Chiesetta Sette Fratelli (m 2010)
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A fine marzo di quest'anno il versante retico della bassa Valtellina è già quasi tutto pulito dalla neve e si può salire in alto senza pestare neve.
Decido così di venire qui dopo essere stato alla chiesetta di San Quirico all'Alpe Scermendone, per aggiungere alla lista una altra chiesetta sperduta, fuori del mondo e pochissimo frequentata.
Parto dalla chiesa di San Giovanni, dove si arriva in auto senza problemi, la strada è asfaltata con buon fondo e relativamente larga. Mi aspettavo un divieto di transito a meno di acquistare il pass a Cercino, ma in realtà all'inizio della strada non c'è nessuno divieto di transito, così come oltre la chiesa di San Giovanni dove si può proseguire con mezzi adatti sulla stradina sterrata fin quasi ai Prati Aragno.
Poichè alla chiesa è possibile parcheggiare solo a fianco della strada, onde evitare eventuali problemi parcheggio l'auto alcune centinaia di metri prima dove c'è un ottimo slargo. Dalla chiesa il sentiero nel bosco taglia i tornanti della stradina sterrata e posso guadagnare quota velocemente, In compenso ai Prati Aragno anzichè prendere il sentiero diretto (piccola croce a ricordo di un giovane perito in circostanze tragiche durante il taglio del bosco) allungo sulla stradina che va verso Ovest, rientrando poi verso Est dalla successiva forestale taglia fuoco.
Oltre i Piani Bioggio (paline indicatrici all'imbocco del bosco) c'é solo una traccia senza bolli ma si sale sempre bene. Dopo il Piazzo della Nave (che la leggenda vuole essere l'approdo dell'arca di Noè) oggi fa un gran caldo e la traccia tende talora a perdersi ma il percorso è sempre evidente lungo il crinale.
Si transita per il cimitero degli alberi, tronchi secchi a causa di un passato incendio e poi per una rada pineta di pini silvestri, contorti dal vento e molto suggestivi. Tranne in un punto in appena sopra il Piazzo, la chiesetta non si vede tranne che alla fine. Niente neve anche qui.
Alla suggestiva croce in legno nel piazzaletto antistante la chiesetta è uso suonare la campanella. Nella cappella invece non si entra (cancello con lucchetto) ma si apre il portoncino in legno per vedere l'interno.
Con più tempo a disposizione avrei tentato il Monte Sciesa, ormai quasi privo di neve, ma dovevo essere qui almeno un'ora prima.
Mi godo allora il meraviglioso panorama sulla bassa valle e le Orobie di fronte ancora molto innevate sopra i 1500 m mangiucchiando qualcosa. Giornata calda e senza vento
Decido così di venire qui dopo essere stato alla chiesetta di San Quirico all'Alpe Scermendone, per aggiungere alla lista una altra chiesetta sperduta, fuori del mondo e pochissimo frequentata.
Parto dalla chiesa di San Giovanni, dove si arriva in auto senza problemi, la strada è asfaltata con buon fondo e relativamente larga. Mi aspettavo un divieto di transito a meno di acquistare il pass a Cercino, ma in realtà all'inizio della strada non c'è nessuno divieto di transito, così come oltre la chiesa di San Giovanni dove si può proseguire con mezzi adatti sulla stradina sterrata fin quasi ai Prati Aragno.
Poichè alla chiesa è possibile parcheggiare solo a fianco della strada, onde evitare eventuali problemi parcheggio l'auto alcune centinaia di metri prima dove c'è un ottimo slargo. Dalla chiesa il sentiero nel bosco taglia i tornanti della stradina sterrata e posso guadagnare quota velocemente, In compenso ai Prati Aragno anzichè prendere il sentiero diretto (piccola croce a ricordo di un giovane perito in circostanze tragiche durante il taglio del bosco) allungo sulla stradina che va verso Ovest, rientrando poi verso Est dalla successiva forestale taglia fuoco.
Oltre i Piani Bioggio (paline indicatrici all'imbocco del bosco) c'é solo una traccia senza bolli ma si sale sempre bene. Dopo il Piazzo della Nave (che la leggenda vuole essere l'approdo dell'arca di Noè) oggi fa un gran caldo e la traccia tende talora a perdersi ma il percorso è sempre evidente lungo il crinale.
Si transita per il cimitero degli alberi, tronchi secchi a causa di un passato incendio e poi per una rada pineta di pini silvestri, contorti dal vento e molto suggestivi. Tranne in un punto in appena sopra il Piazzo, la chiesetta non si vede tranne che alla fine. Niente neve anche qui.
Alla suggestiva croce in legno nel piazzaletto antistante la chiesetta è uso suonare la campanella. Nella cappella invece non si entra (cancello con lucchetto) ma si apre il portoncino in legno per vedere l'interno.
Con più tempo a disposizione avrei tentato il Monte Sciesa, ormai quasi privo di neve, ma dovevo essere qui almeno un'ora prima.
Mi godo allora il meraviglioso panorama sulla bassa valle e le Orobie di fronte ancora molto innevate sopra i 1500 m mangiucchiando qualcosa. Giornata calda e senza vento
Tourengänger:
ino
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