PUNTA HELBRONNER E "GIRETTO" AD ALTA QUOTA
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Giorno2 - Oggi il meteo non può tradirci: abbiamo monitorato le condizioni, abbiamo fatto la "danza" del sole, l'abbiamo chiamato a gran voce; abbiamo un programma molto fitto per questi tre giorni e oggi non è proprio accettabile che possa essere nuvoloso!!
Alle 9.00 siamo davanti alle funivie della Skyway Mont Blanc intenzionati a far fare un bel "giretto" ad alta quota a tutta l'attrezzatura che da qualche tempo e per motivazioni diverse non esce dall'armadio.
Il cielo è di un blu...perfetto!! L'aria è frizzante il giusto senza un filo di vento, ma soprattutto il sole.... c'è!
Fortunatamente c'è poca gente e la funivia, rigorosamente con mascherina, è accessibile nonostante il Covid.
Scendiamo alla stazione intermedia per visitare il Pavillon ed il giardino Botanico, circa un'oretta ben spesa: la sosta ci regala da subito magnifiche visuali e tanta euforia. Tralasciamo la cantina d'alta quota ed il cinema degno di un multisala e risaliamo sulla funivia, un concentrato di tecnologia risalente e rotante che in 7 minuti ci deposita a Punta Helbronner a 3.462 metri.
Anche qui non ci fermiamo all'interno, se avanzerà il tempo visiteremo dopo quello che c'è da vedere; usciamo sulla terrazza superiore per immortalare finalmente Sua "Maestà" in tutto il suo splendore e quindi attraverso il tunnel scendiamo al Rifugio Torino dove alle 11.00 siamo finalmente imbragati e con i ramponi ai piedi. Non abbiamo certo velleità di raggiungere qualche cima.
Seguendo l'evidente traccia puntiamo verso il Dente del Gigante e procediamo fino nei pressi della Aiguille Marbréès a quota 3.430mt; la neve è purtroppo abbastanza "molle" e si sprofonda facilmente: forse più che i ramponi erano meglio le ciaspole!
Ritorniamo quindi sui nostri passi e puntiamo al Col des Flambeaux: procedendo sempre su evidente traccia arriviamo a dare un'occhiatina in Francia sul crepacciato ghiacciaio verso l'Aiguille du Midi.
Non si è trattato certo di alpinismo estremo, non era quella la nostra intenzione; ci interessava la potenza dell'emozione di essere in quell'ambiente selvaggio, difficile ma la tempo stesso di una bellezza "estrema".
Ci siamo presi tutto il tempo necessario per assaporare semplicemente di essere in quel luogo magico.
Una esperienza assolutamente da fare, sempre in sicurezza, sempre con attenzione, per abbandonarsi alla gioia pura!
E per concludere... la perla di Ricky:
Dal punto di vista tecnologico la funvia Skayway è veramente impressionate perchè permette di raggiungere, in pochi minuti, luoghi proibiti ai più, facilitando le ascensioni più complesse; questa rischia di essere comunque un arma a doppio taglio: abbiamo visto gente inesperta e non equipaggiata avventurarsi anche in profondità sul ghiacciaio che, come sappiamo, può in ogni momento mostrare il suo lato meno "amichevole".
Alle 9.00 siamo davanti alle funivie della Skyway Mont Blanc intenzionati a far fare un bel "giretto" ad alta quota a tutta l'attrezzatura che da qualche tempo e per motivazioni diverse non esce dall'armadio.
Il cielo è di un blu...perfetto!! L'aria è frizzante il giusto senza un filo di vento, ma soprattutto il sole.... c'è!
Fortunatamente c'è poca gente e la funivia, rigorosamente con mascherina, è accessibile nonostante il Covid.
Scendiamo alla stazione intermedia per visitare il Pavillon ed il giardino Botanico, circa un'oretta ben spesa: la sosta ci regala da subito magnifiche visuali e tanta euforia. Tralasciamo la cantina d'alta quota ed il cinema degno di un multisala e risaliamo sulla funivia, un concentrato di tecnologia risalente e rotante che in 7 minuti ci deposita a Punta Helbronner a 3.462 metri.
Anche qui non ci fermiamo all'interno, se avanzerà il tempo visiteremo dopo quello che c'è da vedere; usciamo sulla terrazza superiore per immortalare finalmente Sua "Maestà" in tutto il suo splendore e quindi attraverso il tunnel scendiamo al Rifugio Torino dove alle 11.00 siamo finalmente imbragati e con i ramponi ai piedi. Non abbiamo certo velleità di raggiungere qualche cima.
Seguendo l'evidente traccia puntiamo verso il Dente del Gigante e procediamo fino nei pressi della Aiguille Marbréès a quota 3.430mt; la neve è purtroppo abbastanza "molle" e si sprofonda facilmente: forse più che i ramponi erano meglio le ciaspole!
Ritorniamo quindi sui nostri passi e puntiamo al Col des Flambeaux: procedendo sempre su evidente traccia arriviamo a dare un'occhiatina in Francia sul crepacciato ghiacciaio verso l'Aiguille du Midi.
Non si è trattato certo di alpinismo estremo, non era quella la nostra intenzione; ci interessava la potenza dell'emozione di essere in quell'ambiente selvaggio, difficile ma la tempo stesso di una bellezza "estrema".
Ci siamo presi tutto il tempo necessario per assaporare semplicemente di essere in quel luogo magico.
Una esperienza assolutamente da fare, sempre in sicurezza, sempre con attenzione, per abbandonarsi alla gioia pura!
E per concludere... la perla di Ricky:
Dal punto di vista tecnologico la funvia Skayway è veramente impressionate perchè permette di raggiungere, in pochi minuti, luoghi proibiti ai più, facilitando le ascensioni più complesse; questa rischia di essere comunque un arma a doppio taglio: abbiamo visto gente inesperta e non equipaggiata avventurarsi anche in profondità sul ghiacciaio che, come sappiamo, può in ogni momento mostrare il suo lato meno "amichevole".
Tourengänger:
Ricky e Lalla

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