Pizzo di Nara (2231 m) e Poncione di Nara (2432 m) da Chiggiogna
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La giornata è variabile, sono previsti rasserenamenti in giornata ma anche alcune precipitazioni al mattino e in serata.
È già la quarta volta che mi avvicino al Molare ma senza raggiungerlo per vari motivi.
La nebbia non ha mollato la presa, altro che variabile! La pioggia è stato l'unico elemento di variabilità e mi ha accompagnato per buona parte della salita. Toccate le cime di Nara non aveva senso con quelle condizioni spingersi fino al Molare.
Descrizione
Alle 06.10 mi incammino da Chiggiogna dapprima su strada, poi su una mulattiera nel bosco. In meno di un'ora sono a Rossura, proseguo sul sentiero che porta alla Bassa del Nara, stimata a 3 ore di distanza. Intanto la nebbia si infittisce e inizia a piovere. Mi sono portato l'ombrello. Attraverso diversi monti ma la visibilità è molto ridotta, per cui immagino un paesaggio fiabesco contorniato dalle cime imbiancate. Presso Monte mi fermo a mangiare e riposare un attimo. Ne approfitto per studiare un po' l'avvicinamento al Molare transitando dal Pizzo di Nara. Mi leggo la relazione di

Ora seguo il filo della cresta e in poco tempo sono sul Pizzo di Nara. Si tratta di un centinaio di metri piuttosto ripidi. Ci sono i primi nevai. Non ho idea di cosa si veda da lassù. Niente pause e mi incammino sul crinale. La nebbia rende ancora più aerea la cresta, la quale diviene vieppiù rocciosa e contraddistinta da un saliscendi che non avevo previsto. Per un lungo tratto fino al punto 2247 cammino sulle rocce e ci sono passaggi di primo e di secondo grado.

La cresta tra la Cima di Nara e il Poncione di Nara
Rallento parecchio il mio ritmo. Al punto quotato 2047 accedo discendendo da un passaggio da disarrampicare. La roccia bagnata lo rende più difficile nonostante l'esposizione sia moderata. Non ho la possibilità di contemplare il Poncione di Nara per poter valutare come proseguire. Ma poco più avanti scorgo nella nebbia una grande torre. Inizio una salita ripida su rocce a gradoni, poi dopo un passaggio di secondo grado su roccia mista a erba supero uno spuntone e mi trovo sulla parete rivolta verso la Val di Blenio. Metto via i bastoncini ma mi sembra troppo ripido. Si tratta di una vera e propria arrampicata. Non è proprio il caso. Retrocedo e aggiro la torre dal lato leventinese. Trovo un canale di sfasciumi e erba. Lo risalgo facilmente usando in parte le mani e rapidamente sono in cima al Poncione di Nara.
Lo sperone di roccia dal quale sono sbucato sul ripido versante leventinese
Tralaltro ho notato che i vari appigli sono instabili, le rocce di questa montagna si staccano. Bisogna controllare più volte prima di affidarsi completamente alle stesse.
Sono le 11.40 ( fin qui 5h 30, fino al Pizzo di Nara 4h). Scendo lungo il crinale con l'intenzione di proseguire ma mi rendo conto che ormai la nebbia non se ne andrà più. Non in tempi brevi. Non ha senso salire al Molare e affrontare un lungo ritorno o un anello da Stou per non vedere nulla. Lo tengo per una bella giornata.
Pertanto pausa pranzo. Niente foto di rito. Mi godo l'avvolgente silenzio.
Per la discesa e il ritorno evito il Pizzo di Nara e la cresta. Troppo impegnativo e lungo. Lascio il Poncione ma involontariamente da un canale più a ovest. Ì primi 400 metri sono molto ripidi, su rocce, placche e cespugli devo concentrarmi. Poi la pendenza si riduce e sfrutto alcuni nevai. Un ultimo tratto ripido pieno di cespugli e sono nei pressi dell'Alpe di Nara. Da qui scendo con calma ma in modo regolare dalla via mattutina. Alle 15.45 sono a Chiggiogna e il cielo schiarisce.
Poco più in su dell'Alpe di Nara scendendo dall'omonimo Poncione
Nei pressi di Rossura durante la discesa
Escursione molto interessante. Sicuramente da rifare con il bel tempo e la vista

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