Balòta del Corèn e M. Cognolo. Replay, but winter tour.
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Siamo arrivati al 31 dicembre di questo anno schifido, e nonostante le restrizioni dei vari Dpcm sfornati in quantità industriale, come solo Papà Barzetti saprebbe fare, il saper sfruttare a dovere l'autocertificazione diventa un "piede di porco" per disarticolare i non granitici obbrobri sfornati quindicinalmente.
Provaglio d'Iseo, il bellissimo paese posizionato nelle vicinanze del lago ospita non solo l'abitazione della "nostra"
tanuki, ma anche quella dell'amico Menek, mio omonimo e quasi coetaneo, da questa località si snodano diversi sentieri che si inerpicano verso la Balòta del Corèn, il nostro in particolare, ci evita di incontrare altre persone viaggiando così in assoluta sicurezza.
Io stesso non conoscevo questo accesso alla Balòta, è un sentiero usato in prevalenza da alcuni locals, non è bollato e sfiora il costolone "scalinato" ove si appoggia la croce del M. della Madonna. Nelle vicinanze ce n'è un'altro un po più impervio che mi impegnerò di affrontare quando il terreno non sarà umido.
Come dicevo la salita accarezza la zona rocciosa è ha delle belle occhiate verso la zona delle Torbiere, si snoda in assoluta solitudine e con una pendenza mai eccessiva, un ottimo punto di salita per chi ha poca voglia di socializzare con l'universo umano, oppure chi ha voglia di fare sentieri più "selvaggi".
Raggiunto il M. della Madonna, con la sua eccellente visuale, ora ci incamminiamo verso la Madonna del Corno, dove poco prima ci separiamo per impegni diversi. Lui quindi ritorna a Provaglio ed io devio verso la Balòta. Ciao Menek, e grazie della compagnia.
Giusto all'imbocco della deviazione incontro 4/5 persone che stanno ritornando dalla Balòta (ma non ci sono arrivati), mi avvisano che il sentiero è quasi impraticabile causa un ghiaccio spesso e infido, poi ci sono i cinghiali ribelli e i Boa Constrictor prontii ad attaccarti, e se proprio proprio vuoi sfidare la salita, devi stare attento anche alle Iene Ridens scappate dal fottuto Circo Togni, affamate e poco inclini al pasto vegano. Ottimo, mi dico, rischio questa rivolta animale e provo a sfidare la natura selvaggia.
Il primo breve tratto di salita lo affronto con un terreno viscido, ma non per il ghiaccio, ma per la neve molliccia mista a fango, poi pian piano che prendo quota affettivamente il ghiaccio la fa da padrona e rallento il passo onde evitare imprudenze, poi raggiunta la larga cresta che antecede la Balòta rallento ulteriormente e su più esile ma breve crestina, giungo alla Balòta ove una sola persona si gode il panorama sottostante. Foto e via spedito al M. Cognolo che raggiungo in 5 minuti di cammino.
Per la discesa decido di scendere dalla dorsale Est, su una comoda traccia innevata nella parte più alta, mentre pian piano che si perde di quota il paciugo s'impossessa della tomaia e della suola pedulare. Di ghiaccio però non se ne parla. E nemmeno di Boa Constrictor.
Passo dal Piano delle Viti e in un amen sono alle rovine del Castello di Provaglio, con la neve è tutto più poetico e anche la chiesetta di S. Rocco, che si trova adiacente alle rovine, dona al luogo quel quid per una meritovole visita. Dal Castello al posto di partenza è un attimo.
E fan..lo anche al 2020!
A' la prochaine! Menek Ezechiele Bluff
Provaglio d'Iseo, il bellissimo paese posizionato nelle vicinanze del lago ospita non solo l'abitazione della "nostra"

Io stesso non conoscevo questo accesso alla Balòta, è un sentiero usato in prevalenza da alcuni locals, non è bollato e sfiora il costolone "scalinato" ove si appoggia la croce del M. della Madonna. Nelle vicinanze ce n'è un'altro un po più impervio che mi impegnerò di affrontare quando il terreno non sarà umido.
Come dicevo la salita accarezza la zona rocciosa è ha delle belle occhiate verso la zona delle Torbiere, si snoda in assoluta solitudine e con una pendenza mai eccessiva, un ottimo punto di salita per chi ha poca voglia di socializzare con l'universo umano, oppure chi ha voglia di fare sentieri più "selvaggi".
Raggiunto il M. della Madonna, con la sua eccellente visuale, ora ci incamminiamo verso la Madonna del Corno, dove poco prima ci separiamo per impegni diversi. Lui quindi ritorna a Provaglio ed io devio verso la Balòta. Ciao Menek, e grazie della compagnia.
Giusto all'imbocco della deviazione incontro 4/5 persone che stanno ritornando dalla Balòta (ma non ci sono arrivati), mi avvisano che il sentiero è quasi impraticabile causa un ghiaccio spesso e infido, poi ci sono i cinghiali ribelli e i Boa Constrictor prontii ad attaccarti, e se proprio proprio vuoi sfidare la salita, devi stare attento anche alle Iene Ridens scappate dal fottuto Circo Togni, affamate e poco inclini al pasto vegano. Ottimo, mi dico, rischio questa rivolta animale e provo a sfidare la natura selvaggia.
Il primo breve tratto di salita lo affronto con un terreno viscido, ma non per il ghiaccio, ma per la neve molliccia mista a fango, poi pian piano che prendo quota affettivamente il ghiaccio la fa da padrona e rallento il passo onde evitare imprudenze, poi raggiunta la larga cresta che antecede la Balòta rallento ulteriormente e su più esile ma breve crestina, giungo alla Balòta ove una sola persona si gode il panorama sottostante. Foto e via spedito al M. Cognolo che raggiungo in 5 minuti di cammino.
Per la discesa decido di scendere dalla dorsale Est, su una comoda traccia innevata nella parte più alta, mentre pian piano che si perde di quota il paciugo s'impossessa della tomaia e della suola pedulare. Di ghiaccio però non se ne parla. E nemmeno di Boa Constrictor.
Passo dal Piano delle Viti e in un amen sono alle rovine del Castello di Provaglio, con la neve è tutto più poetico e anche la chiesetta di S. Rocco, che si trova adiacente alle rovine, dona al luogo quel quid per una meritovole visita. Dal Castello al posto di partenza è un attimo.
E fan..lo anche al 2020!
A' la prochaine! Menek Ezechiele Bluff
Tourengänger:
Menek

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Kommentare (15)