Alpe Cavazza (1242 m)
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Bellissima camminata sulla neve, con l’ausilio di ramponcini da passeggio a 13 punte, lunghe fino a 17 mm.
Da una decina d’anni non trovavo più neve così abbondante e polverosa all’Alpe Cavazza: in alto lo spessore è di 63 cm.
Inizio dell’escursione: ore 8:15
Fine dell’escursione: ore 12:55
Temperatura alla partenza: -3°C
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 800 m
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1016 hPa
Temperatura al rientro: 4,5°C
Velocità media del vento: 5 km/h
Sorgere del sole: 8.04
Tramonto del sole: 16.56
Sveglia alle 6:30, partenza da casa alle 7:40, arrivo a Sagno (735 m) alle 7:55 dopo 6,9 km d’auto.
Come d’abitudine, parcheggio all’imbocco di Via Bisbinia, 350 m a NE della chiesa di Sagno, dove c’è uno slargo sufficiente per quattro auto.
Indosso le ghette e applico subito i “micro crampons”, molto utili soprattutto nel tratto iniziale, e affronto il sentiero che sale nel bosco verso la località “I Crusétt”, posta sulla dorsale che divide la Valle Greggio dal Valecc di Sagno.
Da qui via non abbandonerò più il magnifico e panoramico crinale fino a In Cavázza (1242 m). Mi stupisco per la buona qualità della neve, che, associata ad un bel sole, accresce il piacere della gita. Dalla piana del Mendrisiotto non arrivano i rumori della civiltà; si sentono solo delle voci provenienti dall’Alpe Böcc e qualche isolato gracchiare di corvi, che non percepisco come un presagio di cattivi eventi.
Il richiamo delle foto è irresistibile: ne scatto molte, anche quando l’inaspettata fantozziana nuvolaccia copre la cima del Bisbino.

È veramente bello, mi diverto e non fatico molto, nemmeno sulla salita, nella neve intonsa, che dalla sella mi porta al cocuzzolo denominato In Cavázza. Sprofondo fino ad oltre le ginocchia, ma la neve è secca e non bagna manco l’esterno degli scarponi.
La parte più elevata dell’alpeggio offre un panorama incantevole, a 180 gradi, dalle Alpi Pennine al Colmegnone. Sul fianco meridionale del Monte Generoso si vede distintamente la via tracciata dai numerosi ciaspolatori e sciatori saliti negli ultimi giorni. Lungo il mio itinerario oggi gli escursionisti si contano sulle dita di una mano; meglio così!
La chioma degli alberi è ancora coperta dalla neve; si tratta di specie adatte al clima di montagna, raramente si spezzano sotto il suo peso. Il danno maggiore lo causano i venti forti associati alle piogge intense, ciò che provoca lo schianto dell’albero per il ribaltamento della zolla.
La discesa è pure tutta da gustare: i ramponcini fanno buona presa, mi permettono di camminare in sicurezza senza mai rischiare una scivolata, neppure sul fondo lastricato che precede l’arrivo al punto di partenza della gita.
Fantastica camminata su neve polverosa lungo la panoramica dorsale che da Sagno conduce all’Alpe Cavazza.
Tempo totale: 4 h 40 min
Tempo di salita: 2 h 40 min
Tempi parziali
Posteggio sopra Sagno (735 m) – In Sèla (1177 m): 2 h 05 min
In Sèla (1177 m) – Alpe Cavazza (1241 m): 35 min
Dislivello in salita: 595 m
Sviluppo complessivo: 8,0 km
Difficoltà: T2
SLF: 2 (moderato)
Copertura della rete cellulare: Swisscom discreta
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