Anello del Pizzo Spadolazzo

Dal parcheggio saliamo seguendo le indicazioni per il lago Nero. Il sentiero prima si dirige con un traverso in direzione della val Suretta, poi svolta a destra e sale a tornanti alla conca del lago Nero. Si costeggia il lago sulla sinistra su una pietraia, poi si ritrova il sentiero che sale tra erba e sassi. C'è poi un traverso dove il sentierino è ben tracciato ma stretto e su ripidi prati, dico questo per escursionisti a inizio "carriera". Poi il sentiero torna a salire e conduce sul passo del Lago Nero. 
 
Percorriamo pochi passi verso nord, in direzione del lago Gelato in Svizzera, poi giriamo a destra individuati sia i bolli gialli sia i segni bianco-rossi che guidano su una traccia di sentiero lungo la cresta di confine. Dopo una salita su ampia cresta si aggirano due anticime e con un tratto un pò esposto sul lato ovest (italiano) il sentierino porta alla cima con la croce. 
 
La giornata qui è nuvolosa, il panorama è quindi limitato, le previsioni erano migliori tant'è che la nostra meta iniziale era il Pizzo Tambò, ma arrivati al passo Spluga abbiamo rinunciato per il vento e per il nuvolone che avvolgeva la montagna.
 
In discesa decidiamo di percorrere un anello e cominciamo a seguire la cresta verso sud. Dopo brevi tratti in discesa, la cresta e di conseguenza il sentiero virano a est con un tratto di discesa ripido. Al suo termine il sentiero percorre qualche centinaio di metri in Svizzera e poi scende molto dolcemente verso il lago di Emet in vista del rifugio Bertacchi e passando dall'alpe Macolin. 

Dal lago si ritorna per il sentiero di accesso al rifugio. Prima fa un ampio traverso orizzontale, dove il tratto più esposto è provvisto di catena o corda fissa, alla testata della valle che sale da Madesimo, poi tagliando i tornanti della strada sterrata scende alla Strada Statale 36. Con un sentierino al lato della strada si torna al punto di partenza evitando l'asfalto.