Cima delle Pecore (2060 m) – Bike & Hike


Publiziert von siso , 18. Oktober 2022 um 17:59.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:16 Oktober 2022
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Mountainbike Schwierigkeit: L - Leicht fahrbar
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Poncione Rosso   CH-TI 
Zeitbedarf: 8:45
Aufstieg: 2155 m
Strecke:Rodaglio (271 m) – Pai (503 m) – Sacco (670 m) – Citto (742 m) – Pönn Zora (948 m) –Alpe Càuri (1480 m) – Alpe Motarina (1580 m) – Alpe Legrina (1618 m) – Alpe Matro Càuri (1895 m) – Quota 1971 m – Cima delle Pecore (2060 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A2, uscita Bellinzona Nord, continuare fino a Osogna, quindi svoltare a sinistra verso Lodrino e Rodaglio (271 m).
Unterkunftmöglichkeiten:Capanna Alpe Alva.
Kartennummer:C.N.S. No. 1293 – Osogna - 1:25000.

Escursione in Valle Riviera alla scoperta dei monti di Lodrino.

 

Inizio dell’escursione: ore 8.05

Fine dell’escursione: ore 16.50

Pressione atmosferica, ore 9.00: 1023 hPa

Temperatura alla partenza: 14°C

Temperatura al rientro: 19°C

Isoterma di 0°C alle 9.00: 3500 m

Velocità media del vento: 5 km/h

Sorgere del sole: 7.42

Tramonto del sole: 18.35

 

Sveglia alle 5:45, partenza da casa alle 6:50, arrivo a Rodaglio (271 m) alle 7:50, dopo 65,0 km d’auto.

Parcheggiata l’auto in una stradina laterale poco dopo l’Oratorio di San Giovanni Battista, alle 8:05 inforco la bici e inizio la salita sulla bella strada asfaltata che sale ai monti. Il fondo perfetto e la pendenza media non eccessiva dell’8,2 % mi permettono di gustare la pedalata, intercalata da soste per osservare i vari  monti: Pai (503 m) o Paglio con il sottostante Oratorio romanico di San Martino, Sacco (670 m) con la cappella del 1616, Citto (742 m) e Pönn Zóra (948 m), dove finisce la strada.

Parcheggiata la bici, alle 9:30 inizio la camminata in direzione della parte alta del prato. Fino al bivio di quota 1378 m circa, non c’è possibilità di sbagliare percorso. In questo punto cruciale, una placchetta metallica indica che a destra si prosegue verso i monti Càuri, Motarina e Legrina, a sinistra verso la Capanna Alva.

Scelgo il percorso di destra, che dopo tre omini di pietra posti all’inizio, non ha più indicazioni di sorta. Con le prime foglie di faggio cadute, non è scontato, in salita, individuare facilmente il sentiero: qualche bollo sui tronchi sarebbe d’aiuto. Evidentemente i frequentatori abituali di questi monti nonché i responsabili del Patriziato non si rendono conto che i nuovi avventori possano avere delle difficoltà nel trovare la retta via. In ogni caso, l’applicazione Svizzera Mobile si rivela ancora una volta di grandissimo aiuto. Dopo un’ora e dieci di cammino arrivo all’Alpe Càuri (1480 m). Le sei o sette baite sono in uno stato soddisfacente (solo la prima è crollata), ma il prato quest’anno non è stato falciato. Oltre all’aspetto estetico, l’erba alta ingiallita costituisce un pericolo per possibili incendi. Persino la panca di legno massiccio posata sull’orlo del pascolo è collassata e abbandonata a sé stessa.

In ulteriori dieci minuti di cammino, superato un dislivello di cento metri, pervengo all’Alpe Motarina (1580 m): la più bella della gita odierna. In questo alpeggio la cura degli stabili e del prato è al top, quasi maniacale. Il panorama che si gode sul borgo di Biasca è avvincente.

Il sentiero continua in direzione ovest, sul versante orografico destro della Val d’Iragna, ad una quota di poco superiore ai 1600 m, in parte anche in discesa. Un breve tratto su roccia bagnata è assicurato da una catena. Mi trovo in un bosco di resinose: è il regno del picchio nero, che lancia ripetutamente il suo inconfondibile verso.

All’Alpe Légrina (1618 m) lo sguardo si apre verso ovest. Purtroppo le nuvole non permettono, almeno finora, di vedere le belle cime che fungono da confine con la Valle Verzasca: il Poncione Rosso, la Cima Lunga, la Cima di Piatto.

Anche da questo alpeggio l’imbocco della via successiva non è per niente segnalato. Si è invogliati a continuare verso sud dove l’erba attorno ad un sentiero è sfalciata. Ancora una volta mi devo avvalere dell’applicazione Svizzera Mobile: si deve proseguire in direzione est, in forte salita. Comincia il tratto più faticoso della gita. Il sentiero si alza con frequenti risvolti nel lariceto. Purtroppo il telefonino in questa zona non ha campo; di conseguenza, nemmeno la mappa è attiva. In poco più di mezz’ora raggiungo il pianoro dell’Alpe Matro Càuri (1895 m), in uno stato di abbandono. Il paesaggio, al limite superiore del lariceto, diventa bellissimo. Qui inizia la dorsale che sale verso la mia meta e la Cima di Negrös (2182 m). Alla quota di circa 1920 m trovo un rododendro in fiore; per usare una frase dal sapore antico: le stagioni non sono più quelle di una volta!

Per superare un risalto roccioso, in assenza di buoni appigli, dovrei attaccarmi ai rametti di rododendro. Dopo un attimo di esitazione, decido di appoggiare lo zaino sul gradino a monte e di aggirare l’ostacolo sul versante occidentale, strusciando fra i cespugli di ontano e ginepro.

Poco prima di raggiungere la meta, per superare un altro ostacolo, la traccia di sentiero lascia la dorsale e si sposta, di poco, sul lato orientale, fra cespugli ed erbe alte, quindi risale verso i macigni della dorsale. Alle 13:15, 5 h e 10 min dopo la partenza, pervengo alla Cima delle Pecore (2060 m).

                                         Cima delle Pecore (2060 m)

Non mi rendo subito conto di aver raggiunto la meta, tant’è vero che continuo fino alla quota di 2093 m. Inconsapevolmente sono arrivato a soli 180 m, in linea d’aria, dalla Cima di Negrös (2182 m).

Poco male, quest’ultima la riservo per un’altra gita, quando la meteo mi permetterà di scattare delle foto senza nuvole o nebbia.

Mi sento comunque appagato, in quanto la meta che avevo fissato a tavolino era proprio la Cima delle Pecore. Delle pecore non vedo che qualche escremento.

In discesa ripercorro gli stessi sentieri della salita, impiegando 3 h e 20 min per arrivare sul fondovalle.

 

È la seconda gita consecutiva all’insegna del “Ticino selvaggio”, suffragata questa volta dal mio record di dislivello positivo: ben 2155 m.

 

Tempo totale: 8 h 45 min

Tempo di salita: 5 h 10 min (soste comprese)

Tempi parziali

Rodaglio (271 m) – Pönn Zóra (948 m): 1 h 15 min (Bike)

Pönn Zóra (948 m) – Alpe Motarina (1580 m): 1 h 35 min

Alpe Motarina (1580 m) – Alpe Legrina (1618 m): 45 min

Alpe Legrina (1618 m) – Alpe Matro Càuri (1895 m): 35 min

Alpe Matro Càuri (1895 m) – Cima delle Pecore (2059 m): 45 min

Coordinate Alpe Legrina: 715.050/130.050

Coordinate Cima delle Pecore: 715.587/129.504

Dislivello in salita: 2155 m (record personale)

Distanza percorsa: 30,20 km

Quota massima: 2093 m

Quota minima: 271 m

Percorso in bici

Distanza solo andata: 8,5 km, dislivello: 712 m, pendenza media: 8,2%, i cento metri più ripidi: 20,1%

Consumo della batteria da 500 Wh fino a Pönn Zora: 73%

Consumo complessivo della batteria da 500 Wh: 76%

Difficoltà: F/T3+

Soccorso alpino CAS: 117

Soccorso REGA: 1414

Libro di vetta: no

Copertura della rete cellulare: Swisscom buona quasi ovunque, tranne nel tratto successivo all’Alpe Legrina.


Tourengänger: siso


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