Pass de Omenitt
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Oggi torno in Mesolcina ma, rispetto a domenica scorsa, questa volta sul versante opposto della valle ed in compagnia di Francesca.
La meta è il Pass de Omenitt.
Parcheggiata l'auto a Fracch nei pressi della stazione di partenza della funivia, seguiamo la stradina che si dirige verso il lago per un breve tratto per poi deviare a destra sul sentiero per l'Alp da Confin, seguiamo il percorso segnalato, esiste anche un percorso più diretto ma la temperatura, pur più bassa di quella di casa, è già abbastanza elevata da sconsigliare sudate superflue.
Raggiungiamo Confin Basso, con le sue installazioni sciistiche abbandonate ed una mandria di vacche con i vitelli, passiamo al di là del torrente ed iniziamo la salita della rampa che corre di fianco ad un rio pieno d'acqua e circondato da una moltitudine di fiori. Arriviamo a Confin Alto ed abbandoniamo il sentiero segnalato per seguire delle tracce e portarci, superata un'altra rampa, alla base del versante che adduce al passo di cui già vediamo i tre grandi ometti che gli danno il nome.
Non ci sono segnavia ufficiali ma all'inizio del sentiero si trova un paletto con tracce di vernice blu e poco oltre un paio di ometti che ho provveduto a rinforzare. Da qui il sentiero si fa evidente e con vari zigzag sale fino ai tre grandi ometti.
Al di là si apre la testata della Val Calanca, le nuvole, assenti alla partenza, hanno coperto vaste porzioni di cielo, il vento, freddo, le muove comunque così da lasciar vedere ora una ora l'altra delle varie cime. La neve è quasi assente: permane solo in qualche canalone e nei nevai più elevati.
Indossiamo le giacche a vento e mangiamo, ancora qualche foto e decidiamo di scendere.
Alla base del versante, invece di ritornare per il percorso fatto stamane, ci dirigiamo a destra in direzione dei Laghetti dell'Alp de Confin.
Attraversiamo praterie tappezzate di fiori: Primule integrifolia e Soldanelle a perdita d'occhio...non ne ho mai viste così tante.
Scendendo vediamo delle vacche insolitamente scure sulle rive dei laghetti, più ci avviciniamo e più ci appaiono strane anche come conformazione, quando siamo in prossimità della mandria l'arcano si rivela: sono bufale in compagnia dei loro vitelli.
Scatto diverse foto quindi proseguiamo verso la bocchetta al di sotto del Mottone (o Cima de Passit come dicono altre carte), da qui si potrebbe scendere direttamente a San Bernardino ma visto che non è tardi decidiamo di raggiungere anche il Pass di Passit ed i suoi laghi dove incontriamo le prime persone della giornata, prendiamo il sentiero alto e ritorniamo a San Bernardino attraverso il bosco.
Bella gita caratterizzata da ampie praterie ricoperte di fiori e con tanti laghetti, torbiere e pozze d'acqua inframezzate da rampe da cui scendono torrenti che formano cascate e cascatelle.
Unico neo gli impianti sciistici abbandonati che sarebbe il caso di smantellare.
Nella parte alta il sentiero non è segnalato ufficialmente ma è ben visibile e senza difficoltà.
La meta è il Pass de Omenitt.
Parcheggiata l'auto a Fracch nei pressi della stazione di partenza della funivia, seguiamo la stradina che si dirige verso il lago per un breve tratto per poi deviare a destra sul sentiero per l'Alp da Confin, seguiamo il percorso segnalato, esiste anche un percorso più diretto ma la temperatura, pur più bassa di quella di casa, è già abbastanza elevata da sconsigliare sudate superflue.
Raggiungiamo Confin Basso, con le sue installazioni sciistiche abbandonate ed una mandria di vacche con i vitelli, passiamo al di là del torrente ed iniziamo la salita della rampa che corre di fianco ad un rio pieno d'acqua e circondato da una moltitudine di fiori. Arriviamo a Confin Alto ed abbandoniamo il sentiero segnalato per seguire delle tracce e portarci, superata un'altra rampa, alla base del versante che adduce al passo di cui già vediamo i tre grandi ometti che gli danno il nome.
Non ci sono segnavia ufficiali ma all'inizio del sentiero si trova un paletto con tracce di vernice blu e poco oltre un paio di ometti che ho provveduto a rinforzare. Da qui il sentiero si fa evidente e con vari zigzag sale fino ai tre grandi ometti.
Al di là si apre la testata della Val Calanca, le nuvole, assenti alla partenza, hanno coperto vaste porzioni di cielo, il vento, freddo, le muove comunque così da lasciar vedere ora una ora l'altra delle varie cime. La neve è quasi assente: permane solo in qualche canalone e nei nevai più elevati.
Indossiamo le giacche a vento e mangiamo, ancora qualche foto e decidiamo di scendere.
Alla base del versante, invece di ritornare per il percorso fatto stamane, ci dirigiamo a destra in direzione dei Laghetti dell'Alp de Confin.
Attraversiamo praterie tappezzate di fiori: Primule integrifolia e Soldanelle a perdita d'occhio...non ne ho mai viste così tante.
Scendendo vediamo delle vacche insolitamente scure sulle rive dei laghetti, più ci avviciniamo e più ci appaiono strane anche come conformazione, quando siamo in prossimità della mandria l'arcano si rivela: sono bufale in compagnia dei loro vitelli.
Scatto diverse foto quindi proseguiamo verso la bocchetta al di sotto del Mottone (o Cima de Passit come dicono altre carte), da qui si potrebbe scendere direttamente a San Bernardino ma visto che non è tardi decidiamo di raggiungere anche il Pass di Passit ed i suoi laghi dove incontriamo le prime persone della giornata, prendiamo il sentiero alto e ritorniamo a San Bernardino attraverso il bosco.
Bella gita caratterizzata da ampie praterie ricoperte di fiori e con tanti laghetti, torbiere e pozze d'acqua inframezzate da rampe da cui scendono torrenti che formano cascate e cascatelle.
Unico neo gli impianti sciistici abbandonati che sarebbe il caso di smantellare.
Nella parte alta il sentiero non è segnalato ufficialmente ma è ben visibile e senza difficoltà.
Tourengänger:
paoloski

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