ivanbutti Le belle giornate autunnali sono ideali per ammirare il Lago, così con Stefano andiamo oggi per salire una cima minore ma che sa regalare comunque grandi panorami; L'Usciolo è infatti una cima secondaria della cresta che dal Duria digrada verso la Val Darengo, La partenza è sopra Livo, dove ci fermiamo al municipio per provare a pagare il ticket per salire verso Campo Faido e Pieghèe, ma la macchinetta al momento è stata tolta, un local ci ha detto "l'importante è che vi facciate riprendere dalle telecamere del municipio, così dimostrate la buona volontà e nessuno vi può dire niente"; mah. La strada è in condizioni più che buone, noi ci fermiamo poco prima di Pieghèe in uno slargo bello grande. Attraversato il ponte in cemento della Val Piana seguiamo le ottime indicazioni già descritte su Hikr, al bivio prendiamo per 5 metri a sx ma subito lo lasciamo voltando a dx imboccando quindi il sentiero centrale dei tre che si dipartono dopo il ponte, più diretto degli altri due. In breve siamo a Sevione e anche qui, grazie alle preziose indicazioni, puntiamo la stazione d'arrivo della teleferica dei materiali, dietro la quale il sentiero prosegue verso Bargo; alla bella baita (l'unica di questa località) giriamo decisamente a sx, sempre su sentiero evidente, e si arriva così alle numerose baite sparse, tutte più o meno diroccate, di Dossi. Superata l'ultima baita il sentiero diventa quasi un miraggio, lo si trova solo per alcuni brevi tratti, per cui si viaggia nel paglione più o meno alto e che costringe a faticare molto nella progressione, già di per se faticosa perchè molto ripida. Come riferimento si passa a sx di una evidente frana e si punta poi l'anticima 1945 m. (Pizun), anche se non conviene salirla ma 30-40 metri circa sotto di essa si taglia a sx; qui ogni tanto una timida traccia appare, ed essa porta alla bocchetta tra il Sasso Camoscè e L'Usciolo di quota 2.060; ora con breve e semplice salita su roccette si arriva in vetta, sono occorse 3h 15 min. La giornata è eccellente e quindi anche il panorama; facciamo una breve pausa, durante la quale siamo raggiunti da 3 escursionisti che sono arrivati sempre dalla bocchetta 2.060, ma loro lì sono giunti in discesa dal Sasso Camoscè dopo avere salito il Duria; valutano di scendere dal sentiero fatto da noi, ma poi il ricongiungimento con Bodone dove hanno l'auto sarebbe o complicato o molto lungo, per cui anche loro, come noi, ritornano dalla via di andata. Anche scendendo occorre attenzione, con la traccia che scompare continuamente si rischia di infilare qualche valletta sbagliata, come è accaduto a noi che eravamo dal lato sbagliato della frana, per fortuna ce ne siamo accorti subito e dopo 20-30 metri di risalita siamo tornati sulla retta via. Escursione adatta per chi ama un pò di wild e di ravano, certamente il non lontano Duria si raggiunge assai più semplicemente.
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