Pizzo Redorta (3038 m) dal Canale Tua

Da qualche anno sul libro "Ghiaccio delle Orobie" spunta una linguetta blu a pagina 63. Finalmente andiamo!
 

Parcheggiamo l'auto nel piccolo parcheggio al termine del paese di Valbondione (gratuito da Ottobre ad Aprile).

Attraversata la strada si prende il sentiero che porta diretto al Rifugio Coca. Pochi km ma tanta salita. Partiti alle 3:30 lo raggiungiamo nel buio della notte dopo 1 ora e 45 minuti. Dal rifugio, ancora al buio, seguiamo la traccia su neve che porta al lago di Coca, dove soffia già vento forte.

Cambiamo assetto dalle scarpette agli scarponi e, anziché costeggiare il lago sul suo lato sinistro, passiamo a destra, prendendo quota. Intravediamo le cime tutt'attorno ma non è possibile riconoscere i canali, così puntiamo alle pareti rocciose, passando anche su pendii pietrosi.

Iniziamo a vedere qualche altra luce frontale salire dal pendio sotto il lago, andranno al Pizzo di Coca.

Quando la primissima luce dell'alba fa capolino iniziamo ad osservare i canali e compararli con quelli della foto delle relazioni. Pare siamo nel posto giusto, alla base del canale Tua.
 

Calziamo i ramponi, imbrago, casco e piccozze e iniziamo a risalire il pendio nevoso che si stringe man mano che ci addentriamo nel canale (pendenze 40/45°).

Sono costretta e continue pause per dare tregua al mio cuore, le pulsazioni mi sembrano molto alte, ma fiato e gambe potrebbero doppiarlo. Sarà la quota, per quanto ancora modesta?
Raggiungiamo il primo breve salto di roccia poco ghiacciato. Lo superiamo a sinistra e continuiamo su neve compatta. Arriviamo al secondo salto di roccia: Raffaele passa a sinistra in un canalino diagonale, mentre io e Marta, assicurate da Raffaele, saliamo dritte per dritte su roccia per poi traversare a destra con pochi appigli per mani e punte di rampone, fino a ritornare sulla gola nevosa.
Il canale è ben incassato e, svolto lo guardo alle nostre spalle, si può vedere solamente un paio di cime: il Pizzo di Coca ed il Dente di Coca.
Procediamo per il canale nevoso, con pendenze massimo 60°. Il terzo salto di roccia, preceduto da una sosta a destra (cordone giallo), si presenta poco appigliato. Qualche scarica di neve dall'alto ricopre le poche fessure.
Ancora qualche buon metro di collegamento nevoso e raggiungiamo il quarto e ultimo salto roccioso, il più impegnativo. Leggermente a sinistra è presente un cordino bianco e grigio per la sosta. Quando è il mio turno, l'incessante scarica di neve ghiacciata che scende soffiata dal forte vento a nord, mi impedisce sia di guardare in alto che di proseguire. Prenderò una gelata estenuante! Il primissimo tratto è in leggero strapiombo. Una volta superato aggiriamo la protuberanza nevosa per continuare su roccia e ghiaccio e sbucare nuovamente su neve (sosta a destra).
Ultimo lungo pendio nevoso abbastanza ripido con qualche brevissimo tratto di facilissime roccette e ghiaccio ed eccoci alla bocchetta di Scais, dove il vento tira all'impazzata. 

Svoltiamo a sinistra e, fatti quattro passi sulla piccola cresta esposta, superiamo un salto di roccia e continuiamo su neve portante, rimanendo sempre a destra della cresta, arrivando alla croce di vetta del Pizzo Redorta. 
Altri 4 alpinisti stanno fumando una sigaretta, non sappiamo da dove siano arrivati. Al riparo dal vento, qualche roccetta sotto, ci gustiamo un pò di relax al sole, mentre altri due salgono dal canale ovest centrale. 
Tagliamo in traverso il pendio nevoso arrivando alla sommità del canalone ovest. Scendiamo per facili roccette esposte e mettiamo piede sul canale vero e proprio, un ampio pendio nevoso. Seguiamo una linea diretta alla conca sottostante. Le pendenze non superano mai i 45°. Raggiunto il pianoro intercettiamo la via normale e da qui proseguiamo sull'evidente traccia in direzione del visibile Rifugio Brunone. È presente un bivio con la possibilità di raggiungere il Rifugio Coca, a nostro parere allungando molto il rientro (traccia non visibile). Al Rifugio Brunone cambiamo nuovamente assetto, via ramponi e scarponi e calziamo comode scarpette!
Riprendiamo il sentiero poco innevato raggiungendo il torrente Fiume Nero e lo costeggiamo per tutta la valle. In 2 punti il sentiero è coperto da cascate di ghiaccio, il primo attrezzato con catena, nel secondo lo aggiriamo dall'alto. Attraversiamo il torrente passando sul ponte portandoci alla sinistra orografica della valle. Come da cartelli, in poco meno di 50 minuti raggiungiamo il paese Fiumenero.
Da qui autostop fino a Valbondione.


Tempistiche e dati:
Valbondione - Rifugio Coca: 1h 45'  4.3 km  885D+
Rifugio Coca - Lago di Coca: 30'  1.5 km  200D+  
Lago di Coca - base Canale Tua: 45'  2 km  240D+
Canale Tua - Bocchetta di Scais: 3h50'  700/800D+

Bocchetta di Scais - Pizzo Redorta: 45' 1km  185D+
Pizzo Redorta - Rifugio Brunone (da Canale Ovest): 1h15'  2.7 km  750D-
Rifugio Brunone - Fiumenero: 2h50'  8 km  1400D-


Canale stupendo, mai troppo difficile ma con giusto quei 4 punti ingaggiosi (con le condizioni trovate) che danno quel brio in più alla lingua nevosa.
Mandare in confusione Raffaele con "Marta.....Marty...Marta"....divertentissimo!

Grazie compagni instancabili!