale. Ma Carlo mi propone di tagliare dalla sella tra le due cime e di saltare sul ghiacciaio del Chüeboden.
Scegliamo la sua opzione ma si rivela sconsigliabile. Pochi metri sotto la sella la roccia è molto marcia e la pendenza sostenuta, provochiamo numerosi distacchi. Seguiamo una breve cengia e quindi discendiamo una placca dotata di un intaglio longitudinale che ci facilita. Il pendio ora è ricoperto di neve (almeno mezzo metro) sfondosa. Il problema è che ad ogni sprofondamento è facile prendersi una roccia sulle tibie.
Decido quindi di condurre i miei amici nuovamente verso la cresta principale. Aggiriamo da ovest, appena sotto-cresta, la Cima Centrale e riprendiamo poi il filo, pulito.
Giunti sotto la Cima Meridionale, evitiamo di salirne la vetta e ci abbassiamo sul ghiacciaio.
Il terminale è aperto solo in una piccola sezione. Per il resto è chiuso.
Percorriamo il ghiacciaio rapidamente fino al Gerenpass.
L'ambiente del Geren è di alto livello. Ce lo godiamo tutto.
Discesa da evitare per il ghiacciaio Vista sul Chüebodengletscher

Dal Gerenpass la discesa ad All'Acqua la effettuiamo rapidamente. È un sentiero segnato. Inizialmente richiede concentrazione (roccette). Poi è più tranquillo.
Concluderemo ad Airolo presso il Caseificio con un buon aperitivo offerto da Carlo.
Video
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Noi l'abbiamo trovata in ottime condizioni (pulita ed asciutta).
Vista d'insieme della SE del Cassina Baggio (da Piansecco)

Descrizione
Siamo un bel team: io, Carlo Donati e Andrea Ravazza (con Carlo ho scalato il Rosso, il Kesch e i Tre Corni, con Ravazza il Forcella). Per loro è la prima uscita insieme.
Siccome i miei compagni sono veloci negli avvicinamenti decido di anticiparli di un'oretta facendomi trovare alla base della via. In questo modo posso partire con calma.
Alle 07.30 mi incammino presso All'Acqua lungo il sentiero per la Capanna Piansecco (vedi relazioni per il Chüebodenhorn e il Rotondo).
Quindi proseguo in direzione Gerenpass risalendo il primo balzo fino alla quota 2200 m circa.
Qui alla mia sinistra si delinea la cresta SE del Cassina Baggio. Abbandono il sentiero e mi sposto verso un canalino che conduce alla sella tra una torre appuntita (a sinistra) e una torre molto grande (a dx).
Alla base del canalino aspetto i miei amici.
La salita fino alla bocchetta è semplice: si procede su roccette e tratti erbosi.
Canalino di accesso alla via

Presso la bocchetta ci leghiamo in conserva e attacchiamo la via. Subito, poco sopra, c'è una placca inclinata di traverso che sale verso destra. La risaliamo con prudenza (esposto) e nella parte più alta integro con un paio di friends per assicurare i miei amici.
In seguito l'itinerario è piuttosto semplice, seguiamo la cresta senza difficoltà fino ad una seconda placca (III). Per risalirla applico un altro friends. Scarsa di appigli si riesce comunque ad arrampicare bene.
Ricordo poi di aver superato, nei pressi del punto 2621, un tratto molto affilato. Qui ci assicuriamo girando la corda intorno agli spuntoni.
La salita alla Cima Centrale implica il superamento di un profondo intaglio che la divide da tutta la prima parte di cresta. Dobbiamo discendere sulla sinistra lungo un canaletto molto ripido (non difficile), toccare il fondo dell'intaglio (a sua volta punto di convergenza di 2 canalini nel quale qualcuno ha in precedenza allestito una sosta per calarsi in uno degli stessi).
In alternativa ci si può calare direttamente da sopra (punto senza quota e nome) lungo una paretina verticale di una quindicina di metri.
Dopo l'intaglio risaliamo piegando a sinistra per aggirare una serie di pinnacoli. Non è semplice per me traversare una placca di pochi metri scarsa di appigli. Appena mi trovo dall'altra parte assicuro i miei amici.
Questa placchetta è evitabile ma occorre scendere ulteriormente sul versante a sinistra.
Quindi guadagniamo quota su un pendio di roccette e puntiamo ad un intaglio più a monte situato alla nostra destra, subito dopo le torrette. Lo raggiungiamo mediante un diedro (II o III).
Da qui scaliamo una cresta divertente (max III) fino a conquistare la cima centrale.
La seconda placchetta (III)

Tratto finale divertente per la cima centrale (III)

Siamo immersi nella nebbia ma siamo felici. Decidiamo di andare anche alla Cima Nord.
Per raggiungerla bisogna disarrampicare un passaggio aereo (esposto ma ben appigliabile), seguire la facile cresta fino alla base della cima. Qui c'è un muretto di due o tre metri da arrampicare: noi per la salita abbiamo optato per un diedro (subito a sinistra) da salire con la forza delle braccia. Per la discesa ci spostiamo un po' più a nord dove la paretina risulta un po' più bassa: tenendoci agli appigli disarrampichiamo (III).
Dalla cima nord non vediamo proprio nulla. Ci fermiamo per mangiare qualcosa e fumare la nostra sigaretta di vetta.
Per la discesa io vorrei seguire la cresta ripassando dalla Cima Centrale. Ma Carlo mi propone di tagliare dalla sella tra le due cime e di saltare sul ghiacciaio del Chüeboden.
Scegliamo la sua opzione ma si rivela sconsigliabile. Pochi metri sotto la sella la roccia è molto marcia e la pendenza sostenuta, provochiamo numerosi distacchi. Seguiamo una breve cengia e quindi discendiamo una placca dotata di un intaglio longitudinale che ci facilita. Il pendio ora è ricoperto di neve (almeno mezzo metro) sfondosa. Il problema è che ad ogni sprofondamento è facile prendersi una roccia sulle tibie.
Decido quindi di condurre i miei amici nuovamente verso la cresta principale. Aggiriamo da ovest, appena sotto-cresta, la Cima Centrale e riprendiamo poi il filo, pulito.
Giunti sotto la Cima Meridionale, evitiamo di salirne la vetta e ci abbassiamo sul ghiacciaio.
Il terminale è aperto solo in una piccola sezione. Per il resto è chiuso.
Percorriamo il ghiacciaio rapidamente fino al Gerenpass.
L'ambiente del Geren è di alto livello. Ce lo godiamo tutto.
Discesa da evitare per il ghiacciaio Vista sul Chüebodengletscher


Dal Gerenpass la discesa ad All'Acqua la effettuiamo rapidamente. È un sentiero segnato. Inizialmente richiede concentrazione (roccette). Poi è più tranquillo.
Concluderemo ad Airolo presso il Caseificio con un buon aperitivo offerto da Carlo.
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Tourengänger:
Michea82

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