Dualismo sul Piz de Front
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Sono sulla vetta del Piz de Front, in Val Mesolcina sopra Mesocco.
E' buio, fa un freddo cane e sono solo.
Giù vedo le luci del paese, immagino le persone nel tepore delle loro abitazioni, il freddo aumenta.
Le auto scorrono sull'autostrada, come vorrei essere su una di quelle.
Invece sono qui e non ho la più pallida idea di cosa fare per scendere e perchè mi ci trovo!
Ipotesi si accavallano nel mio cervello intorpidito dal gelo:
Le fate della Val d'Arbola? Offese più che mai dal segreto che ho svelato con "troppa leggerezza"...
Forse....
Grandemago ha mentito?
"Non esercito più, mantengo solo il titolo...stai sereno!" E se non fosse vero?
Micaela, la mia amica ticinese, mossa da nobili motivi (strapparmi al giogo dei politici italiani) nel tentativo di farmi tornare libero in terra elvetica,
ha esagerato, le è scappata la mano... in Svizzera mi ci trovo, però...!
Giuseppe Brenna, è sempre colpa sua!!!
Si è arrabbiato perchè ho osato contraddirlo sulla prefazione alla cima su cui mi trovo.
Lui è potente, nulla accade nel suo regno senza il suo benestare.
Ho offeso il mio mito, senza pietà mi ha castigato!!
E se invece fosse colpa di Gabrio? E qui torniamo a poco fa:
ero comodamente seduto sulla sedia nella cameretta di mio figlio.
Computer acceso, stavo rileggendo per la centesima volta "Piz d'Uria e la Scala Santa" ultima sua fatica letteraria.
Sospirando ancora una volta, avevo espresso i miei dubbi su quanto aveva scritto.
Insomma , diciamola tutta, basta con questi report "pseudo-poetici" che non descrivono nulla e hanno la pretesa di essere mossi da un fervore romantico.
E' un sito di montagna? E allora si parli di quello!!
Descrizioni di salita, dislivello, tempi, difficoltà, sviluppo. Niente poesia, solo fatti!!
Poesia ai poeti, movimento agli atleti!!!
Ma lui continua a sostenere che con la sua "arte" si è costruito un giro di fans che lo seguono a bocca aperta.
Come no!
A furia di leggere amenità chiunque la aprirebbe, ma per sboccare.
Ma lui niente, dritto per la sua strada.
Io che sono conciliante alla fine ho detto si, dai pubblichiamo anche 'sta schifezza.
Ho fatto"click" ma anzichè il report sono partito io, ed eccomi qua, in vetta alla cima di cui volevo parlare.
Perfidia sottile che solo la sua mente malata poteva concepire.
Si, perchè non ve l'ho detto, ma mi ero preparato una relazione sul Piz de Front.
Ci tenevo a dire due cose "tecniche" importanti, e invece niente.
Così mi ritrovo prigioniero a duemila metri di quota, in pigiama, ciabatte e senza calze.
E non è che volessi farla tanto lunga, non descrivevo neanche il sentiero che da Anzone (Mesocco) sale fino all'Alp de Curtas.
Avrei detto solo che da tale alpeggio, nel lontano agosto del 2013 col mio amico Andrea avevo abbandonando il percorso segnalato per risalire il bosco di abeti senza alcuna traccia.
Uscito dal bosco fitto, su pendio sempre più ripido, con radi alberi e cespugli di rododendri, faticosamente, avevamo raggiunto la base della parete, inizio delle difficoltà.
L'avessi mai scritto! Gabrio, solo per queste quattro righe mi aveva inveito contro.
"Non c'è poesia, zero partecipazione, piatto come il tuo umorismo" Insomma mi aveva tagliato in due.
Non era neanche stato ad ascoltarmi. Aveva sbattuto la porta andandosene via sotto lo sguardo attonito di mia moglie. Perplessa più che mai, convinta per un attimo di aver visto due mariti, aveva scosso la testa. Non poteva bastare mezzo bicchiere di vino per ubriacarsi. Era entrata in camera chiedendomi che problema c'era.
Le avevo detto allora che arrivato alla base della citata parete, la via normale stava sul suo bordo sinistro.
Per canalini erbosi e roccette si raggiungeva la cresta.
Andrea, alpinista di lungo corso, aveva voluto risalire la parete immediatamente a destra, con bella arrampicata su placche di quarto. Un solo tiro ma interessante.
La cresta, divisa da un profondo canale, con andamento Sud-Nord dalla parallela e successiva parete che terminava nell'antecima, si innalzava leggermente per un tiro di corda.
Mia moglie, completamente all'oscuro della diatriba tra me e Gabrio, senza sapere di cosa stavo parlando, indecisa se ritenermi un folle o di essere davvero ubriaca, se ne era andata tormentata da dubbi atroci.
Beh! si, forse ho qualche disturbo della personalità, ma non sono grave.
Nel frattempo Gabrio era tornato.
Gli avevo ricordato di quanto fosse bella la roccia e l'arrampicata sulla crestina. Corta ma molto affilata, esposta e quasi piana, nella parte finale la si scalava come fosse lama.
Arrivati al suo termine, ad un colletto, con grande sorpresa, avevamo visto degli spit che tagliavano verticalmente la placca sotto di noi.
Ottima come via di discesa, evitava la cresta ma obbligava ad una arrampicata, per chi voleva risalirla, più dura (anch'essa di quarto grado?).
Da quel punto, di fatto, le difficoltà della via finivano. Ridiscesi un paio di metri si doveva risalire il pendio opposto, stando a sinistra di una parete, per poi passare sul suo fianco nord in un classico terreno "F".
Su cengette esposte con tracce di sentiero, e per ultimo con la placca terminale si arrivava in vetta.
Ma Andrea ancora una volta aveva voluto, dopo la prima crestina, scalare la parete di fronte (poco più a sinistra), anch'essa di quarto. Un altro unico tiro ed eravamo sull'antecima.
Finito! Non c'era nulla da aggiungere.
L'aria stizzita di Gabrio lasciava intuire molto più delle sue parole non dette.
"Non la pubblicherò mai!" Aveva infine bofonchiato.
"Belle le tue" avevo pensato. L'attimo dopo ero sparito, forse il mio commento non gli era piaciuto.
Davvero non ho idea di come possa fare per venirne fuori. Ma se mai dovesse succedere, costi quel che costi, "Piz de Front" sarà il mio nuovo rapporto.
Vi includerò anche l'unica foto, brutta e inutile, che in quel giorno anomalo mi ero ricordato di scattare.
E per dimostrare a tutti, Gabrio compreso, che quello che comanda sono io, metterò anche una foto di Perla, la nostra micia.
Il freddo si è fatto insopportabile, sono in ipotermia, dispero di cavarmela.
Chiudo gli occhi. Forse è un sogno, se è così al mio risveglio lo saprò!
E' buio, fa un freddo cane e sono solo.
Giù vedo le luci del paese, immagino le persone nel tepore delle loro abitazioni, il freddo aumenta.
Le auto scorrono sull'autostrada, come vorrei essere su una di quelle.
Invece sono qui e non ho la più pallida idea di cosa fare per scendere e perchè mi ci trovo!
Ipotesi si accavallano nel mio cervello intorpidito dal gelo:
Le fate della Val d'Arbola? Offese più che mai dal segreto che ho svelato con "troppa leggerezza"...
Forse....
Grandemago ha mentito?
"Non esercito più, mantengo solo il titolo...stai sereno!" E se non fosse vero?
Micaela, la mia amica ticinese, mossa da nobili motivi (strapparmi al giogo dei politici italiani) nel tentativo di farmi tornare libero in terra elvetica,
ha esagerato, le è scappata la mano... in Svizzera mi ci trovo, però...!
Giuseppe Brenna, è sempre colpa sua!!!
Si è arrabbiato perchè ho osato contraddirlo sulla prefazione alla cima su cui mi trovo.
Lui è potente, nulla accade nel suo regno senza il suo benestare.
Ho offeso il mio mito, senza pietà mi ha castigato!!
E se invece fosse colpa di Gabrio? E qui torniamo a poco fa:
ero comodamente seduto sulla sedia nella cameretta di mio figlio.
Computer acceso, stavo rileggendo per la centesima volta "Piz d'Uria e la Scala Santa" ultima sua fatica letteraria.
Sospirando ancora una volta, avevo espresso i miei dubbi su quanto aveva scritto.
Insomma , diciamola tutta, basta con questi report "pseudo-poetici" che non descrivono nulla e hanno la pretesa di essere mossi da un fervore romantico.
E' un sito di montagna? E allora si parli di quello!!
Descrizioni di salita, dislivello, tempi, difficoltà, sviluppo. Niente poesia, solo fatti!!
Poesia ai poeti, movimento agli atleti!!!
Ma lui continua a sostenere che con la sua "arte" si è costruito un giro di fans che lo seguono a bocca aperta.
Come no!
A furia di leggere amenità chiunque la aprirebbe, ma per sboccare.
Ma lui niente, dritto per la sua strada.
Io che sono conciliante alla fine ho detto si, dai pubblichiamo anche 'sta schifezza.
Ho fatto"click" ma anzichè il report sono partito io, ed eccomi qua, in vetta alla cima di cui volevo parlare.
Perfidia sottile che solo la sua mente malata poteva concepire.
Si, perchè non ve l'ho detto, ma mi ero preparato una relazione sul Piz de Front.
Ci tenevo a dire due cose "tecniche" importanti, e invece niente.
Così mi ritrovo prigioniero a duemila metri di quota, in pigiama, ciabatte e senza calze.
E non è che volessi farla tanto lunga, non descrivevo neanche il sentiero che da Anzone (Mesocco) sale fino all'Alp de Curtas.
Avrei detto solo che da tale alpeggio, nel lontano agosto del 2013 col mio amico Andrea avevo abbandonando il percorso segnalato per risalire il bosco di abeti senza alcuna traccia.
Uscito dal bosco fitto, su pendio sempre più ripido, con radi alberi e cespugli di rododendri, faticosamente, avevamo raggiunto la base della parete, inizio delle difficoltà.
L'avessi mai scritto! Gabrio, solo per queste quattro righe mi aveva inveito contro.
"Non c'è poesia, zero partecipazione, piatto come il tuo umorismo" Insomma mi aveva tagliato in due.
Non era neanche stato ad ascoltarmi. Aveva sbattuto la porta andandosene via sotto lo sguardo attonito di mia moglie. Perplessa più che mai, convinta per un attimo di aver visto due mariti, aveva scosso la testa. Non poteva bastare mezzo bicchiere di vino per ubriacarsi. Era entrata in camera chiedendomi che problema c'era.
Le avevo detto allora che arrivato alla base della citata parete, la via normale stava sul suo bordo sinistro.
Per canalini erbosi e roccette si raggiungeva la cresta.
Andrea, alpinista di lungo corso, aveva voluto risalire la parete immediatamente a destra, con bella arrampicata su placche di quarto. Un solo tiro ma interessante.
La cresta, divisa da un profondo canale, con andamento Sud-Nord dalla parallela e successiva parete che terminava nell'antecima, si innalzava leggermente per un tiro di corda.
Mia moglie, completamente all'oscuro della diatriba tra me e Gabrio, senza sapere di cosa stavo parlando, indecisa se ritenermi un folle o di essere davvero ubriaca, se ne era andata tormentata da dubbi atroci.
Beh! si, forse ho qualche disturbo della personalità, ma non sono grave.
Nel frattempo Gabrio era tornato.
Gli avevo ricordato di quanto fosse bella la roccia e l'arrampicata sulla crestina. Corta ma molto affilata, esposta e quasi piana, nella parte finale la si scalava come fosse lama.
Arrivati al suo termine, ad un colletto, con grande sorpresa, avevamo visto degli spit che tagliavano verticalmente la placca sotto di noi.
Ottima come via di discesa, evitava la cresta ma obbligava ad una arrampicata, per chi voleva risalirla, più dura (anch'essa di quarto grado?).
Da quel punto, di fatto, le difficoltà della via finivano. Ridiscesi un paio di metri si doveva risalire il pendio opposto, stando a sinistra di una parete, per poi passare sul suo fianco nord in un classico terreno "F".
Su cengette esposte con tracce di sentiero, e per ultimo con la placca terminale si arrivava in vetta.
Ma Andrea ancora una volta aveva voluto, dopo la prima crestina, scalare la parete di fronte (poco più a sinistra), anch'essa di quarto. Un altro unico tiro ed eravamo sull'antecima.
Finito! Non c'era nulla da aggiungere.
L'aria stizzita di Gabrio lasciava intuire molto più delle sue parole non dette.
"Non la pubblicherò mai!" Aveva infine bofonchiato.
"Belle le tue" avevo pensato. L'attimo dopo ero sparito, forse il mio commento non gli era piaciuto.
Davvero non ho idea di come possa fare per venirne fuori. Ma se mai dovesse succedere, costi quel che costi, "Piz de Front" sarà il mio nuovo rapporto.
Vi includerò anche l'unica foto, brutta e inutile, che in quel giorno anomalo mi ero ricordato di scattare.
E per dimostrare a tutti, Gabrio compreso, che quello che comanda sono io, metterò anche una foto di Perla, la nostra micia.
Il freddo si è fatto insopportabile, sono in ipotermia, dispero di cavarmela.
Chiudo gli occhi. Forse è un sogno, se è così al mio risveglio lo saprò!
Tourengänger:
Gabrio

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