Corno Birone - anello
|
||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Parcheggio in prossimità del santuario della madonna di San Martino, sono quasi le 11 del mattino e cerco il sentiero per salire diretto al corno Birone.
Un signore che coltiva l'orto mi da le giuste indicazioni e mi avverte che è bello ripido e faticoso. Un po' ne ero già preparato perché so bene che questa roccia dolomitica solitamente è tanto bella quanto particolarmente difficile da camminare.
Il segnavia indica il numero 1.
Come spesso succede nel lecchese, appena lasciata la città con capannoni e palazzi, ci si immerge da subito in una montagna vera e di tutto rispetto. Peccato che oggi una foschia molto intensa impedisce la vista dei laghi, in particolare quello di Annone che rimane proprio il principale attore del sentiero.
Presto incontro il Sass Negher, un interessante macigno di serpentino di 1000 tonnellate adagiato qua sul fondo valle e proveniente dalla Valmalenco, trasportato dagli antichi ghiacciai.
Salendo il sentiero si snoda in maniera davvero sapiente tra vallette e speroni di roccia. L'ho trovato molto divertente, un paio di punti un po' esposti, ma sempre soleggiato e completamente al riparo dai venti che oggi soffiano gelidi da nord.
Fino al Corno il mio abbigliamento è a maniche corte, poi la situazione cambia drasticamente non appena salgo il monte Rai.
Rientro per il Sasso Malascarpa, sulla bella crestina che segue e vado buttarmi nel bosco fino San Tomaso. Questa località è davvero graziosa, molto gettonata e piena di gente. Tanti i prati dove poter fare picnic.
L'escursione è alle porte di casa, una di quelle montagne che meritano... ma chissà per quale motivo si rimandano sempre ad altre occasioni.
Ecco, oggi era l'occasione giusta per salirla!
Un signore che coltiva l'orto mi da le giuste indicazioni e mi avverte che è bello ripido e faticoso. Un po' ne ero già preparato perché so bene che questa roccia dolomitica solitamente è tanto bella quanto particolarmente difficile da camminare.
Il segnavia indica il numero 1.
Come spesso succede nel lecchese, appena lasciata la città con capannoni e palazzi, ci si immerge da subito in una montagna vera e di tutto rispetto. Peccato che oggi una foschia molto intensa impedisce la vista dei laghi, in particolare quello di Annone che rimane proprio il principale attore del sentiero.
Presto incontro il Sass Negher, un interessante macigno di serpentino di 1000 tonnellate adagiato qua sul fondo valle e proveniente dalla Valmalenco, trasportato dagli antichi ghiacciai.
Salendo il sentiero si snoda in maniera davvero sapiente tra vallette e speroni di roccia. L'ho trovato molto divertente, un paio di punti un po' esposti, ma sempre soleggiato e completamente al riparo dai venti che oggi soffiano gelidi da nord.
Fino al Corno il mio abbigliamento è a maniche corte, poi la situazione cambia drasticamente non appena salgo il monte Rai.
Rientro per il Sasso Malascarpa, sulla bella crestina che segue e vado buttarmi nel bosco fino San Tomaso. Questa località è davvero graziosa, molto gettonata e piena di gente. Tanti i prati dove poter fare picnic.
L'escursione è alle porte di casa, una di quelle montagne che meritano... ma chissà per quale motivo si rimandano sempre ad altre occasioni.
Ecco, oggi era l'occasione giusta per salirla!
Tourengänger:
paolo aaeabe

Communities: Hikr in italiano, Mountain at lunchtime " nà par muntagn o par bricch in dal mument del mangià "
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare