Passo di Topera (m 2254) dal Lago di Agaro.


Publiziert von Alberto C. , 17. Januar 2021 um 20:49.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:13 Oktober 2020
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 8:30
Aufstieg: 1082 m
Abstieg: 1082 m
Strecke:Il ritorno avviene per il medesimo itinerario della salita. La traccia si spinge oltre il Passo di Topera in direzione del Passo del Muretto.
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Seguire la strada statale del Sempione (n 33), prendere l'uscita per Crodo, Valle Antigorio e Valle Formazza, e proseguire fino a Baceno. Nel centro abitato di Baceno, in corrispondenza di un tornante, svoltare a sinistra in direzione di Croveo, Goglio, Alpe Devero. Giunti a Goglio attraversare il torrente in corrispondenza della una centrale elettrica (indicazione Alpe Devero) ed imboccare la stretta strada. Superato il primo tornante, immediatamente dopo la condotta forzata, si svolta a destra sulla strada, ancora più stretta, per Ausone – Avaro (cartello segnaletico). Giunti ad Ausone, si prosegue su strada sterrate fino ad arrivare all’imbocco di una galleria; oltre non si può proseguire. Le possibilità di parcheggio sono limitate a poche auto (al massimo 5 o 6).

Dopo l’Alpe Bionca, che è stata la meta del 12 settembre 2020, ritorniamo ad esplorare la zona intorno al Lago di Agaro. La meta fissata per quest’uscita è il Passo Topera; certamente non si tratta di una classica: chi l’aveva mai sentito nominare? Il sentiero non è neppure riportato dalla Kompass (forse la mia non è l’ultima edizione).
Ci siamo spinti oltre il Passo di Topera in direzione del Passo del Muretto, senza però raggiungerlo ostacolati dalla neve e dalla non coscienza dei luoghi.
 


LOCALITA' DI PARTENZA.  Ausone, inizio galleria che porta alla diga (m 1552).
 
ATTREZZATURA.   Normale da escursionismo, è stato necessario utilizzare i ramponi. Utile il frontalino (o altra torcia elettrica) per percorrere la galleria, che è illuminata, ma non si sa mai, meglio tenerselo a portata di mano.
Oltre la sella quotata 2282 (oltre il Passo di Topera), quando è iniziata la neve, ho rimpianto i bastoncini dimenticati in auto.
 
DIFFICOLTÀ.    T3. L’itinerario non presenta particolari difficoltà tecniche o forti esposizioni ma si svolge su terreno abbastanza impervio, per lunghi tratti senza una precisa traccia di sentiero. È segnalato con bandierine e bolli di vernice vetusti, per lunghi tratti invisibili: bisogna avere un minimo senso di orientamento.
Il sentiero che evita di percorrere la lunga galleria è in parte attrezzato e ha qualche tratto esposto; ma nulla di particolare.
 
QUOTA MASSIMA:  m 2368, verso il Passo del Muretto.

QUOTA MINIMA:  m 1552, alla partenza.

SVILUPPO:  km 18,4.

TEMPO DI CAMMINO EFFETTIVO: 8 ore 30 minuti.

TEMPO DI SALITA:3 ore 40 minuti al Passo di Topera; più 55 minuti per raggiungere quota m 2368.

TEMPO DI DISCESA:3 ore 55 minuti.       

DESCRIZIONE PERCORSO.  Oggi si decide di non percorrere la lunga galleria, e ci incamminiamo lungo il sentiero che inizia alla destra di questa. Il vecchio sentiero, in gran parte scavato nella roccia, aggira il promontorio roccioso con andamento pressoché pianeggiante. Il settore centrale del percorso, per facilitare l’attraversamento di alcuni canali è stato attrezzato con funi e catene. Prima di arrivare alla diga, dove termina la galleria, sulla sinistra si stacca un sentiero che porta direttamente alla casa del custode della diga: sono trascorsi circa 50 minuti dalla partenza.
Questa alternativa alla galleria merita di essere percorsa: allunga il percorso (il doppio del tempo), ma offre buoni scorci panoramici e, soprattutto, permette di stare all’aria aperta.
Dalla diga si prosegue lungo la stradina che costeggia la sponda ovest del lago fino alla sua estremità dove sorge un minuscolo borgo walser e l’alpeggio di Spygher (m 1615, 30 minuti dalla casa del custode). Si continua a costeggiare il lago per alcuni, poi il sentiero svolta a sinistra disegnando un tornante e prende a salire il pendio boscoso fino a raggiungere il bivio per l’Alpe Biolca (m 1790, 30 minuti da Spygher). Si prende il sentiero di destra perdendo leggermente quota e ci porta a proseguire, uscendo dal bosco, verso l’Alpe Topera; prima di raggiungerla, in corrispondenza di un grosso masso con scritte segnaletiche (c’è anche una palina segnaletica), si svolta a sinistra seguendo l’indicazione per Passo Topera e i segnavia bianco rossi che si addentrano, senza sentiero, in un rado e giovane lariceto sulla sinistra (secondo il senso di marcia) di un conoide. Guadagnati qualche decina di metri di quota, bisogna fare attenzione perché una vecchia tracciatura crea confusione (noi ci siamo cascati): bisogna seguire le bandierine più recenti che portano a sinistra, e in breve si raggiunge un ruscello, guadato il quale si ritrova il sentierino (si può continuare con maggiore tranquillità) che risale ripido il pendio. All’uscita dal bosco si prosegue su tracce discontinue fra grossi massi tenendosi sul lato sinistro (secondo il senso di marcia) del vallone. Poi, con un lungo traverso fra chiazze di neve, e una leggera perdita di quota per superare un promontorio roccioso in prossimità del passo, si raggiunge il Passo di Topera (m 2254, 2 ore circa dall’Alpe Topera).
La visibile traccia che taglia il versante sudest del Pizzo di Topera, e un’indicazione (Salecchio) su di un masso, ci invitano a proseguire in questa direzione. L’idea sarebbe quella di raggiungere il Passo del Muretto e fare ritorno al lago passando dall’Alpe Bionca. In circa 25 minuti raggiungiamo la sella quotata m 2282, dove la traccia, in base alle indicazioni pitturate sui massi, si biforca: a destra si scende in direzione di Salecchio, a sinistra si risale senza traccia, seguendo i segnavia, il pendio in direzione nord. Guadagnata un po’ di quota, appena la traccia si è portata sul versante nord del Pizzo di Topera, ci siamo trovati in mezzo alla neve che copriva completamente il pendio con uno strato compatto; montati i ramponi abbiamo proseguito per un tratto, per poi rinunciare indecisi se puntare sulla cresta o proseguire a mezza costa: i segnavia non erano più visibili, io non avevo i bastoncini e la progressione era diventata troppo lenta e anche a rischio di qualche storta, con la neve che copriva gli interstizi fra i grossi massi, ma non ancora in grado di reggere il peso di una persona.
Abbiamo abbandonato a quota m 2368, il sentiero sul fondo del vallone che dolce sale al passo da Salecchio era ben visibile; il Passo del Muretto era a portata di mano: ma questo l’ho scoperto solo a casa,  dopo avere riportato la traccia gps sulla mappa.

Per il ritorno abbiamo percorso a ritroso il medesimo itinerario. 
 
NEVE.Presente sopra quota 2200 con manto continuo solo su versanti nord.
 
METEO.  Cielo sereno; vento assente. Temperatura alla partenza 1°; al Passo 11°; al termine 6°.
 
FREQUENTAZIONEDeserto. Unica persona incontrata è stata il guardiano della diga.
 
COMPAGNI:  Andrea.
 

 
Notizie storiche.

Nella conca oggi occupata dal bacino idroelettrico, sorgeva il villaggio walser di Agaro. Agaro era stato fondato da coloni walser, provenienti probabilmente da Vallese, nel XIII secolo e, nell’ultimo censimento prima che venisse sommerso nel 1938, contava circa 85 abitanti.
I resti del villaggio sarebbero ancora visibili quando il lago viene svuotato.
 
Agàro, con Ausone, Salecchio e altri vicini villaggi, erano feudo fin dal 1210 dei de Rodis-Baceno, una famiglia di piccola nobiltà alpina, come risulterebbe da un presunto diploma imperiale concesso alla famiglia dall'Imperatore Ottone IV, dato a Pavia il 26 aprile 1210, in cui si confermavano i feudi in alta Valle Antigorio e si concedeva loro il titolo di Valvassori del S.R.I. Il feudo, comprendente le tre comunità walser e altre romanze della valle, venne poi messo in vendita dalla Regia Camera dello Stato di Milano nel 1644 e acquistato due anni più tardi dai nobili milanesi Monti. All’estinzione della casata nel 1774, i feudi tornarono sotto il controllo diretto dello Stato di Milano.
Per la comunità di Agaro, come per le altre, la principale fonte di reddito era rappresentata dalla produzione di formaggi. La vita era regolata secondo i tempi della transumanza e da particolari statuti locali.
La diga di Agaro, costruita fra il 1936 e il 1940, è del tipo a gravità massiccia costruita con pietrame e malta cementizia. Ha un andamento leggermente arcuato; è alta 56 metri e lunga 243 metri; la capacità massima del bacino creato dalla diga è di 20 milioni di metri cubi d’acqua. La acque raccolte dal bacino di Agaro alimentano la centrale idroelettrica di Goglio.

Tourengänger: Alberto C.
Communities: Hikr in italiano


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