Monte della Meia dall'Alpe Maccagno - Val Vogna
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Il Monte della Meia - per alcune mappe Frate della Meia, come il monolito a forma di frate presente sulla cresta Nord fino agli anni '80 del Novecento, prima che venisse abbattuto da un fulmine - con i suoi 2812 m, è la cima più alta della Valle Artogna e del la cima più rappresentativa del vallone del Maccagno, al centro di idilliache distese di erba, acqua e pietra che portano a fantasticare su come fosse il mondo quando l'uomo non c'era.
Su questa panoramica cima, come su tutto il resto della cresta che separa le Valli Vogna e Artogna, le mappe non disegnano sentieri. Ci si chiede quindi se esiste un modo ragionevole per arrivarci...
In inverno, quando la coltre bianca ricopre gli instabili sfasciumi, il percorso è quello del versante NW descritto sulla guida dei Monti d'Italia (Alpi Biellesi e Valsesiane) e su quella scialpinistica di Marco Maffeis.
In estate le possibilità in teoria si allargano ma la carta stampata e le relazioni in rete discordano sensibilmente:
la cresta Est (dal Colle della Meia) sul testo ufficiale è classificata AD, la cresta Nord (dal Colle del Forno) PD ma c'è chi ha documentato in internet salite e discese lungo le stesse direttrici senza segnalare difficoltà particolari. Qualcuno dà quasi l'impressione che si possa arrivare in cima con le mani in tasca...
Ci avvicineremo quindi alla montagna con spirito esplorativo, fidandoci più del nostro occhio che delle relazioni. La corda, come sempre, è nello zaino e anche l'obiettivo è sempre lo stesso: quello di non doverla usare.
Uscirà un'inedita salita che combina la prima parte del percorso del versante NW con la seconda parte della cresta N. Si tratta comunque di un percorso lungo, impegnativo ma vario e panoramico, nonostante qualche nuvola sia arrivata anche questa volta a guastare la festa.
La discesa sarà per il versante W (l'unico classificato F sulla Guida).
A mio avviso il percorso di discesa seguito si può considerare come la via normale pur presentando un canalino erboso molto ripido (non adatto a tutti...) per superare lo zoccolo basale della montagna.
In sintesi
Salita per il canale NW e la cresta N: F e forse qualcosa di più per la parte in cresta, 3:30 dall'Alpe Maccagno tutto compreso (a cui sommare circa 3 ore per arrivare all'Alpe Maccagno lungo il sentiero della GTA)
Discesa per il versante W: EE, circa 1:30 dalla cima all'Alpe Maccagno
Non è presente segnaletica di alcun tipo.
Il percorso
Parto con Ferruccio da Ca' di Janzo, perché per i forestieri non è possibile proseguire oltre con l'automobile lungo la strada della Val Vogna. Il percorso su strada porta ad attraversare una serie di belle frazioni con le caratteristiche case Walser ma presenta anche dei tratti piuttosto noiosi dove l'unico pensiero è che finiscano in fretta. E facendo in fretta in circa 50 minuti siamo a Peccia, dove inizia il sentiero vero e proprio.
Risaliamo la lunga valle sul percorso della GTA fino all'Alpe Maccagno (2188 m), in splendida posizione nei pressi di un laghetto circondato da prati dove pascolano cavalli in semilibertà. Fin qui è una passeggiata adatta a tutti (circa 3 ore).
Segnalo che a Est delle baite, ancora utilizzate, c'è una piccola sorgente di acqua limpida, purtroppo ridotta a uno stillicidio in quest'occasione.
Senza traccia traversiamo a Nord sulla destra idrografica della valle principale. Superate delle giavine in parte instabili si delinea un sentierino. Poggiando a destra (S), entriamo nel pietroso vallone che scende a NW del Monte della Meia. Dove questo si biforca, saliamo nel ramo di destra (Sud), lasciando alla nostra sinistra il percorso per il Colle del Forno. Attratti da una scia di erba di un verde brillantissimo, saliamo la dorsale che separa i due rami del vallone fino ad arrivare sulla cresta principale. Si tratta di compiere dei passi faticosi e senza traccia su terreno ripido: prima erba, poi un breve tratto franoso, quindi rocce non difficili ma che richiedono comunque attenzione.
Poggiando sul lato di Artogna (N), raggiungiamo una prima sommità (CTR 2773 m), dove è presente un ometto. Si supera quindi un aereo ma facile passaggio su roccia in cresta (CTR 2763 m), esattamente alla testata del vallone di salita, per poi affrontare il tratto per me più impegnativo. Il filo di cresta qui si impenna e noi lo affrontiamo sul fianco di Artogna salendo in un camino in opposizione (II, forse qualcosa di più) e quindi su rocce instabili miste ad erba, guadagnando così l'anticima Nord (CTR 2805 m), da cui è ben visibile l'ometto di vetta. Il primo tratto della cresta è a blocchi camminabili ma poi si presenta un intaglio, seguito da uno spigolo di roccia. La calata nell'intaglio si presenta esposta e optiamo per un più sicuro aggiramento sull'erboso fianco della Valle Artogna, comunque ripido e sospeso sopra salti di roccia. Arriviamo così in cima, a contemplare i meravigliosi Laghi delle Giare, da una parte, e il Lago Nero del Maccagno dall'altra, già visto da una differente prospettiva poche settimane prima.
Fin qui 6:30 dalla partenza, tutto compreso.
Dopo una breve sosta, facciamo un poco convinto tentativo di discesa verso la cresta Sud ma è chiaro fin da subito che la ricerca dei passaggi ci impegnerebbe troppo a lungo e optiamo per il più rassicurante pendio di sfasciumi del versante W. Scendiamo senza difficoltà la pietraia fino al suo termine, quindi volgiamo a Sud su terreno erboso, confidando di trovare un pendio che si raccordi con il fondovalle. Poggiando a sinistra, ci infiliamo in un ripido canalino erboso che ci permette di superare la fascia rocciosa basale e ci porta nei pressi di un piccolo nevaio (CTR 2465 m). Scendiamo ancora a Sud su facili balze erbose inframezzate da bancate di roccia e raggiungiamo il sentiero della GTA nei pascoli a Sud del laghetto del Maccagno.
Da qui ritorniamo al punto di partenza per il percorso dell'andata. Gran bel giro con finale, come di consueto, bagnato (4 ore totali).
Su questa panoramica cima, come su tutto il resto della cresta che separa le Valli Vogna e Artogna, le mappe non disegnano sentieri. Ci si chiede quindi se esiste un modo ragionevole per arrivarci...
In inverno, quando la coltre bianca ricopre gli instabili sfasciumi, il percorso è quello del versante NW descritto sulla guida dei Monti d'Italia (Alpi Biellesi e Valsesiane) e su quella scialpinistica di Marco Maffeis.
In estate le possibilità in teoria si allargano ma la carta stampata e le relazioni in rete discordano sensibilmente:
la cresta Est (dal Colle della Meia) sul testo ufficiale è classificata AD, la cresta Nord (dal Colle del Forno) PD ma c'è chi ha documentato in internet salite e discese lungo le stesse direttrici senza segnalare difficoltà particolari. Qualcuno dà quasi l'impressione che si possa arrivare in cima con le mani in tasca...
Ci avvicineremo quindi alla montagna con spirito esplorativo, fidandoci più del nostro occhio che delle relazioni. La corda, come sempre, è nello zaino e anche l'obiettivo è sempre lo stesso: quello di non doverla usare.
Uscirà un'inedita salita che combina la prima parte del percorso del versante NW con la seconda parte della cresta N. Si tratta comunque di un percorso lungo, impegnativo ma vario e panoramico, nonostante qualche nuvola sia arrivata anche questa volta a guastare la festa.
La discesa sarà per il versante W (l'unico classificato F sulla Guida).
A mio avviso il percorso di discesa seguito si può considerare come la via normale pur presentando un canalino erboso molto ripido (non adatto a tutti...) per superare lo zoccolo basale della montagna.
In sintesi
Salita per il canale NW e la cresta N: F e forse qualcosa di più per la parte in cresta, 3:30 dall'Alpe Maccagno tutto compreso (a cui sommare circa 3 ore per arrivare all'Alpe Maccagno lungo il sentiero della GTA)
Discesa per il versante W: EE, circa 1:30 dalla cima all'Alpe Maccagno
Non è presente segnaletica di alcun tipo.
Il percorso
Parto con Ferruccio da Ca' di Janzo, perché per i forestieri non è possibile proseguire oltre con l'automobile lungo la strada della Val Vogna. Il percorso su strada porta ad attraversare una serie di belle frazioni con le caratteristiche case Walser ma presenta anche dei tratti piuttosto noiosi dove l'unico pensiero è che finiscano in fretta. E facendo in fretta in circa 50 minuti siamo a Peccia, dove inizia il sentiero vero e proprio.
Risaliamo la lunga valle sul percorso della GTA fino all'Alpe Maccagno (2188 m), in splendida posizione nei pressi di un laghetto circondato da prati dove pascolano cavalli in semilibertà. Fin qui è una passeggiata adatta a tutti (circa 3 ore).
Segnalo che a Est delle baite, ancora utilizzate, c'è una piccola sorgente di acqua limpida, purtroppo ridotta a uno stillicidio in quest'occasione.
Senza traccia traversiamo a Nord sulla destra idrografica della valle principale. Superate delle giavine in parte instabili si delinea un sentierino. Poggiando a destra (S), entriamo nel pietroso vallone che scende a NW del Monte della Meia. Dove questo si biforca, saliamo nel ramo di destra (Sud), lasciando alla nostra sinistra il percorso per il Colle del Forno. Attratti da una scia di erba di un verde brillantissimo, saliamo la dorsale che separa i due rami del vallone fino ad arrivare sulla cresta principale. Si tratta di compiere dei passi faticosi e senza traccia su terreno ripido: prima erba, poi un breve tratto franoso, quindi rocce non difficili ma che richiedono comunque attenzione.
Poggiando sul lato di Artogna (N), raggiungiamo una prima sommità (CTR 2773 m), dove è presente un ometto. Si supera quindi un aereo ma facile passaggio su roccia in cresta (CTR 2763 m), esattamente alla testata del vallone di salita, per poi affrontare il tratto per me più impegnativo. Il filo di cresta qui si impenna e noi lo affrontiamo sul fianco di Artogna salendo in un camino in opposizione (II, forse qualcosa di più) e quindi su rocce instabili miste ad erba, guadagnando così l'anticima Nord (CTR 2805 m), da cui è ben visibile l'ometto di vetta. Il primo tratto della cresta è a blocchi camminabili ma poi si presenta un intaglio, seguito da uno spigolo di roccia. La calata nell'intaglio si presenta esposta e optiamo per un più sicuro aggiramento sull'erboso fianco della Valle Artogna, comunque ripido e sospeso sopra salti di roccia. Arriviamo così in cima, a contemplare i meravigliosi Laghi delle Giare, da una parte, e il Lago Nero del Maccagno dall'altra, già visto da una differente prospettiva poche settimane prima.
Fin qui 6:30 dalla partenza, tutto compreso.
Dopo una breve sosta, facciamo un poco convinto tentativo di discesa verso la cresta Sud ma è chiaro fin da subito che la ricerca dei passaggi ci impegnerebbe troppo a lungo e optiamo per il più rassicurante pendio di sfasciumi del versante W. Scendiamo senza difficoltà la pietraia fino al suo termine, quindi volgiamo a Sud su terreno erboso, confidando di trovare un pendio che si raccordi con il fondovalle. Poggiando a sinistra, ci infiliamo in un ripido canalino erboso che ci permette di superare la fascia rocciosa basale e ci porta nei pressi di un piccolo nevaio (CTR 2465 m). Scendiamo ancora a Sud su facili balze erbose inframezzate da bancate di roccia e raggiungiamo il sentiero della GTA nei pascoli a Sud del laghetto del Maccagno.
Da qui ritorniamo al punto di partenza per il percorso dell'andata. Gran bel giro con finale, come di consueto, bagnato (4 ore totali).
Tourengänger:
atal

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