Da Dervio al Monte Muggio

Certamente una cima sempre molto affollata per la bellezza del panorama e, ancor più, per la possibilità di un facile accesso automobilistico, ma... è possibile, partendo dal lago, trovare qualche tratto di sentiero poco conosciuto ed ancor meno frequentato. E' bello comunque vedere, ritornando in zona dopo una quindicina di anni, come la segnaletica e lo sviluppo dei sentieri siano aumentati a testimonianza di un interesse turistico che ha oltrepassato, almeno in parte, il livello della pura scampagnata postprandiale a pochi minuti dal parcheggio.


A pochi metri dal parcheggio all'imbocco della Via Valvarrone, appena prima che questa cominci a salire, sulla destra, a fianco della Fontana delle Lavine, si scende in un viottolo che si porta - senza alcuna segnalazione - a percorrere una pista cementata a fianco del torrente; si tratta del vecchio tracciato di servizio ad una centrale idroelettrica - attualmente ridotta a rudere - ancora percorso da una gora attiva scavata nel fianco della montagna. Tutta l'area - come segnalato in loco - è soggetta a frane e vasti tratti della parete sono ingabbiati in reti paramassi; anche il torrente stesso sembra soggetto a piene particolarmente aggressive e i blocchi di roccia che sostengono l'argine sono incatenati fra loro. Poco dopo essere passati sotto un alto viadotto della statale 36, si attraversa il torrente per andare ad affrontare una ripida ed umidissima parete; in ambiente da foresta pluviale (felci, muschi e varia vegetazione igrofila) si sale con strettissimi risvolti, talora instabilmente gradinati, cercando il passaggio fra lastroni di roccia ed alberi sporti sul pendio fino a raggiungere un tratto di bosco ben più pianeggiante, dove si trova l'ampia mulattiera Dervio - Vignago. La si segue brevemente verso destra fino ad incontrare il bivio (a sinistra) per Pratolungo; da qui inizia una stupenda integra e lunga mulattiera di gradini acciottolati che risale ripidamente un bellissimo bosco di castagni. Si oltrepassano in successione - sempre salendo - le località prative di Monte Basso, Canciago e Monte Alto, per poi arrivare, sempre seguendo la bella mulattiera, alle Cascine di Pratolungo. Poco sopra si incrocia una pista forestale che seguiremo in salita: dopo alcuni tornati, pianeggiando, ci si porta ad aggirare la conca di Camaggiore; senza raggiungerne la Sosta, si sale sul crinale che a sbalzi successivi va a raggiungere il Monte Muggio. Il sentiero, dapprima disperso nel pascolo, con l'aumentare della pendenza si evidenzia molto ripido al margine di un bosco di latifoglie e raggiunge, in località Prà Bolscino, un pannello ripetitore, nei cui pressi si incrocia il facile sentiero dell'Anello del M.Muggio. Lo seguiamo in saliscendi verso sinistra man mano addentrandoci in un bel bosco di larici: sempre belle le vedute sul Monte Legnone e tutte le cime dell'alta Valvarrone; poco prima dell'Alpe Dolca si lascia la traccia principale, che tende a scendere verso la chiesa di S.Ulderico, per salire a destra in una sorta di raccordo diretto per la cima del M.Muggio. Ci si sposta salendo verso est fino ad entrare in una fittissima abetaia di rimboschimento (netta svolta verso sud), dove onestamente si trova il corretto passaggio solo grazie ad una fittissima bollatura giallo-fluo; tornati allo scoperto, ci si trova subito ad una selletta dove converge il "sentiero alto" proveniente dalla sella Q1736 fra cima ed anticima del M.Muggio. A questo punto la cosa migliore - e più breve benchè ripida - è salire direttamente la labilissima traccia lungo la costolatura nord-est che accompagna fino alla croce di vetta, dove appunto si apre completamente il celebrato panorama. Per il ritorno proseguiamo sul sentiero della cresta sommitale oltrepassando la sella Q1736 ed i ruderi della Baita Comolli sull'anticima Q1754: da qui ripidissima discesa fino a Prà Bolscino da dove si ripercorre la via di salita tornando nei pressi della Sosta di Camaggiore; imboccata la pista sterrata si volge a sinistra in direzione della chiesetta di S.Girolamo e del vicino abitato di Stalle di Camaggiore. Scendendo fra le numerose baite, nel punto più basso, si individua in direzione sinistra la partenza della bella mulattiera acciottolata che scende ripida nel bosco oltrepassando i ruderi della abbandonata Camaggiore, per poi raggiungere il paese di Noceno. Ci si porta verso destra per trovare, nei pressi del piccolo cimitero, il sentiero per le Cascine di Pratolungo: una lunga e bella traversata con qualche brusco saliscendi attraverso i fitti boschi del versante rivolto a lago; spesso il sentiero è sostenuto da terrapieni in muro a secco, in qualche punto è scavato in cengia rocciosa ed attraversa alcuni piccole vallette torrentizie. Da Pratolungo si scende la lunga mulattiera scalinata già percorsa all'andata fino al bivio con la direzione per Vignago: stavolta proseguiamo diritto passando per Pianezzo e quindi scendendo a risvolti protetti da un parapetto in muratura fino alle prime case di Dervio. Appena possibile si intercettano i segnali del Sentiero del Viandante che, verso destra riportano al punto di partenza.