Anticima del Monte Sarezza Spigolo NO

La meta di oggi è il Monte Sarezza o meglio la sua anticima, nonostante praticamente ogni descrizione parli di un'ascensione alla vetta la via finisce su un terrazzo con croce un paio di centinaia di metri sotto la vetta reale.
Negli anni la salita dello spigolo Nord Ovest è divenuta una via classica, come si dice "da corso di alpinismo": è una via su roccia di buona qualità, con un avvicinamento breve, senza soverchie difficoltà e con un panorama assolutamente di prim'ordine.
Siamo in quattro, con me ci sono Daniela, Andrea e Monica B. così da fare due cordate. 
Raggiunta Champoluc parcheggiamo davanti alla funivia del Crest, facciamo i biglietti solo per la salita, il tratto fra Crest e Ostafa è chiuso e non sapendo quanto impiegheremo decidiamo che scenderemo a valle a piedi.
Scendiamo dalla funivia a Crest e risaliamo su sentiero verso Ostafa ma senza raggiungerla, deviamo prima verso sinistra in direzione della nostra cima.  Poco sotto la base del versante Ovest troviamo la pietraia descritta nelle relazioni e qualche traccia di passaggio, aggiriamo lo spigolo, da cui parte la variante "difficile", e proseguiamo in leggera discesa fino a portarci alla base di un grande canale, la via inizia da qui, vi è anche un bastoncino da sci piantato in prossimità dell'attacco che si raggiunge risalendo una cengietta.
Le ragazze decidono per una cordata femminile per cui io mi lego con Andrea. Parte Monica seguita da Daniela, è poi la volta di Andrea, alla prima sosta proseguo, decido di sostare fino a che Daniela non passi attraverso il famoso "buco"che caratterizza la via, visto che sta imprecando e mollando anche qualche sasso. Intanto recupero Andrea che raggiuntomi prosegue  per risalire il camino, superare il foro e recuperarmi. Fin qui la difficoltà non supera il III grado, la parte più ostica è il passaggio attraverso il buco dove zaino e corda tendono ad incastrarsi, segue un passaggino leggermente più duro, quindi si esce dal canale e si passa sullo spigolo per i successivi tre tiri, piuttosto aerei ma con difficoltà di III al massimo. Si esce su un pendio di sfasciumi inclinato e si raggiunge la base del torrione finale, si risale lungo una larga fessura (IV) e si arriva sulla cima caratterizzata da una croce fatta con due tubi metallici.
Monica sta già riponendo nello zaino la sua corda, io ed Andrea ci sleghiamo e riavvolgiamo la nostra, poi finalmente ci guardiamo intorno: il panorama è decisamente eccezionale, davanti a noi ci sono le cime del Monte Rosa, più distanti il Cervino e la Dent d'Herens sono purtroppo quasi completamente coperti dalle nuvole. Firmiamo il libro di vetta e poi tiriamo fuori le cibarie dallo zaino. Ancora un po' di foto e quindi iniziamo la discesa sul versante opposto a quello da cui siamo saliti. Si scende su un ripido pendio erboso con qualche traccia, in direzione di Ostafa per deviare quindi verso Crest  e da qui a valle.

Salita interessante e non difficile, bella soprattutto per il panorama che offre la cima, la qualità della roccia è nel complesso buona anche se qualche sassetto vola facilmente dal foro e dal pendio ghiaioso che precede l'ultimo tiro.