Dall'alba al tramonto
Quella che sto per raccontarvi è una storia vera.
Non sono fantasie germogliate in modo anomalo in questa fredda primavera.
Sono invece le gesta di un uomo in carne ed ossa che, prima del biennio Covid,
sul Triangolo Lariano non ci aveva messo piede da quanto? Trent'anni?
Un giorno invece, qualcuno che vive in Branza, e che per scherzo chiamano Gabrio,
lo condusse per monti. Palanzone e S. Primo divennero la sua seconda casa.
Da allora, il mercoledi ed il sabato, muove passi decisi verso la dorsale lariana.
Sembra innocuo a vedersi, invece no!
E' pericoloso e potrebbe crearvi problemi. Egli inghiotte dislivello e chilometri
come il tempo il vostro passato!
Potreste, senza neppure accorgervene, finire risucchiati nel turbinio generato dal suo
passaggio. Non limita le forze, cammina e va verso una mèta lontana.
Così quando il sole sorge, questo giovane sessantenne, si presenta sopra Erba
con la sua auto nuova. In silenzio comincia a calpestare sentieri.
Sale al Panigas fiancheggiando il Sasso d'Erba. Arriva al Puscio. Evitando la Capanna Mara,
cammina tra i prati della Cima dell'Asino. Senza ansimare doma il ripido sentiero del
Palanzone, da cui discende per la direttissima verso il Rifugio Riella.
Come un Pony Express entra nella "stazione di servizio" (non trasporta lettere, ma solo
tanta voglia di liberare l'anima oppressa da troppe restrizioni).
Il Rifugio Riella, quasi in sintonia con il vecchio West, non gli fornisce una nuova
cavalcatura, ma cibo per alimentare i suoi muscoli iper-attivi.
Avvisato del suo arrivo, il mitico gigante buono, lo aspetta in pantaloni corti (non esiste altro
che lui voglia indossare). Italo, aiutato dalla grande Gio, gli serve un'abbondante
colazione e tanto calore umano. Divorato senza patemi tutto quanto, si avvia verso altri lidi.
La razione di carboidrati (che farebbe ingrassare chiunque tranne lui)
lo spingono, come una turbina, verso nuove cime.
Il sentiero non gli va di traverso, super allenato com'è, ci vuole ben altro per fermarlo.
Su e giù per le varie elevazioni raggiunge il valico stradale della Colma. Rimane sulla cresta
boschiva fino alla Colma del Bosco, discende ad una sella camminando quanto basta.
Giunto alla mulattiera proveniente da Sormano, la ridiscende sin dove incrocia
il sentierino senza segnalazioni che porta al Monte Crocetta (La Torretta).
Spingendo qua e là gli occasionali e curiosi cinghiali, torna verso nord sulla costa fino al
Gerbal. In breve, costeggiando l'Alpe Spessola, si immette nella stradina che sale al Terra Biotta.
Senza curarsi troppo degli altri escursionisti, risale la cresta a sali e scendi, fino
al Monte S. Primo.
Qui, se ne ha l'occasione, non disdegna di intrattenere qualche "ragazzetta" (lui le
chiama così...) col suo erudito parlare.
Il tempo passa e la strada del ritorno è molto lunga. Seguendo a ritroso i suoi passi, la
vetta del Gerbal lo rivede passare. Scende direttamente al valico per tornare alla Colma
del Bosco, e via via tutte le altre cime. Dal Palanzone precipita di nuovo al Rifugio Riella.
C'è cibo caldo per lui che aspetta di essere mangiato. E' cucinato da una gran cuoca
(di cui non si può dire il nome: potrebbe chiedere un aumento, non sia mai!!...).
Polenta e carne vengono divorati con ferocia, mentre il dolce aspetta in attesa.
Voi direte:
"Dopo tanto camminare e con la pancia piena, scenderà e basta!"
"E invece No!" E' la risposta!!
Perchè uscito dal rifugio, torna per la terza volta (!!) in vetta al Palanzone. Non disdegna di
salutare la Cima dell'Asino e, se è in "buona" , va a dire "Ciao!" anche al Bollettone.
Giunto all'imbrunire sullo spendido balcone del Puscio, osserva in silenzio l'umanità
dolente.
Fischiando improbabili motivetti si infila nel bosco e, senza evitare il Panigas, giunge infine
all'auto.
Pensate sia una bufala?
Magari il frutto della mia comprovata mente malata?
Assolutamente no!
Egli esiste, è in carne ed ossa e non cerca pubblicità!
E' "registrato" su HIKR senza aver mai pubblicato nulla. Mi commenta ogni tanto...
...ama la discrezione, non vuole alimentare le sue epiche gesta!
Escursionista oltre ogni limite umano, egli viaggia in silenzio tra la natura che ama.
E' un cavaliere pallido che "galoppa" a briglia sciolta.
Non compie atti eroici, la sua lotta è un atto dovuto:
si chiama "Libertà".
Cammina a testa alta nel verde di questo nostro pianeta.
Il grip degli scarponi si consuma a vista d'occhio, mentre le articolazioni sembrano
non risentirne affatto. Teme solo fango, roccette e ben poche altre cose.
Sorride e si emoziona di fronte al miracolo di madre natura.
Ringrazia e torna ricaricato nella metropoli in cui vive:
non si è evoluta a misura d'uomo...resiste tenendo duro!
Se lo vedete, tiratevi da parte e non fermatelo, perchè il suo passaggio nel Triangolo
Lariano è oramai un'istituzione!!!
Dati tecnici:
Erba, Croce Pessina, Panigas, Puscio, Mara, Cima dell'Asino, Palanzone, Riella:
1250m di dislivello. tempo 2:10h (colazione).
Bocchetta di Caglio, Colma del Bosco, Crocetta (La Torretta), Gerbal, M. S. Primo:
2400m di dislivello.
Ritorno:
(Gerbal), Colma del Bosco, Palanzone (discesa dalla normale Sud-ovest), Rif. Riella (Pranzo).
2950m di dislivello.
Salita al Palanzone per la direttissima, Cima dell'Asino, Bollettone, Puscio, Panigas:
3600m di dislivello. 46km di sviluppo.
Non sono fantasie germogliate in modo anomalo in questa fredda primavera.
Sono invece le gesta di un uomo in carne ed ossa che, prima del biennio Covid,
sul Triangolo Lariano non ci aveva messo piede da quanto? Trent'anni?
Un giorno invece, qualcuno che vive in Branza, e che per scherzo chiamano Gabrio,
lo condusse per monti. Palanzone e S. Primo divennero la sua seconda casa.
Da allora, il mercoledi ed il sabato, muove passi decisi verso la dorsale lariana.
Sembra innocuo a vedersi, invece no!
E' pericoloso e potrebbe crearvi problemi. Egli inghiotte dislivello e chilometri
come il tempo il vostro passato!
Potreste, senza neppure accorgervene, finire risucchiati nel turbinio generato dal suo
passaggio. Non limita le forze, cammina e va verso una mèta lontana.
Così quando il sole sorge, questo giovane sessantenne, si presenta sopra Erba
con la sua auto nuova. In silenzio comincia a calpestare sentieri.
Sale al Panigas fiancheggiando il Sasso d'Erba. Arriva al Puscio. Evitando la Capanna Mara,
cammina tra i prati della Cima dell'Asino. Senza ansimare doma il ripido sentiero del
Palanzone, da cui discende per la direttissima verso il Rifugio Riella.
Come un Pony Express entra nella "stazione di servizio" (non trasporta lettere, ma solo
tanta voglia di liberare l'anima oppressa da troppe restrizioni).
Il Rifugio Riella, quasi in sintonia con il vecchio West, non gli fornisce una nuova
cavalcatura, ma cibo per alimentare i suoi muscoli iper-attivi.
Avvisato del suo arrivo, il mitico gigante buono, lo aspetta in pantaloni corti (non esiste altro
che lui voglia indossare). Italo, aiutato dalla grande Gio, gli serve un'abbondante
colazione e tanto calore umano. Divorato senza patemi tutto quanto, si avvia verso altri lidi.
La razione di carboidrati (che farebbe ingrassare chiunque tranne lui)
lo spingono, come una turbina, verso nuove cime.
Il sentiero non gli va di traverso, super allenato com'è, ci vuole ben altro per fermarlo.
Su e giù per le varie elevazioni raggiunge il valico stradale della Colma. Rimane sulla cresta
boschiva fino alla Colma del Bosco, discende ad una sella camminando quanto basta.
Giunto alla mulattiera proveniente da Sormano, la ridiscende sin dove incrocia
il sentierino senza segnalazioni che porta al Monte Crocetta (La Torretta).
Spingendo qua e là gli occasionali e curiosi cinghiali, torna verso nord sulla costa fino al
Gerbal. In breve, costeggiando l'Alpe Spessola, si immette nella stradina che sale al Terra Biotta.
Senza curarsi troppo degli altri escursionisti, risale la cresta a sali e scendi, fino
al Monte S. Primo.
Qui, se ne ha l'occasione, non disdegna di intrattenere qualche "ragazzetta" (lui le
chiama così...) col suo erudito parlare.
Il tempo passa e la strada del ritorno è molto lunga. Seguendo a ritroso i suoi passi, la
vetta del Gerbal lo rivede passare. Scende direttamente al valico per tornare alla Colma
del Bosco, e via via tutte le altre cime. Dal Palanzone precipita di nuovo al Rifugio Riella.
C'è cibo caldo per lui che aspetta di essere mangiato. E' cucinato da una gran cuoca
(di cui non si può dire il nome: potrebbe chiedere un aumento, non sia mai!!...).
Polenta e carne vengono divorati con ferocia, mentre il dolce aspetta in attesa.
Voi direte:
"Dopo tanto camminare e con la pancia piena, scenderà e basta!"
"E invece No!" E' la risposta!!
Perchè uscito dal rifugio, torna per la terza volta (!!) in vetta al Palanzone. Non disdegna di
salutare la Cima dell'Asino e, se è in "buona" , va a dire "Ciao!" anche al Bollettone.
Giunto all'imbrunire sullo spendido balcone del Puscio, osserva in silenzio l'umanità
dolente.
Fischiando improbabili motivetti si infila nel bosco e, senza evitare il Panigas, giunge infine
all'auto.
Pensate sia una bufala?
Magari il frutto della mia comprovata mente malata?
Assolutamente no!
Egli esiste, è in carne ed ossa e non cerca pubblicità!
E' "registrato" su HIKR senza aver mai pubblicato nulla. Mi commenta ogni tanto...
...ama la discrezione, non vuole alimentare le sue epiche gesta!
Escursionista oltre ogni limite umano, egli viaggia in silenzio tra la natura che ama.
E' un cavaliere pallido che "galoppa" a briglia sciolta.
Non compie atti eroici, la sua lotta è un atto dovuto:
si chiama "Libertà".
Cammina a testa alta nel verde di questo nostro pianeta.
Il grip degli scarponi si consuma a vista d'occhio, mentre le articolazioni sembrano
non risentirne affatto. Teme solo fango, roccette e ben poche altre cose.
Sorride e si emoziona di fronte al miracolo di madre natura.
Ringrazia e torna ricaricato nella metropoli in cui vive:
non si è evoluta a misura d'uomo...resiste tenendo duro!
Se lo vedete, tiratevi da parte e non fermatelo, perchè il suo passaggio nel Triangolo
Lariano è oramai un'istituzione!!!
Dati tecnici:
Erba, Croce Pessina, Panigas, Puscio, Mara, Cima dell'Asino, Palanzone, Riella:
1250m di dislivello. tempo 2:10h (colazione).
Bocchetta di Caglio, Colma del Bosco, Crocetta (La Torretta), Gerbal, M. S. Primo:
2400m di dislivello.
Ritorno:
(Gerbal), Colma del Bosco, Palanzone (discesa dalla normale Sud-ovest), Rif. Riella (Pranzo).
2950m di dislivello.
Salita al Palanzone per la direttissima, Cima dell'Asino, Bollettone, Puscio, Panigas:
3600m di dislivello. 46km di sviluppo.
Tourengänger:
FrancescoR,
Gabrio


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