Monte Maniglia Mt. 3177
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...ed eccoci al secondo giorno di permanenza in Val Maria.. ..obiettivo di oggi il Monte Maniglia…
Alloggiamo nel piccolo paesino di Acceglio, quasi alla testata della Valle Maira e l’unico alimentari che c’era ha tirato giù la saracinesca… così ci arrangiamo con il piccolo spaccio alimentare che hanno aperto i nostri albergatori…. ma perché non aggiungere qualcosa comprando dal negozio di fronte.. che vende di tutto un po’…..souvenir….abbigliamento…. giocattoli.. qualche cosa di alimentare….ma soprattutto vanta una buonissima Toma d’Elva, stando a quanto scritto sulla vetrina…appena entrati l’anziana proprietaria ci mostra la targa che le ha fatto l’amministrazione comunale per i suoi anni di servizio…. non ricordo quanti… e poi tenta di venderci di tutto… ma noi miriamo dritti alla toma…. è stato difficile divincolarsi dalle sue chiacchere..... ci ha raccomandato di ritornare per assaggiare il suo “famoso “ amaro di Acceglio e ci ha promesso anche di regalarci delle cartoline d’altri tempi….
“Riusciamo” ad uscire dal negozio e ci dirigiamo a Chiappera da dove inizierà la nostra lunga escursione verso il monte Maniglia.
Sarà un’escursione fatta in solitaria, perché incontreremo pochissime persone e quelle poche erano dirette al colle e Monte Bellino, tra cui una simpatica ragazza di Savona che ci ha dato alcune dritte per il Maniglia che aveva salito 10 anni fa….ma ora non se la sentiva per lo scarso allenamento e così siamo costretti a salutarla ……
Raggiunta Chiappera percorriamo la stradina poderale e parcheggiamo nei pressi della Grange Collet.
La segnaletica non è molto precisa, nonostante sia GTA, però sappiamo che dobbiamo seguire la direzione verso il Colle Bellino e non quella verso il Colle Maurin.
Procediamo per quasi due ore lungo un vastissimo pianoro, incontrando qualche grangia fino ad arrivare alla Grange Maurin.
Ora il sentiero prende a salire con maggiore decisione fra belle distese prative fin quando si incontra un cartello che indica di svoltare a sinistra per il Monte Maniglia, mentre dritto si va al Bellino.
Da qui ci si inerpica con frequenti tornantini portandosi a rasentare alcune paretine rocciose.
Terminati i tornanti si approda su di un ripiano erboso che va superato raggiungendo un ripiano superiore sede di un piccolo laghetto, ormai prosciugato.
Con breve risalita, si approda su di un ulteriore ripiano, dove appare per la prima volta la meta di giornata, il Monte Maniglia.
Prestando ora attenzione a non perdere la traccia, che in questo punto tende a sparire (bisogna mantenersi più verso destra stando attenti a cercare gli ometti), si attraversano delle modeste pietraie fin quando il sentiero piega decisamente a destra.
Seguendo i vari ometti si procede ora su ampio spallone panoramico che in moderata ma costante salita conduce alla Bassa di Terra Rossa, riconoscibile appunto per il terriccio di colore rossastro.
Dopo una breve discesa si inizia l’ultimo tratto di salita puntando con decisione alla cima.
Dopo aver superato poco più avanti un tratto roccioso il percorso si sposta a destra dell’anticima (grande cippo in pietra) e prosegue su tracce di pietrisco e lastre in pietra fino alla vetta del Maniglia.
Il panorama è grandioso sulle Alpi Cozie, Marittime, naturalmente sul Monviso … a me è sembrato perfino di scorgere il monte Bianco… la direzione poteva anche essere quella… ..non voglio dimenticare i bellissimi laghi di Roure.
Troviamo in vetta solo due persone, anche loro hanno salito il Maniglia da Chiappera, l’alternativa è salirlo dalla Valle Varaita.
I due ragazzi che ci avevano preceduto, cominciano la discesa mentre noi stavamo ancora mangiando e gustando la toma acquistata la mattina dalla signora di Acceglio…niente male il misto mucca e capra…!!!!
Saranno le ultime persone che incontreremo… fino a Chiappera abbiamo fatto una discesa in perfetta solitudine…a dire il vero non eravamo proprio soli…tante tante marmotte ….che mi sa abbiamo disturbato nella loro merenda e nei loro giochi pomeridiani….!!!
Nadia e Graziano
Alloggiamo nel piccolo paesino di Acceglio, quasi alla testata della Valle Maira e l’unico alimentari che c’era ha tirato giù la saracinesca… così ci arrangiamo con il piccolo spaccio alimentare che hanno aperto i nostri albergatori…. ma perché non aggiungere qualcosa comprando dal negozio di fronte.. che vende di tutto un po’…..souvenir….abbigliamento…. giocattoli.. qualche cosa di alimentare….ma soprattutto vanta una buonissima Toma d’Elva, stando a quanto scritto sulla vetrina…appena entrati l’anziana proprietaria ci mostra la targa che le ha fatto l’amministrazione comunale per i suoi anni di servizio…. non ricordo quanti… e poi tenta di venderci di tutto… ma noi miriamo dritti alla toma…. è stato difficile divincolarsi dalle sue chiacchere..... ci ha raccomandato di ritornare per assaggiare il suo “famoso “ amaro di Acceglio e ci ha promesso anche di regalarci delle cartoline d’altri tempi….
“Riusciamo” ad uscire dal negozio e ci dirigiamo a Chiappera da dove inizierà la nostra lunga escursione verso il monte Maniglia.
Sarà un’escursione fatta in solitaria, perché incontreremo pochissime persone e quelle poche erano dirette al colle e Monte Bellino, tra cui una simpatica ragazza di Savona che ci ha dato alcune dritte per il Maniglia che aveva salito 10 anni fa….ma ora non se la sentiva per lo scarso allenamento e così siamo costretti a salutarla ……
Raggiunta Chiappera percorriamo la stradina poderale e parcheggiamo nei pressi della Grange Collet.
La segnaletica non è molto precisa, nonostante sia GTA, però sappiamo che dobbiamo seguire la direzione verso il Colle Bellino e non quella verso il Colle Maurin.
Procediamo per quasi due ore lungo un vastissimo pianoro, incontrando qualche grangia fino ad arrivare alla Grange Maurin.
Ora il sentiero prende a salire con maggiore decisione fra belle distese prative fin quando si incontra un cartello che indica di svoltare a sinistra per il Monte Maniglia, mentre dritto si va al Bellino.
Da qui ci si inerpica con frequenti tornantini portandosi a rasentare alcune paretine rocciose.
Terminati i tornanti si approda su di un ripiano erboso che va superato raggiungendo un ripiano superiore sede di un piccolo laghetto, ormai prosciugato.
Con breve risalita, si approda su di un ulteriore ripiano, dove appare per la prima volta la meta di giornata, il Monte Maniglia.
Prestando ora attenzione a non perdere la traccia, che in questo punto tende a sparire (bisogna mantenersi più verso destra stando attenti a cercare gli ometti), si attraversano delle modeste pietraie fin quando il sentiero piega decisamente a destra.
Seguendo i vari ometti si procede ora su ampio spallone panoramico che in moderata ma costante salita conduce alla Bassa di Terra Rossa, riconoscibile appunto per il terriccio di colore rossastro.
Dopo una breve discesa si inizia l’ultimo tratto di salita puntando con decisione alla cima.
Dopo aver superato poco più avanti un tratto roccioso il percorso si sposta a destra dell’anticima (grande cippo in pietra) e prosegue su tracce di pietrisco e lastre in pietra fino alla vetta del Maniglia.
Il panorama è grandioso sulle Alpi Cozie, Marittime, naturalmente sul Monviso … a me è sembrato perfino di scorgere il monte Bianco… la direzione poteva anche essere quella… ..non voglio dimenticare i bellissimi laghi di Roure.
Troviamo in vetta solo due persone, anche loro hanno salito il Maniglia da Chiappera, l’alternativa è salirlo dalla Valle Varaita.
I due ragazzi che ci avevano preceduto, cominciano la discesa mentre noi stavamo ancora mangiando e gustando la toma acquistata la mattina dalla signora di Acceglio…niente male il misto mucca e capra…!!!!
Saranno le ultime persone che incontreremo… fino a Chiappera abbiamo fatto una discesa in perfetta solitudine…a dire il vero non eravamo proprio soli…tante tante marmotte ….che mi sa abbiamo disturbato nella loro merenda e nei loro giochi pomeridiani….!!!
Nadia e Graziano
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