Cima Gole Larghe (3003 m).
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Quando una montagna "chiama", e parlo di quella precisa montagna, tu devi andare, perchè quella può essere la giornata giusta, anche se andarci in solitaria può comportare qualche rischio... ma sento la voce.
Parto dal comodo parcheggio adiacente il Rif. Alla Cascata, in meno di 5 minuti sono al parcheggio superiore, quello della teleferica, ove da qua il sentiero comincia a prendere una certa pendenza. Il sentiero non è mai pericoloso, anzi, direi abbastanza sicuro, anche se poi scoprirò che in giornata, su questo tratto, una giovane ragazza ha perso la vita.
Rifugio Aviolo, ci arrivo in 50 minuti, incrociando poche persone. Pochi metri oltre il rifugio trovo la palina: Passo delle Gole Larghe/Passo delle Plate, è il mio sentiero. La traccia tende quasi subito ad inerpicarsi, tra rocce umide e vegetazione abbondante, poi pian piano la cosa si fa più umana e la termperatura, con mia grande sorpresa, è stranamente gradevole. Raggiunti i 2230 metri di quota s'incontra un ulteriore palina e un piccolo masso con disegnata una biforcazione, a questo punto si gira a destra.
Dopo un breve tratto dove il sentiero si alterna tra verde e sassi, i sassi, o massi, forse è meglio dire così, via via diventano sempre più predominanti sino a raggiungere la facile placca che sbuca proprio al Passo delle Plate. Già da questo punto la visuale lascia a bocca aperta, ma a questo punto è meglio chiudere la bocca e pensare ad altro...
Dal Passo delle Plate ora la sinfonia cambia completamente di tono e ti fai solista davanti ad un pubblico fatto di infiniti massi accatastati, anzi, per essere precisi prima si segue una sorta di traccia misto erba/sassi, poi, da metà aggiramento della prima elevazione i massi ti faranno compagnia sino in cima. Come scritto da chi ha fatto prima di me questa escursione il vero problema della salita sono i massi instabili, anche quelli di una certa dimensione, mentre la difficoltà di arrampicata raggiunge al massimo il II°. Il mio consiglio, se fate questo giro, è quello di rimanere sul filo di cresta o appena sotto (ometti qua e là), perchè se digraziatamente fate l'errore che ho fatto io inavvertitamente, cioè quello di abbassarmi di qualche metro per poi risalire un (sembrava) comodo canalino, beh lì, ad un certo punto, una piccola scarica di pietre mi ha parzialmente investito procurandomi qualche escoriazione sulle gambe. Se un solo sasso (dimensioni 15/20 kg) mi avesse centrato la testa sono certo che una targhetta lì non me l'avrebbe levata nessuno...
Cima Gole Larghe, 4h45. La vetta è abbastanza misera a metri quadri calpestabili, anzi, si può stare giusto intorno all'ometto, a parte questo, la visuale incanta per bellezza e vi ripaga degli sforzi effettuati.
Dopo aver fatto alcune foto e mangiato un po di frutta ora mi appresto a scendere, calibrando ogni singolo passo come disse a suo tempo il nostro
Andrea!, perchè in discesa i massi si muovono in maniera sinistra. Scendo, dicevo, e mentre muovo i primi passi mi accorgo che ben due elicotteri del Soccorso Alpino roteano non molto distanti da me; uno volteggia sopra l'Adamello, l'altro, in forma un po più statica, si posiziona appena sotto il Rif. Occhi all'Aviolo. Proprio quest'ultimo raccoglierà il corpo esanime della povera Veronica, 17 anni.
Ora sono di nuovo al Passo delle Plate, da qua scendo facendo un giro ad anello, seguendo la flebilissima bollatura 35A e un altrettanto flebile traccia che attraversa un fantastico anfiteatro, proseguo senza impedimenti visivi e più che alla bollatura mi affdo ai diversi ometti opportunamente costruiti. Poco prima di immergermi nella fitta vegetazione che si conclude nei pressi dell'Osservatorio Faunistico (qua bollatura presente) ecco un bell'incontro con un giovane Camoscio che rimane immobile, anche quando mi prendo tutto il tempo per immortalarlo. Dall'Osservatorio il bellissimo pianoro mi accompagna sino al lago, oggi tutt'altro che azzurro, poi da qua eccomi al Rif. Occhi dove scambio quattro chiacchiere con i gestori, gli stessi che mi confermano dell'avvenuta tragedia. Bevuta un'ultima bevanda zuccherina l'ultima discesa spaccagambe mi riporta all'auto.
P.s.
Dedico, con tutta la delicatezza del caso, questa ultima mia salita alla povera Veronica e ai suoi famigliari.
A' la prochaine! Menek senza le solite battute.
Parto dal comodo parcheggio adiacente il Rif. Alla Cascata, in meno di 5 minuti sono al parcheggio superiore, quello della teleferica, ove da qua il sentiero comincia a prendere una certa pendenza. Il sentiero non è mai pericoloso, anzi, direi abbastanza sicuro, anche se poi scoprirò che in giornata, su questo tratto, una giovane ragazza ha perso la vita.
Rifugio Aviolo, ci arrivo in 50 minuti, incrociando poche persone. Pochi metri oltre il rifugio trovo la palina: Passo delle Gole Larghe/Passo delle Plate, è il mio sentiero. La traccia tende quasi subito ad inerpicarsi, tra rocce umide e vegetazione abbondante, poi pian piano la cosa si fa più umana e la termperatura, con mia grande sorpresa, è stranamente gradevole. Raggiunti i 2230 metri di quota s'incontra un ulteriore palina e un piccolo masso con disegnata una biforcazione, a questo punto si gira a destra.
Dopo un breve tratto dove il sentiero si alterna tra verde e sassi, i sassi, o massi, forse è meglio dire così, via via diventano sempre più predominanti sino a raggiungere la facile placca che sbuca proprio al Passo delle Plate. Già da questo punto la visuale lascia a bocca aperta, ma a questo punto è meglio chiudere la bocca e pensare ad altro...
Dal Passo delle Plate ora la sinfonia cambia completamente di tono e ti fai solista davanti ad un pubblico fatto di infiniti massi accatastati, anzi, per essere precisi prima si segue una sorta di traccia misto erba/sassi, poi, da metà aggiramento della prima elevazione i massi ti faranno compagnia sino in cima. Come scritto da chi ha fatto prima di me questa escursione il vero problema della salita sono i massi instabili, anche quelli di una certa dimensione, mentre la difficoltà di arrampicata raggiunge al massimo il II°. Il mio consiglio, se fate questo giro, è quello di rimanere sul filo di cresta o appena sotto (ometti qua e là), perchè se digraziatamente fate l'errore che ho fatto io inavvertitamente, cioè quello di abbassarmi di qualche metro per poi risalire un (sembrava) comodo canalino, beh lì, ad un certo punto, una piccola scarica di pietre mi ha parzialmente investito procurandomi qualche escoriazione sulle gambe. Se un solo sasso (dimensioni 15/20 kg) mi avesse centrato la testa sono certo che una targhetta lì non me l'avrebbe levata nessuno...
Cima Gole Larghe, 4h45. La vetta è abbastanza misera a metri quadri calpestabili, anzi, si può stare giusto intorno all'ometto, a parte questo, la visuale incanta per bellezza e vi ripaga degli sforzi effettuati.
Dopo aver fatto alcune foto e mangiato un po di frutta ora mi appresto a scendere, calibrando ogni singolo passo come disse a suo tempo il nostro

Ora sono di nuovo al Passo delle Plate, da qua scendo facendo un giro ad anello, seguendo la flebilissima bollatura 35A e un altrettanto flebile traccia che attraversa un fantastico anfiteatro, proseguo senza impedimenti visivi e più che alla bollatura mi affdo ai diversi ometti opportunamente costruiti. Poco prima di immergermi nella fitta vegetazione che si conclude nei pressi dell'Osservatorio Faunistico (qua bollatura presente) ecco un bell'incontro con un giovane Camoscio che rimane immobile, anche quando mi prendo tutto il tempo per immortalarlo. Dall'Osservatorio il bellissimo pianoro mi accompagna sino al lago, oggi tutt'altro che azzurro, poi da qua eccomi al Rif. Occhi dove scambio quattro chiacchiere con i gestori, gli stessi che mi confermano dell'avvenuta tragedia. Bevuta un'ultima bevanda zuccherina l'ultima discesa spaccagambe mi riporta all'auto.
P.s.
Dedico, con tutta la delicatezza del caso, questa ultima mia salita alla povera Veronica e ai suoi famigliari.
A' la prochaine! Menek senza le solite battute.
Tourengänger:
Menek

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Kommentare (16)