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Tra Fantasmi e Pecore
Vista da Giorgio - ( giorgio59m)
Giorno festivo e visto che per motivi vari non si è usciti domenica, rimandiamo ad oggi.
Purtroppo le previsioni non sono buone, molto nuovoloso ed anche pioggerella, ma noi come sempre non demordiamo.
Il gruppo è di soli tre elementi, a cui si aggiunge l'amico Francesco.
C'è una ragione ancora più importante per non rimandare ancora, oggi dopo sette mesi di assenza torna a camminare con noi Paolo, che non vedeva l'ora di rimettere gli scarponi.
Dove si va?
Propongo una meta che ho nella lista da tempo, quelle cime un pò sconosciute del nostro lago, la Costa della Sterlera o come denominata sulle mappe OSM Sas Piz.
Francesco c'è già stato, molti anni orsono con un altro Paolo pm1996, in quel caso non aveva visto quasi nulla a parte una bella nevicata, invece stavolta ... nebbia.
A giudicare da uno dei pochi report di questa cima, quello di Massimo, sembra che veder fantasmi qui sia la normalità.
Per evitare il traffico del lago al ritorno, facciamo levataccia e partiamo a camminare da Tabbiadello alle 7:05.
Le cime sono coperte dalle nubi, verso il lago un minimo di visibilità, con il bel tempo questo deve essere un posto spettacolare.
Ci incamminiamo lungo la "cementata" chiusa al traffico che ci porta a Pighè, piccolo borgo di stupende baite, proseguiamo sul sentiero a destra di Pighè che con lieve pendenza sale fino alla Bocchetta di Graglio, il sentierino è sul ripido ma sotto c'è una fitta faggeta.
Alla bocchetta di Graglio Q1260 c'e' una fontana ed un'area picnic con panche e tavoli, secondo la mia aspettativa pranzeremo qui.
Proseguiamo sul sentiero a destra della fontana, quello più marcato, ignorando le frecce che indicano Alpe Graglio e Corvegia a sinistra.
Lungo traverso poi tornante, altro traverso in diagonale e sbuchiamo nei prati sotto l'alpe Graglio, che raggiungiamo alle 8:10
Piccola pausa per ricompattarci e ripartiamo seguendo una ampia traccia scavata che risale a sinistra la larghissima dorsale.
L' Alpe Graglio merita di suo una visita, molto panoramica verso il lago verso sud, ma anche verso la Val Chiavenna e la Valtellina, peccato per le nuvole.
Molti animali in libertà, cavalli vicino alla stalla e pecore.
Lungo la dorsale tante capre nere, con il loro campanaccio al collo fanno un bel rumore.
La pendenza si fa più marcata ma senza alcuna difficoltà talmente è largo il fianco del costone.
Alle 9:30 siamo al Motto della Croce Q1887, nuovole e pecore in quantità.
Le pecore si radunano attorno a noi, spingono con la testa, forse vogliono qualcosa dai nostri zaini.
Al Motto della Croce solo un anonimo ometto di sassi.
Da qui la cresta si stringe parecchio, alternando pietrame e rocce e con una pendenza sempre più accentuata.
Salendo di quota si entra sempre di più nelle nuvole, quando arrivo in cima vedo a malapena gli amici che mi attendono, visibilità a pochi metri.
Oltre agli amici, fantasmi nella nebbia, un secondo e numeroso gruppo di pecore, che li circonda.
Cima ancora più anonima, nonostante i 2141mt, e che rappresenta il culmine della Costa della Sterlera, da qui si scende di qualche decina di metri alla bocchetta di Tressei, dove si può proseguire alla Corvegia o scendere nella selvaggia Val Bares chiusa tra il Ledù ed il Sasso Canale.
Inutile dire che si vede un "bel nagot".
Arrivo ultimo alle 10:05 sul Sas Piz, comunque felice della nebbiosa conquista.
Francesco aspettando che io mi riposi un pò, ha tutto il tempo di rendere omaggio alla cima costruendo un ometto (le pietre non mancano di certo), e di scendere sul fianco e raggiungere la vicina Bocchetta di Tressei. Vorrebbe proseguire per la Corvegia, ma riesco a dissuaderlo (da fare con buona visibilità).
Dopo una mezz'ora scendiamo, ma con la nebbia incombente sbagliamo di grosso, prendendo la cresta O, che precipita rocciosa in Val Bares.
Scendendo e non ricoscendo nulla, nonostante le nuovole, guardiamo il GPS per scoprire che dobbiamo tornare indietro.
Ripercorsa la cresta troviamo gli evidenti passaggi di poco prima e scendiamo la lunga costiera, fino a sopra l'Alpe Graglio, qui deviamo verso un grosso cumulo di pietre, punto molto panoramico verso N e quotato sulla CNS 1629mt.
Per pratoni ripidi torniamo all'Alpe Graglio, breve sosta disturbata dalle numerose pecore che si accalcano attorno a noi.
Scendiamo cercando un sentierino diretto che scende alla bocchetta, difficile trovarlo senza gps, ne troviamo le tracce nel bosco molto più in basso.
Come da programma alle 12:17 siamo all'area picnic della bocchetta di Graglio, occupiamo panche e tavoli e finalmente si riposa e si pranza.
Per tornare passiamo sul lato opposto della cimetta che sta sopra Pighè, giusto per fare un tratto diverso, è di poco più lunga ma è quasi una sterrata, larga e comoda. Unco problema si devono attraversare vari canali di scolo melmosi.
In poco più di mezz'ora dalla bocchetta raggiungiamo Pighè e da qui il parcheggio a Tabbiadello.
Il meteo è migliorato, ed in buona sostanza di pioggerella ne abbiamo presa poca.
Soddisfatti del percorso, guardiamo il lago da questa prospettiva a dir poco da favola.
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