Bioggio
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Giovedì raffreddore, ma ugualmente uscita di corsa serale; venerdì lievissimo risentimento febbrile: meglio stare a casa; sabato pomeriggio riposo fra amaca e letto; domenica decisione: basta perdere tempo!
Qui nella fascia bassa della Costiera dei Cech (per intenderci sotto la linea della pista tagliafuoco), ormai occultato dai boschi incolti e dall'inutilizzo, rimane un ricco reticolo di sentieri e mulattiere che, all'epoca della piena vitalità, metteva capillarmente in contatto paesi, contrade, nuclei minori e cascine isolate. Già nel secolo scorso l'estinzione naturale dei frequentatori ha introdotto gradualmente la caduta nel graduale oblio, poi, dal 2000 in avanti, la dimenticanza definitiva decretata dalla costruzione di una tanto incredibile quanto inutile labirintica estensione di piste forestali sterrate/cementate/asfaltate dirette verso il nulla (o, al massimo, verso qualche baita con aspirazioni da villetta). Per chi volesse accedere direttamente alla fascia alta della Costiera, è possibile evitare la ricerca di questi passaggi semplicemente pagando un pass automobilistico giornaliero.
In conclusione, fra le varie tracce seguite in questa escursione, veramente meritevole è solo quella del sentiero diretto Cercino-Pista tagliafuoco. Peccato che proprio in queste settimane la parte più bassa sia interessata da un cantiere forestale di diradamento arboreo finanziato dalla UE per la "messa in sicurezza" verso gli incendi boschivi: nell'area le ruspe hanno aperto piste "provvisorie", non esiste più un solo albero eretto ed il sottobosco è stato arato dal trascinamento dei tronchi abbattuti. Non siamo più stati capaci di trovare né il sentiero né i muri a secco che lo delimitavano.
Dalla chiesa di Piussogno ci si addentra verso sinistra fra le abitazioni fino a raggiungere l'argine di un torrente e lo si risale fino ad un ponte: si imbocca a destra la ripida carrareccia che era la vecchia strada comunale per Cercino. Con bei panorami sulla Valtellina, affiancando alcuni antichi rustici che ancora testimoniano delle attività agricole passate, intercettando alcune volte la moderna provinciale, si raggiunge il sagrato della Chiesa di San Michele a Cercino. Salendo lungo i ripidi acciottolati del paese, si raggiunge la circonvallazione superiore nei pressi di un oratorio baroccheggiante: a destra si segue la carrozzabile che va verso San Giovanni di Bioggio (e Mello, con un tratto sterrato), fino a trovare la deviazione a sinistra per Bioggio. E' una pista forestale per la gran parte cementata, che si innalza a tornanti in una foresta di pini, abeti e castagni, attualmente - come detto - in fase di "adeguamento"; dopo un ultimo spostamento verso est, si raggiungono le riqualificate baite di Bioggio, sparse attorno alla chiesa di Santa Maria. Per salire verso la pista tagliafuoco sarebbe più evidente continuare sulla carrozzabile fino ad incrociare una bretella che si diparte da San Giovanni di Bioggio, ma risulta più breve e molto meno monotono seguire il vecchio sentiero che si diparte - inizialmente poco evidente - a nordest delle baite più alte. Dopo un bel percorso nel bosco però anche questa antica traccia va a morire nella sterrata proveniente da Mello: non resta che seguirla fino ai Prati Aragno e poi ancora fino a confluire nella vera Tagliafuoco dei Cech Occidentale. Ignorata la direzione verso destra che va a concludersi ai Prati di Bioggio, si prosegue a sinistra per qualche centinaio di metri; appena prima di una ripida salita, si notano le partenze di due sentieri: quello a monte indica "Brüsada" ed è il più diretto per il recente rifugio, quello a valle sarebbe una picchiata senza tregua fino a Cercino, se non fosse scomparso nei lavori forestali. Comunque il lungo tratto residuo riesce ancora a testimoniare dell'antica frequentazione come via di transumanza dei bovini fino ai pascoli alti di Cino, Cercino e Mello. Alternando ripidi tornantini a qualche traverso di spostamento (notevole uno in particolare, con adattamenti a cengia per favorire il passaggio del bestiame), si torna alla pista forestale che scende a Cercino. Da qui, attraverso le strette vie del paese, ci si dirige verso il piccolo cimitero e ci si porta ad uno stretto ponte che valica il torrente della Valle di Siro. Evitando di entrare nella isolata contrada di Siro, si volge a sinistra e, tramite sterrata, si scende alla chiesa della Madonna della Neve; oltrepassato il sottostante piazzale dedicato ai raduni festivi, si procede nella discesa seguendo un'ordinata serie di regolari tornanti sostenuti da muri a secco. La mulattiera, trasformatasi in sentiero, attraversa una valletta a destra , poi scende a varcare una briglia di cemento; si passa quindi fra le cascine di Barossedo, per poi arrivare al ponte incontrato in salita all'uscita da Cercino. Da qui per la via di andata.
https://www.relive.cc/view/g32054186353
Qui nella fascia bassa della Costiera dei Cech (per intenderci sotto la linea della pista tagliafuoco), ormai occultato dai boschi incolti e dall'inutilizzo, rimane un ricco reticolo di sentieri e mulattiere che, all'epoca della piena vitalità, metteva capillarmente in contatto paesi, contrade, nuclei minori e cascine isolate. Già nel secolo scorso l'estinzione naturale dei frequentatori ha introdotto gradualmente la caduta nel graduale oblio, poi, dal 2000 in avanti, la dimenticanza definitiva decretata dalla costruzione di una tanto incredibile quanto inutile labirintica estensione di piste forestali sterrate/cementate/asfaltate dirette verso il nulla (o, al massimo, verso qualche baita con aspirazioni da villetta). Per chi volesse accedere direttamente alla fascia alta della Costiera, è possibile evitare la ricerca di questi passaggi semplicemente pagando un pass automobilistico giornaliero.
In conclusione, fra le varie tracce seguite in questa escursione, veramente meritevole è solo quella del sentiero diretto Cercino-Pista tagliafuoco. Peccato che proprio in queste settimane la parte più bassa sia interessata da un cantiere forestale di diradamento arboreo finanziato dalla UE per la "messa in sicurezza" verso gli incendi boschivi: nell'area le ruspe hanno aperto piste "provvisorie", non esiste più un solo albero eretto ed il sottobosco è stato arato dal trascinamento dei tronchi abbattuti. Non siamo più stati capaci di trovare né il sentiero né i muri a secco che lo delimitavano.
Dalla chiesa di Piussogno ci si addentra verso sinistra fra le abitazioni fino a raggiungere l'argine di un torrente e lo si risale fino ad un ponte: si imbocca a destra la ripida carrareccia che era la vecchia strada comunale per Cercino. Con bei panorami sulla Valtellina, affiancando alcuni antichi rustici che ancora testimoniano delle attività agricole passate, intercettando alcune volte la moderna provinciale, si raggiunge il sagrato della Chiesa di San Michele a Cercino. Salendo lungo i ripidi acciottolati del paese, si raggiunge la circonvallazione superiore nei pressi di un oratorio baroccheggiante: a destra si segue la carrozzabile che va verso San Giovanni di Bioggio (e Mello, con un tratto sterrato), fino a trovare la deviazione a sinistra per Bioggio. E' una pista forestale per la gran parte cementata, che si innalza a tornanti in una foresta di pini, abeti e castagni, attualmente - come detto - in fase di "adeguamento"; dopo un ultimo spostamento verso est, si raggiungono le riqualificate baite di Bioggio, sparse attorno alla chiesa di Santa Maria. Per salire verso la pista tagliafuoco sarebbe più evidente continuare sulla carrozzabile fino ad incrociare una bretella che si diparte da San Giovanni di Bioggio, ma risulta più breve e molto meno monotono seguire il vecchio sentiero che si diparte - inizialmente poco evidente - a nordest delle baite più alte. Dopo un bel percorso nel bosco però anche questa antica traccia va a morire nella sterrata proveniente da Mello: non resta che seguirla fino ai Prati Aragno e poi ancora fino a confluire nella vera Tagliafuoco dei Cech Occidentale. Ignorata la direzione verso destra che va a concludersi ai Prati di Bioggio, si prosegue a sinistra per qualche centinaio di metri; appena prima di una ripida salita, si notano le partenze di due sentieri: quello a monte indica "Brüsada" ed è il più diretto per il recente rifugio, quello a valle sarebbe una picchiata senza tregua fino a Cercino, se non fosse scomparso nei lavori forestali. Comunque il lungo tratto residuo riesce ancora a testimoniare dell'antica frequentazione come via di transumanza dei bovini fino ai pascoli alti di Cino, Cercino e Mello. Alternando ripidi tornantini a qualche traverso di spostamento (notevole uno in particolare, con adattamenti a cengia per favorire il passaggio del bestiame), si torna alla pista forestale che scende a Cercino. Da qui, attraverso le strette vie del paese, ci si dirige verso il piccolo cimitero e ci si porta ad uno stretto ponte che valica il torrente della Valle di Siro. Evitando di entrare nella isolata contrada di Siro, si volge a sinistra e, tramite sterrata, si scende alla chiesa della Madonna della Neve; oltrepassato il sottostante piazzale dedicato ai raduni festivi, si procede nella discesa seguendo un'ordinata serie di regolari tornanti sostenuti da muri a secco. La mulattiera, trasformatasi in sentiero, attraversa una valletta a destra , poi scende a varcare una briglia di cemento; si passa quindi fra le cascine di Barossedo, per poi arrivare al ponte incontrato in salita all'uscita da Cercino. Da qui per la via di andata.
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