Monte Confinale
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Da Bormio si vede bene il sottogruppo del Monte Confinale, posto tra la Valfurva e la Val Zebrù. La salita avviene però di solito dalla Val Cedec. L'itinerario inizia di fronte al rifugio Stella Alpina in località Campec. La stradina sterrata sale con tratti anche ripidi alle baite Pradaccio di sotto e poi a quelle di Pradaccio di sopra. A queste ultime si può arrivare anche dall'Albergo-rifugio dei Forni. Poco più in alto continua come sentiero che aggira un pianoro e sale a tornanti un pendio erboso che immette in una conca occupata da quel che rimane del già piccolo Lago Prealda. Il sentiero sale ripido per un breve tratto su una cresta morenica, da cui si vedono la Cima della Manzina, aguzza e proprio di fronte, e l'anticima del M.Confinale, più a sinistra. Dopo questo strappo il sentiero quasi pianeggiante conduce al Lago della Manzina. Fino a questo punto il paesaggio alle nostre spalle è stato dominato dalla parete nord del Pizzo Tresero.
Lasciato il lago sulla destra, il sentiero passa alla base del crestone che scende dalla Cima della Manzina mentre alcune carte lo disegnano con un giro più ampio a sinistra. Entrati nella valletta tra il Confinale e la Manzina, a circa 3000 metri troviamo il fondo invaso dalla neve. Di fronte a noi cominciano a vedersi la sella tra le due cime con il bivacco Giampaolo Del Piero e alle nostre spalle le Tredici Cime. Io e il mio socio percorriamo il fondo della valletta, utilizzando anche le piste di chi è passato ieri. Giunti sotto il colle la pendenza aumenta, il pendio in parte è nevoso e in parte affiora il sentierino su terriccio. Nei tratti nevosi metto i ramponi, anche se dalle piste nessuno ieri lo ha fatto, però mi danno maggior sicurezza e cammino con più scioltezza.
Arrivati al colle e al bivacco, alcuni nuvoloni lasciano libero il M.Zebrù ma fanno soltanto intuire l'Ortles e il Gran Zebrù. Inizia ora il tratto più faticoso della gita. Circa la metà dei 130 metri di dislivello tra il bivacco e l'anticima del Confinale, quotata 3297, si percorrono su un ripido e scomodo tratto a blocchi di roccia, con ometti e una traccia...molto più visibile in discesa. Dopo questo tratto la pendenza diminuisce nettamente e la traccia ricavata su piccoli sassi conduce a tornanti sull'anticima.
Qui troviamo la cresta finale (SE) innevata e tracciata. Per essa si raggiunge una seconda anticima con croce e libro di vetta, da cui un sentierino in pochi minuti conduce alla vera cima, qualche metro più in alto.
Sono passate 4 ore e 30 dalla partenza, togliendo tre brevi soste direi che ci abbiamo impiegato poco più delle 4 ore indicate dal cartello all'inizio. Il panorama è un pò compromesso da diverse nubi cumuliformi che avvolgono alcune delle cime più alte.
Il ritorno avviene per lo stesso itinerario. Durante la discesa alcune nuvole si allontanano e lasciano vedere da alcuni punti l'intero arco delle 13 cime dal Cevedale al Tresero.
Il "+" aggiunto al T3 è per la neve, pur discontinua, incontrata a partire da quota 3000. Vitto e e alloggio al rifugio Stella Alpina valgono la mezza pensione, almeno secondo noi.
Lasciato il lago sulla destra, il sentiero passa alla base del crestone che scende dalla Cima della Manzina mentre alcune carte lo disegnano con un giro più ampio a sinistra. Entrati nella valletta tra il Confinale e la Manzina, a circa 3000 metri troviamo il fondo invaso dalla neve. Di fronte a noi cominciano a vedersi la sella tra le due cime con il bivacco Giampaolo Del Piero e alle nostre spalle le Tredici Cime. Io e il mio socio percorriamo il fondo della valletta, utilizzando anche le piste di chi è passato ieri. Giunti sotto il colle la pendenza aumenta, il pendio in parte è nevoso e in parte affiora il sentierino su terriccio. Nei tratti nevosi metto i ramponi, anche se dalle piste nessuno ieri lo ha fatto, però mi danno maggior sicurezza e cammino con più scioltezza.
Arrivati al colle e al bivacco, alcuni nuvoloni lasciano libero il M.Zebrù ma fanno soltanto intuire l'Ortles e il Gran Zebrù. Inizia ora il tratto più faticoso della gita. Circa la metà dei 130 metri di dislivello tra il bivacco e l'anticima del Confinale, quotata 3297, si percorrono su un ripido e scomodo tratto a blocchi di roccia, con ometti e una traccia...molto più visibile in discesa. Dopo questo tratto la pendenza diminuisce nettamente e la traccia ricavata su piccoli sassi conduce a tornanti sull'anticima.
Qui troviamo la cresta finale (SE) innevata e tracciata. Per essa si raggiunge una seconda anticima con croce e libro di vetta, da cui un sentierino in pochi minuti conduce alla vera cima, qualche metro più in alto.
Sono passate 4 ore e 30 dalla partenza, togliendo tre brevi soste direi che ci abbiamo impiegato poco più delle 4 ore indicate dal cartello all'inizio. Il panorama è un pò compromesso da diverse nubi cumuliformi che avvolgono alcune delle cime più alte.
Il ritorno avviene per lo stesso itinerario. Durante la discesa alcune nuvole si allontanano e lasciano vedere da alcuni punti l'intero arco delle 13 cime dal Cevedale al Tresero.
Il "+" aggiunto al T3 è per la neve, pur discontinua, incontrata a partire da quota 3000. Vitto e e alloggio al rifugio Stella Alpina valgono la mezza pensione, almeno secondo noi.
Tourengänger:
andrea62

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Kommentare (11)